La parola, nata dall’unione di Work e Vacation apre a nuovi scenari che l’Ente del Turismo di Barcellona ha voluto cogliere e con il sostegno del Consiglio provinciale, ha lanciato il il progetto rivolto alla nuova tipologia di “turista” nato nel 2020: lo smartworker. Il Covid ha cambiato il modo di lavorare, lo smartworking è diventato protagonista del panorama professionale italiano, concedendo a qualsiasi luogo con una connessione il rango di ufficio.
Secondo una recente ricerca ISTAT il 90% delle grandi imprese italiane ha introdotto o esteso lo smartworking a causa della pandemia e, dopo averlo fatto e aver notato produttività e soddisfazione dei lavoratori, l’88% dei manager conta di mantenere quantomeno un sistema ibrido anche alla fine dell’emergenza.
L’idea è nata da una ricerca condotta dall’Ente del Turismo sui principali mercati turistici esteri, elaborata con lo scopo principale di ottenere informazioni su questa tendenza in crescita in un mercato ad alto potenziale. Le conclusioni sono che il Workation oggi è un desiderio sempre più reale: chi lavora da remoto fa parte di un gruppo sociale che combina tempo libero/lavoro e “viaggiare” è diventato l’obiettivo principale. Prima della pandemia il 25% del mercato turistico di Barcellona era composto da smartworkers, ora è quasi il 70%, con una tendenza in crescita. Il 77% di questi lavoratori vorrebbe cambiare residenza anche solo temporaneamente, spostandosi in un paese estero, con l’84% che lo ritiene da subito fattibile.
Tra gli elementi che influenzano la scelta della nuova casa all’estero ci sono: l’essere facilmente raggiungibili e connessi, l’assicurazione medica e i prezzi delle abitazioni. Subito dopo la scelta cade sulle attività culturali e sulla possibilità di imparare le lingue. Un terzo gruppo di priorità sono le attività all’aperto, il clima e la mobilità.
È fondamentale quindi creare le circostanze appropriate per rendere facile lo spostamento, requisiti essenziali che rendano la destinazione immediatamente accogliente e reale la possibilità.
Per rispondere a queste esigenze il progetto Barcellona Workation promuoverà Barcellona e dintorni come destinazione ideale per diventare temporaneamente luogo in cui lavorare da remoto e si baserà su quattro colonne portanti: Alloggio, Assicurazione medica, Barcellona Workation Card. Una carta speciale per accedere a 25 musei a Barcellona, Accordi speciali con Club e Enti sportivi, co-working, trasporti.
L’obiettivo è coinvolgere tutte le nuove figure dei “nomadi digitali”, imprenditori, dirigenti, freelance, professionisti che vogliono e possono permettersi di vivere un’esperienza lavorativa all’estero, includendo anche le famiglie che desiderano una nuova esperienza per sé e i figli in un paese straniero. Persone con uno stile di vita particolare motivato dalla flessibilità di movimento, ma con specifiche esigenze tecniche come una connessione ad alta velocità, infrastrutture attrezzate e la possibilità di istituire una rete di contatti nella destinazione.
La scelta, quando si aderisce al Barcellona Workation, si basa su una doppia opzione: si può scegliere un’Esperienza rurale o vicino al mare oppure un’Esperienza urbana proprio in città.
Racchiuso nello slogan “Sposta la tua scrivania. Cambia la tua vita” e l’’hashtag #WorkfromBarcelona, l’Ente del Turismo de Barcellona inizierà a sviluppare un segmento strategico secondo le nuove tendenze del mercato, seguendo la stagionalità, aiutando l’occupazione alberghiera e riattivando l’economia grazie ad un visitatore che diventerà cittadino.
“Barcellona ha i requisiti essenziali per essere una destinazione tailor made per chi vuole lavorare da remoto” ha affermato Marian Muro, Direttrice Generale di Turisme di Barcelona. “C’è un target, c’è un prodotto e abbiamo una destinazione che cerca questo tipo di turista”.