Non solo tradizione, arte e cultura: protetto dalle solide mura del borgo di Castell’Arquato batte un cuore “green” che ha saputo conciliare armonicamente nei secoli la convivenza tra storia, natura e coltivazione della terra.
L’eredità di questo delicato esercizio di equilibrio è un paese che si è sviluppato oltre i propri confini storici senza però compromettere il circostante e caratteristico paesaggio della Val d’Arda fatto di boschi e colture, per lo più vigneti. La vocazione vitivinicola di Castell’Arquato è infatti così radicata nella storia che uno dei DOC della provincia di Piacenza, il Monterosso Val d’Arda, ha preso il nome dalla collina alle spalle del borgo medievale e oggi (anche se il disciplinare ne contempla la produzione in vari Comuni) è considerato “il vino di Castell’Arquato” per eccellenza. Degustare un calice di questo bianco prodotto con uve di Malvasia di Candia aromatica e Moscato (dal 20 al 50 per cento) oltre a percentuali inferiori di Trebbiano romagnolo, Ortrugo, il raro Bervedino, Sauvignon e altri vitigni minori a bacca bianca è un’ottima occasione per una visita dai ritmi lenti alle cantine del territorio, meglio se intervallata da tonificanti passeggiate tra vigneti e casali. Tante, anche qui, le cantine che da una produzione tradizionale si sono spostate nell’ambito dei vini biologici o naturali con un occhio di riguardo per coloro che cercano nel calice il valore aggiunto del rispetto per l’ambiente.
Il borgo e i suoi dintorni si prestano a passeggiate tematiche incentrate sull’una o sull’altra delle varie anime di questa realtà unica del paesaggio italiano, ripartite dopo lo stop per l’emergenza Covid-19. Il circuito dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli (di cui fa parte la Rocca Viscontea di Castell’Arquato, informazioni sul sito www.castellidelducato.it) è tornato da poco a organizzare iniziative come la “Passeggiata Rosso tramonto” per immergersi sul far della sera, fra vicoli defilati e romantiche scalinate o la “Passeggiata Noir” tra misteri, brividi e leggende come la tragica storia degli amanti Sergio e Laura e quella del “gradino del diavolo”. Una passeggiata lungo il torrente Arda può diventare l’occasione per indossare idealmente i panni del paleontologo e osservare l’inaspettata quantità di fauna fossile lasciata dal mare che tra i 3,5 e i 2,5 milioni di anni fa copriva la Pianura Padana.
Agli appassionati di questo antico passato è consigliata poi un’escursione nelle oasi protette del Parco dello Stirone e del Piacenziano, nato nel 2011 dall’unione del Parco regionale dello Stirone e della Riserva naturale geologica del Piacenziano. Il Parco oggi copre un vasto comprensorio che abbraccia parte del Piacentino e parte della provincia Parmense. Nel Comune di Castell’Arquato sono tre i siti tutelati dall’ente: la zona dell’alveo dell’Arda tra il ponte di Castell’Arquato e San Cassano, i calanchi alle pendici del Monte Giogo lungo la riva sinistra dell’Arda e i calanchi alle pendici di Monte Padovan e Monte Falcone, anch’essi lungo la riva sinistra.
Con un’adeguata attrezzatura trekking e con il doveroso rispetto dovuto a un territorio che ancora custodisce reperti fossili dell’era Terziaria e Quaternaria è possibile compiere escursioni a piedi, a cavallo o in mountain bike. Informazioni dettagliate sui percorsi e le relative mappe, oltre a varie pubblicazioni a carattere scientifico, possono essere richieste all’ente gestore del parco (www.parchidelducato.it). Da abbinare, all’escursione, anche una visita al museo geologico Cortesi (www.museogeologico.it), aperto al pubblico dal 1927 e nel 1990 trasferito nello storico edificio dell’Ospedale Santo Spirito, antico ricovero per i pellegrini in transito sulla Via Francigena per raggiungere Roma.
La principale scelta “green” per visitare il borgo antico di Castell’Arquato, comunque, resta quella di “spegnere il motore” e lasciare l’automobile o la moto parcheggiata nella parte bassa del paese, sulle sponde dell’Arda, per incamminarsi nelle stradine che portano alla parte alta del paese. Senza fretta, per ascoltare meglio il respiro del Borgo. Per gli appassionati delle due ruote, è possibile noleggiare biciclette mountain bike a pedalata assistita, partecipare a tour guidati, programmati o personalizzati su richiesta, con istruttori e guide sportive cicloturistiche formate e certificate dalla Federazione Ciclistica Italiana. I tour hanno temi diversi tra cui l’enogastronomia tipica, la scoperta culturale del territorio ed in generale il turismo esperienziale lento.
Info: info@cabikexperience.it,