Lunedì 29 marzo alle ore 18.30 in diretta sull’evento Facebook di Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck e di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, sarà presentato ACADEMY ROOM un progetto di formazione e ricerca sperimentale nato in collaborazione con gli studenti del terzo anno del Triennio in Pittura e Arti Visive di NABA.
33 giovani artisti, alunni del corso di Allestimento tenuto da Caterina Iaquinta, hanno ideato 27 progetti, ispirati dall’opera e dall’archivio di Pharaildis Van den Broeck, per entrare in contatto con la ricerca dell’artista. Un lavoro individuale e collettivo, i cui risultati sono stati raccolti in un progetto editoriale a cura di Emiliano Biondelli e Ruben Rovati fruibile sia in digitale che in forma cartacea.
ACADEMY ROOM si inserisce in un ampio programma di valorizzazione dell’opera e dell’archivio dell’artista italo-fiamminga che mira a far conoscere la sua opera e la sua storia anche tra le generazioni più giovani, a sviluppare nuove metodologie di ricerca e studio in un archivio d’artista e, infine, ad attualizzare la portata culturale del suo esempio.
Il progetto formativo si è concentrato sulla struttura dell’archivio atelier, spazio fisico e contenitore di opere ma anche luogo di lavoro, di ricerca e scoperta continua.
Gli studenti si sono lasciati ispirare dalla figura enigmatica e fuori dal sistema di Pharaildis Van den Broeck entrando in contatto con il suo lavoro, elaborando intorno ad esso nuove soluzioni per lo spazio in cui è conservato, per i sistemi di archiviazione e catalogazione ma anche sviluppando nuovi possibili stimoli allo studio della sua opera.
Ogni studente ha lavorato singolarmente partendo dalle linee guida fornite dalla docente Caterina Iaquinta e dalla curatrice dell’archivio Barbara Garatti.
Per primo è stato considerato lo spazio, ovvero il luogo in cui oggi ha sede l’archivio e dove sono conservati i lavori dell’artista, la sua biblioteca e materiali afferenti, ma che fu prima l’atelier in cui l’artista trascorse la maggior parte del suo tempo. Successivamente è stato dedicato un focus all’attitudine alla serialità, tipica del lavoro di Van den Broeck, che sottopone l’oggetto della sua rappresentazione a un continuo e ripetuto processo di riproduzione e riconfigurazione. Infine è stata individuata una terza cifra distintiva della poetica di Van den Broeck, ossia la performatività che sottende a due grandi passioni dell’artista: la moda, settore nel quale ha lavorato per molti anni, e lo sport, inteso come evento mediatico e rituale.
“Nel suo modo accogliente di tempestare di cipolla ogni cosa ma mai troppo codificato da porre limiti di riflessione [Pharailids Van den Broeck] è riuscita a stimolare un interesse quasi necessario per quest’oggetto – scrive Lilly Zelano, una delle studentesse parte del progetto – Mi è molto piaciuto questo pensare collettivo alla stessa cosa, sicuramente tutti insieme abbiamo causato una qualche piccola vibrazione alla figura archetipica della cipolla”
Hanno partecipato: Chiara Armento, Gaia Baldan, Federica Barranco, Claudia Basini, Nicola Bianco, Matilde Bica, Marco Brombal, Martina Buemi, Luca Celé, Emil Cottino, Francesca Dalpi, Luca De Palma, Selene Ernst, Marta Gradenigo, Yijing Li, Elena Marcon, Lorenzo Milone, Federico Pellacani, Anna Laura Piana, Aida Portuesi, Francesca Romeo, Nicoletta Santoro, Giovanni Serralunga, Nicolò Soligo, Andrea Speranza, Katherine Teran, Matilde Villa, Marika Vitrani, Michelle Ucci, Iris Volpato, Isabella Zanon e Lilly Zelano.