Nasce da un sogno la storia di PrimaLuceLab Spa, la Pmi innovativa che sette anni fa nel cuore del Polo Tecnologico di Pordenone (in Friuli Venezia Giulia) ha dato il via ad una vera e propria “missione spaziale”: rendere accessibile a tutti l’esplorazione da remoto del cielo e dei corpi celesti attraverso tecnologie di elevata qualità ma facili da utilizzare.
L’idea, che si inserisce nel processo mondiale di democratizzazione dello spazio, è di due imprenditori e appassionati astrofili, Filippo Bradaschia e Omar Cauz che hanno deciso di sviluppare gli strumenti che non trovavano in commercio. Nascono così due linee di prodotti: i radiotelescopi Radio2Space, dedicati al settore dell’istruzione e della ricerca, e gli accessori per telescopi, a marchio PrimaLuceLab, per il mercato degli amatori. E nasce con loro l’unica azienda al mondo oggi in grado di proporre sia telescopi ottici che radiotelescopi professionali ma alla portata di tutti.
Dal 2013 ad oggi è un crescendo di successi per la società pordenonese che ha conquistato università, istituti di ricerca, musei scientifici e astrofili di tutto il mondo (utilizzano le apparecchiature di PrimaLuceLab ad esempio il Sharjah Academy for Astronomy, Space Sciences & Technology a Dubai, il South African Astronomical Observatory e il National Radio Astronomy Observatory degli Stati Uniti). In Italia vi è inoltre una collaborazione attiva con l’IRA, l’istituto italiano di Radioastronomia, con sede a Bologna. Nel 2019 l’azienda ha inoltre chiuso l’anno con un fatturato di quasi due milioni di euro e una crescita media del 40% negli ultimi tre anni.
Nel 2020 è partita inoltre la sfida verso le opportunità offerte dalla New Space Economy (NSE), un mercato, quello dello spazio, valutato oggi 350 miliardi di dollari e che secondo le stime del Morgan Stanley’s Space Team potrebbe raggiungere entro il 2040 il triliardo di dollari di fatturato.