Tre progetti espositivi che valorizzano il patrimonio di Palazzo Te a Mantova con prestiti prestigiosi da importanti musei italiani e internazionali, capolavori assoluti dell’arte occidentale per raccontare il mito intramontabile della bellezza, dell’amore, del desiderio dal 21 marzo al 12 dicembre 2021
O genitrice degli Eneadi, godimento degli uomini e degli dei,
divina Venere, che sotto i segni mutevoli del cielo
il mare che sostiene le navi e le terre che producono i raccolti
vivifichi, perché grazie a te ogni genere di viventi
viene concepito e giunge a visitare, una volta nato, i lumi del sole.
Lucrezio, De rerum natura
Da dove nasce la forza di Venere? Da dove vengono i suoi poteri capaci, grazie ad Amore e Bellezza, di condizionare i desideri e le azioni degli uomini, di proteggere o tormentare innamorati umani e divini?
Dal 21 marzo 2021, con il progetto VENERE DIVINA. Armonia sulla terra – prodotto e organizzato da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, e promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiBACT e con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana – tre mostre e un programma di eventi cercano di trovare una risposta, esplorando il mito di Venere come rappresentazione del senso di rinascita dall’antichità fino ai tempi moderni.
VENERE DIVINA. Armonia sulla terra si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso, ed è stato ideato da Fondazione Palazzo Te per completare una riflessione sul femminile avviata nel 2018 con la mostra Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra e proseguita nel 2019 con Giulio Romano: Arte e Desiderio. Il progetto si sviluppa in tre momenti espositivi, da una ricognizione sul patrimonio iconografico di Palazzo Te per arrivare a un’ampia riflessione sulla potenza attuale del mito della dea.
Un programma ricco e affascinante che crea incontri con alcuni dei grandi capolavori dell’arte occidentale provenienti da importanti musei europei, dai dipinti di Cranach, Guido Reni, Tiziano e Dosso Dossi a sculture, arazzi e libri.
La prima tappa si apre con Il mito di Venere a Palazzo Te, che dal 21 marzo al 12 dicembre 2021 consente al pubblico di scoprire le oltre 25 rappresentazioni di Venere, tra stucchi e affreschi, presenti nel Palazzo. Un percorso tra miti e favole antiche, raccolto anche in una guida cartacea e multimediale, che si arricchisce con l’esposizione della scultura Venere velata della collezione del Comune di Mantova, appartenuta a Giulio Romano e conservata presso la Galleria dei Mesi a Palazzo Ducale, e dell’arazzo Venere nel giardino con putti, realizzato da tessitori fiamminghi su disegno dello stesso Giulio Romano, di recente ritornato a Mantova grazie a una complessa operazione d’acquisto condotta dalla reggia gonzaghesca, dalla Direzione Generale Musei del MiBACT e con il sostegno di Fondazione Palazzo Te.
Il mito di Venere a Palazzo Te è anche l’occasione per organizzare in primavera un convegno internazionale sul tema di Venere.
Seconda tappa il 22 giugno con l’esposizione Tiziano. Venere che benda Amore, che fino al 5 settembre 2021 porta nelle sale del palazzo mantovano Venere che benda Amore, capolavoro assoluto di Tiziano conservato alla Galleria Borghese di Roma. La tela del maestro cadorino presenta Venere nell’atto di bendare il piccolo Eros appoggiato sul suo grembo, mentre un altro putto, probabilmente Anteros, osserva la scena con aria assorta. Un’opera che si inserisce perfettamente nel progetto VENERE DIVINA e costituisce uno dei vertici della rappresentazione della divinità nel Cinquecento.
In occasione di questa esposizione, nel corso del periodo estivo, l’esedra di Palazzo Te viene ripensata per ospitare momenti performativi e artistici, parte del public program dedicato al tema del mito di Venere.
Ultima tappa del progetto il 12 settembre con la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, a cura di Claudia Cieri Via, che fino al 12 dicembre 2021 indaga le origini del mito e la sua creazione, grazie al recupero cinquecentesco di leggende e di iconografie antiche. L’esposizione dedica parte del percorso alla diffusione del mito nelle corti europee, al legame della divinità con le acque, i giardini e i parchi, e con la bellezza delle donne dell’epoca.
Una sezione viene dedicata anche ai “pericoli” di Venere e al legame di maghe e streghe con il culto della dea. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx.