Gli operatori del settore alberghiero scrivono al Premier Draghi
A metà aprile siamo ancora in attesa di un’indicazione certa sulla data delle riaperture, una condizione insostenibile soprattutto se pensiamo al turismo internazionale che il green pass dovrebbe riattivare a giugno.
Le notizie in circolazione nei giorni passati ci hanno mostrato una fase piena ancora di incertezze, una sorta di toto calendario che genera ancora più preoccupazione tra gli operatori del settore. Dall’impossibilità di fornire un momento preciso per ripartire si passa all’eventualità nel mese maggio o forse entro il 2 giugno.
All’incertezza generale sul quando, si aggiunge l’altro grosso punto di domanda relativo alle modalità con le quali si potrà tornare ad operare sul mercato.
Una condizione di stallo, in una crisi senza precedenti, che ha indotto le aziende di Confindustria Alberghi a scrivere una lettera al Presidente Draghi sottolineando l’importanza di intervenire subito su tre direttrici fondamentali: programmazione per le ripartenze, sostegni ad hoc per il settore e ripatrimonializzazione delle imprese.
Le limitazioni alla libera circolazione delle persone hanno di fatto bloccato le attività alberghiere determinando perdite di fatturato nell’ordine dell’80% ed oltre, in particolare per le aziende vocate al turismo internazionale.
La recente analisi del Centro Studi Confindustria ha calcolato che ben 3 dei punti persi dal nostro PIL derivano dal crollo del turismo in Italia con particolare riferimento all’azzeramento dei flussi provenienti dall’estero.
Comprendiamo la complessità del momento e le difficoltà di trovare risposte adeguate ad una condizione di assoluta straordinarietà, ma è indispensabile intervenire ora su tre direttrici – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Se si vuole salvaguardare il comparto ed evitare che la crisi covid si trasformi in una crisi strutturale occorre identificare una data certa e le modalità per programmare le attività. Non possiamo aspettare giugno per sapere cosa potrà fare in Italia chi avrà il green pass. Siamo già fortemente in ritardo rispetto ai nostri competitor e se non si interviene oggi rischiamo di dirottare clientela internazionale e la componente domestica verso altre destinazioni.
Nella lettera abbiamo sottolineato quanto tutte le aziende, grandi e piccole, necessitino di interventi proporzionali alle perdite subite, senza escludere o penalizzare quelle realtà che con fatica negli anni sono riuscite a crescere e che costituiscono la parte più rilevante dell’occupazione.
L’Italia tornerà ad essere attrattiva e ad accogliere turisti da ogni parte del mondo ma certamente questo nell’immediato arresterà l’emorragia, ma non permette di recuperare il pregresso. Per questo tra le nostre richieste c’è anche quella di prevedere un pacchetto di interventi volti a sostenere la patrimonializzazione delle imprese con un allungamento dei finanziamenti e delle garanzie agevolate e strumenti di finanza alternativa come bond o basket bond.
E poi ancora un percorso di accompagnamento verso la normalità con interventi temporanei di riduzione delle pressione fiscale e misure di decontribuzione per il lavoro.
Un percorso di misure per recuperare l’equilibrio economico sostenendo anche gli investimenti che saranno programmati nei prossimi anni per non perdere la competitività del nostro sistema turistico.
Nella consapevolezza che dalle scelte di queste settimane si determinerà il futuro dell’Italia chiediamo che tra le soluzioni adottate l’industria alberghiera ed il turismo trovino lo spazio adeguato. Vogliamo vengano garantite la salvaguardia del patrimonio di imprese e lavoratori ed il rilancio. Vogliamo poter tornare a contribuire in modo importante alla crescita economica e culturale del Paese – conclude la Vice Presidente Colaiacovo.