Anche l’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ha scelto, proprio oggi che in Italia si celebra il Dantedì, di ricordare la figura di Dante Alighieri nell’anno a lui dedicato. Quello che è considerato da molti il padre della letteratura italiana incrociò più volte, seppur solo sulla carta, non venendovi mai di persona, la Terra Santa, lasciandoci in eredità ancora oggi molti spunti e chiavi di lettura sulla Gerusalemme di allora e sul suo magistrale disegno della vita ultraterrena.
Il rapporto tra Dante, Terra Santa e, come dimostrato anche dagli studi degli ultimi anni, con la Lingua Ebraica, è infatti profondo e complesso, con diversi riferimenti nella Divina Commedia e numerosi topoi letterari e simbolici sui quali ancora oggi filologi e studiosi si interrogano. Evidente è il rapporto che Dante ebbe con la città di Gerusalemme pur non essendoi mai stato personalmente.
È proprio nel cuore della Città Santa, infatti, che Dante colloca la porta per l’aldilà, oltre la quale comincia la sua lunga e immaginifica scalata dall’Inferno al cielo stellato. Gerusalemme è al centro dunque della sua narrazione, sia nella sua versione terrena che in quella più “elevata”, la “Gerusalemme dei cieli” che Dante e molti dopo di lui hanno identificato come il Paradiso cristiano.
Sono numerosi i luoghi di Gerusalemme che oggi possiamo, grazie all’incrocio tra il vastissimo sapere dantesco e i racconti della tradizione ebraica, indicare come “luoghi di Dante” a tutti gli effetti. Dalla Valle del Cedro, il luogo dove i testi sacri dell’ebraismo collocavano il luogo di espiazione dei peccati commessi in vita (analogamente all’Inferno della Commedia), fino al Tempio, la cui distruzione è menzionata in un passaggio del Purgatorio .
Non mancano poi le menzioni dirette alla Città Santa, come in Paradiso XXV, dove si usa espressamente la parola Gerusalemme per indicare il Paradiso.
Già era ‘l sole a l’orizzonte giunto /lo cui meridïan cerchio coverchia /Ierusalèm col suo più alto punto (Purgatorio, Canto II) è invece un riferimento decisamente più terreno: allude alla credenza dell’epoca per cui Gerusalemme fosse al centro del mondo e il Sole, nel compiere il suo cammino da Est verso Ovest, vi passasse esattamente sopra. Ve ne sono poi numerose altre che solo chi ha dedicato la propria vita allo studio della Commedia può cogliere a pieno.
“Festeggiare un patrimonio italiano come Dante è doveroso, non solo per l’inestimabile impatto che la sua opera ha avuto sulle arti, ma anche e soprattutto visto il suo speciale rapporto con la Terra Santa, in particolare con Gerusalemme” – afferma Kalanit Goren Perry, Direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo. “Ricordare la sua figura a 700 anni dalla sua scomparsa, proprio nel giorno a lui dedicato, vuole essere innanzitutto un tributo alla sua enorme figura, ma anche un’opportunità per tornare a parlare di Gerusalemme e di Israele come luogo profondamente spirituale e culturale, nella speranza di poter presto riaccogliere i visitatori italiani nei siti della tradizione cristiana e dantesca”.
Per celebrare Dante Alighieri nell’anno a lui dedicato, l’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo ha inoltre lanciato una speciale campagna correddandola di un concorso sulla sua pagina Facebook “Visitate Israele”. Utenti della rete e appassionati di Facebook.. e di Dante saranno invitati a ricondividere sui loro profili un loro significativo ricordo di Gerusalemme, città simbolica per l’opera di Dante, con l’hashtag #conDanteaGerusalemme2021.
L’intento dell’Ente è quello di avviare un’attività che durerà per tutto il 2021 dove, con la complicità di Dante e del suo viaggio virtuale, si inviteranno tutti i potenziali viaggiatori a scoprire la bellezza e la cultura di Israele e di Gerusalemme, l’eccellenza di una città la cui luce, il cui tramonto, fanno da eco alle celeberrime parole di Sordello nel Purgatorio.
E molte saranno le sorprese e gli eventi che verranno dedicate a Dante dall”Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo.