Tessuti che si riparano da soli, a base grafenica ed ecosostenibili sono il futuro del tessile. «La continua ricerca e lo sviluppo dell’innovazione sono più forti dell’emergenza sanitaria»
Una crescita che nemmeno l’emergenza Covid è riuscita a scalfire. L’innovazione applicata ai tessuti premia Technow, giovane azienda svizzera con “cuore” italiano dedicata allo sviluppo e alla commercializzazione di nuove soluzioni tessili per l’abbigliamento, la casa e il lavoro. Nei primi nove mesi di quest’anno, l’azienda ha confermato un trend di crescita positivo, registrando un +18% medio nei primi tre trimestri. «Nonostante il rallentamento economico globale, dettato dalla complessa emergenza sanitaria, non abbiamo mai registrato una calo di fatturato nel corso del 2020», afferma Francesco Lazzati, tra i fondatori di Technow e terza generazione di una famiglia di imprenditori impegnati da oltre 60 anni in campo tessile. «Siamo passati da un incremento di fatturato del 35% nel primo trimestre, ad un +14% nel secondo. Tra luglio e settembre la crescita è stata dell’8%. Per l’ultima parte dell’anno, nonostante il perdurare dell’emergenza sanitaria, ci aspettiamo una progressiva ripresa degli ordini anche in vista della prossima stagione invernale che, salvo imprevisti, ci auguriamo possa rappresentare la prima produzione non condizionata dall’ “effetto Covid”».
Un trend che premia la scelta di «applicare un modello di business flessibile, fortemente orientato all’innovazione e capace di fare proprie le principali tematiche emerse durante la pandemia», prosegue Lazzati. Technow infatti si è affermata nel mercato internazionale grazie ad un grande impulso sul fronte dell’innovazione e della ricerca. Questo ha portato allo sviluppo soprattutto di tre grandi progetti che hanno rivoluzionato l’approccio al tessuto tradizionale.
«Con “Graphene Inside the Future” siamo andati a “potenziare” il tessuto, inserendo una componente grafenica in chiave ecosostenibile», aggiunge Lazzati. «L’applicazione del grafene, un materiale di recente scoperta costituito da un singolo strato di atomi di carbonio, permette accrescere le qualità tecniche dei tessuti: migliora la termoregolazione, accresce le caratteristiche antistatico e ha proprietà antibatteriche; in alcuni casi, come recentemente testato, il tessuto è antivirale: la stessa presenza del Covid-19 viene praticamente annullata dopo due ore». Con il progetto “Re-Closed”, che ha trovato molto interesse soprattutto nel mercato extra europeo, è stato invece creato un finissaggio «capace di autoripararsi, potendo in questo modo garantire i più alti standard di down-proof, ovvero il contenimento della piuma all’ interno dei tessuti». Non ultimo, “Toweco”. Spiega Lazzati: «È un progetto dalla forte connotazione ecosostenibile che vede l’impiego di filati ottenuti con poliestere e nylon riciclato attraverso il recupero delle bottiglie in plastica e di altri materiali, per la realizzazione di tessuti a impatto zero».
Per quanto sia difficile ancora oggi dare una concreta prospettiva futura del mercato tessile, Technow ha le idee chiare. Innanzitutto, «Grazie alla nostra partecipazione al White Milano abbiamo avuto conferma che i temi della sostenibilità e dell’innovazione saranno elementi trainanti per il settore dell’abbigliamento nel prossimo futuro», aggiunge Lazzati. Non certo secondo, il valore del servizio. «Il mercato tessile ha subito profondi cambiamenti, ormai non basta produrre “semplicemente” tessuti, a fare la differenza ora sono i servizi legati al pre e post-vendita. Per questo Technow sviluppa passo dopo passo i propri articoli assieme al cliente, aiutandolo nelle scelte dei materiali e aggiornandolo sulle ultime tecnologie applicabili».