Come gran parte degli operatori del turismo, fiaccata anche dalla crisi sanitaria, l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù è pronta comunque a rilanciare il suo storico ruolo, e confida in una pronta via d’uscita anche vista la grande considerazione da parte del Governo e delle forze politiche tutte, di maggioranza e opposizione.
<<In un momento in cui saranno assolutamente indispensabili iniziative sociali, iniziative in grado di poter assicurare a tutti e ai giovani in particolare nuove e pronte occasioni di crescita, gli Ostelli sarebbero destinati a rientrare presto e decisamente al centro degli interessi e della “progettualità” quali occasioni di apprendimento e maturazione di competenze spendibili nel mondo del lavoro e nello specifico in quello del turismo scolastico e sociale. Ed è chiaro che il buon funzionamento degli Ostelli e la disponibilità di una buona rete sull’intero territorio potrà costituire un’opportunità anche per gli adulti e, in particolare, per le categorie svantaggiate, destinate, purtroppo, come sembra, a crescere in proporzioni senza precedenti. Oltre che, naturalmente, per il turismo straniero.
L’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ha lavorato con entusiasmo fino ad oggi, garantendo accoglienza e ospitalità a milioni di persone, pur dovendo far fronte alle mutate esigenze del “viaggiatore” moderno.
Gli Ostelli sono divenuti così, appunto, e propriamente, un “servizio”: quello che una comunità civile deve assicurare ai propri cittadini, alle proprie famiglie, ai propri giovani e anche ai giovani delle altre comunità nazionali, per contribuire a creare una comunità civile. E non a caso, spiegava il fondatore di AIG, Aldo Franco Pessina si assiste al fatto che, nel mondo, gli Ostelli per la Gioventù sono più diffusi e sostenuti là dove più elevato è il livello di welfare. Gli Ostelli, non sono infatti solo turismo, ma anche e soprattutto luoghi educativi, sono nati di fatto per favorire il turismo scolastico, dunque come essenziali strumenti d’evoluzione civica…
Chiudere l’Aig, lasciarla spegnersi, buttare all’aria la sua storia, la sua esperienza, la sua organizzazione, vorrebbe dire non solo procurare un danno serio e irreversibile a chi ci lavora, ma, sia ben chiaro, all’intero sistema-Paese, già a pezzi, e che da questa pandemia uscirà comunque assai malconcio, con un’economia disastrata che non dovrebbe essere, appunto, pure privata di un’imprescindibile opportunità di accoglienza e mobilità per tutti, quella assicurata da AIG per 75 anni. Per poter così tornare a muoversi e trovare pronta, cordiale ed economica accoglienza, senza dover spendere necessariamente una fortuna. Per poter tornare a incontrarsi, a confrontarsi, a progettare, a costruire sviluppo e rinascita>>.
Sono alcuni dei passaggi della Lettera aperta indirizzata, dal Presidente Nazionale dell’Associazione Filippo Antonio Capellupo, al Presidente della Repubblica e alle più alte cariche dello Stato e del Governo, nel giorno in cui ricorre il 75° anniversario della fondazione dell’AIG. L’Ente, nato con atto pubblico è stato costituito con l’intervento, tra gli altri, dei rappresentanti del Ministero dell’Interno, del Commissario straordinario dell’Ente nazionale Industrie Turistiche, della Direzione Generale del Turismo, del Commissario Nazionale Gioventù Italiana, con un apporto economico iniziale da parte dello Stato, come fondo di dotazione.
L’Associazione venne infatti costituita su impulso di un “Comitato Promotore nazionale Alberghi Italiani per la Gioventù”, di cui facevano parte: il Marchese Comm. Renato De Zerbi, in rappresentanza del Sottosegretario di Stato alla Stampa, Turismo e Spettacolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri; il Comm. Avv. Oreste del Porto, in rappresentanza della Direzione Turismo, il prof. Orazio Marinelli, in rappresentanza dell’ENIT, il prof. Tortonese e prof. Candeloro in rappresentanza della Gioventù Italiana, e il dott. Prisinzano in rappresentanza del Ministero della Pubblica Istruzione, oltre all’avv. Maggioni e al giornalista Pessina.
Una “gloria” italiana, senza fini di lucro, che ha operato ininterrottamente per 75 anni a supporto del turismo italiano e straniero, radicata nell’intero territorio nazionale, arrivando ad avere fino a 110 strutture attive, concesse da amministrazioni pubbliche, e “vigilata” fin dalla sua fondazione (tra l’altro con l’erezione ad ente Morale con decreto a firma di Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi, quest’ultimo anche promotore di una legge per il finanziamento dell’Ente) dai Ministeri della Pubblica Istruzione e del Turismo, con nomina di loro rappresentanti in seno agli Organi sociali di AIG.