Portfolio Italia – Gran Premio FUJIFILM

Portfolio Italia – Gran Premio FUJIFILM

Maria Cristina Comparato – Della presenza – OLYMPUS DIGITAL CAMERA

La FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, associazione senza fini di lucro che si prefigge lo scopo di divulgare e sostenere la fotografia su tutto il territorio nazionale, annuncia che Maria Cristina Comparato con il progetto “Della presenza” è la vincitrice dell’edizione 2020 di “Portfolio Italia – Gran Premio FUJIFILM”. Al secondo posto ex aequo sono stati premiati “Ruggine” di Francesca Artoni e “Lassù” di Beniamino Pisati.

La proclamazione del vincitore è avvenuta sabato 15 maggio con una cerimonia online, poiché la consueta celebrazione che si tiene a fine novembre presso l’ottocentesco Teatro Dovizi di Bibbiena (AR) non si è potuta organizzare. Nel corso dell’evento è stata anche inaugurata presso il CIFA – Centro Italiano della Fotografia d’Autore (Via delle Monache 2, Bibbiena) la mostra con il portfolio vincitore e con tutti i finalisti delle 10 tappe della manifestazione (fino al 6 giugno 2021).

Sempre nel corso della cerimonia di premiazione è stata presentata la XVIII edizione di “Portfolio Italia – Gran Premio FUJIFILM”, promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che prenderà il via il prossimo 29 maggio a Caorle (VE).

Con la proclamazione del vincitore di Portfolio Italia 2020 si è conclusa un’edizione della manifestazione che, seppure svolta in parte online a causa della pandemia, ha fatto registrare numeri record con 882 autori partecipanti, oltre il 20% in più rispetto al 2019, e 1807 letture svolte, ad ulteriore dimostrazione del fatto che “Portfolio Italia” è un importante punto di riferimento per tutti gli appassionati di fotografia, siano essi fotografi amatoriali o professionisti, oltre che riconosciuto e apprezzato momento di confronto e miglioramento che ha aperto la strada a nuovi talenti della fotografia italiana.

Il lavoro vincitore, “Della presenza” di Maria Cristina Comparato, è un portfolio composto da 11 immagini a colori realizzate nel 2020. Con la segreta azione introspettiva dell’autoscatto l’autrice riflette sulla propria condizione dopo la diagnosi di una malattia, già in stadio avanzato, che conduce inevitabilmente a una serie di mutamenti, non necessariamente evidenti, che mettono in discussione la propria presenza nel mondo. Da questo processo creativo è generata una sequenza d’immagini concettuali, essenzialmente simboliche, che si succedono in sala di posa con lo stesso fondale: l’orizzonte chiuso tra il profilo di candide lenzuola e un muro chiaro liscio ma invalicabile. Questo spazio simbolico senza cielo, racchiuso nella limitatezza di un letto, ci fornisce gli elementi per comprendere il particolare stato d’animo di chi è privato della serenità per guardare al domani, perché ammalato. Col titolo “Della presenza” l’autrice declina la lettura dell’opera verso il dramma esistenziale di una giovinezza ferita da una patologia invalidante, anche nella sfera più intima. Nella sequenza fotografica il suo giovane corpo è la voce narrante del proprio vissuto che, con la delicatezza di un confidenziale “guarda qui…”, mostra i segni dell’invasiva azione di cura. Queste immagini, con la scelta della condivisione, attivano la trasfigurazione artistica e il suo corpo provato diventa il corpo di ogni donna che ha vissuto la medesima esperienza. Dopo l’oggettività della documentazione medica – con la diagnostica, i medicinali e gli strumenti di cura – la narrazione dal corpo si orienta verso la paura e l’angoscia di un futuro incerto: la similitudine del ramoscello ingiallito e poi… la scena vuota. L’occhio attonito rivolto all’ignoto, chiude l’opera. La sua forza espressiva ci mostra i segni di una energia morale enorme che l’autrice ha messo in campo per contrastare la deriva depressiva, fatalmente indotta dagli eventi, e trovare le ragioni per una nuova visione del proprio domani.

Al secondo posto ex aequo “Ruggine” di Francesca Artoni e “Lassù” di Beniamino Pisati.

Francesca Artoni – Ruggine – 01

“Ruggine” di Francesca Artoni, portfolio composto da 16 immagini a colori realizzate nel 2020, è un reportage che ci conduce diritti nel territorio della post- fotografia, nel caso specifico in quella pratica autoriale che prevede l’utilizzo in chiave critica di immagini di repertorio. “Ruggine” riannoda fatti, collega episodi, si interroga – e ci interroga – se l’osservazione delle fotografie produca ancora una risonanza emotiva oppure se anche il “meccanismo” dell’empatia sia corroso e reso inservibile da un invisibile ma presente strato di ruggine. Se da un lato queste fotografie ci assalgono con l’interezza del dramma infiammando la nostra partecipazione, dall’altro innalzano inevitabilmente l’asticella dell’indignazione, per cui, per manifestare il nostro sdegno, abbiamo bisogno di immagini sempre più forti. “Ruggine” non partecipa a questo agonismo. L’obiettivo di Francesca Artoni è più concentrato a intessere un rapporto tra Storia e individuo tra ricadute collettive e personali, cercando di comprendere se lo sguardo rugginoso con cui ci apprestiamo a vedere gli avvenimenti del mondo sia sempre esistito o se la ruggine si è inspessita alla luce di eventi nuovi. Questa è la materia che interessa la fotografa. E altrettanto materiche sono le sue fotografie. Così cosparse d’un velo di ruggine, le fotografie stabiliscono un valore filologico tra immagine e contenuto che suona come un ammonimento o, se vogliamo, una barra con cui seguire la rotta dei contenuti.

Beniamino Pisati – Lassù

“Lassù” di Beniamino Pisati è un portfolio composto da 18 immagini in bianco e nero realizzate fra il 2009 e il 2020. Un decennio di lavoro sul ben radicato fenomeno della pastorizia in quella terra di Valtellina, tradizionalmente legata al proprio mondo rurale. Il fotografo durante il lavoro ha conosciuto e condiviso vita con decine di alpeggiatori, persone di sorprendente impegno la cui affezione e frequentazione si è spinta oltre alla necessità del lavoro documentario. Da un punto di vista semantico, le immagini del fotografo richiamano gli stilemi del reportage classico, ma in ognuna vi sono più livelli di lettura. Ciò grazie al complesso ma delicato utilizzo di piani immagine in cui primo piano, soggetto e sfondo alternano la propria funzione. Così come l’apparentemente casuale accostamento di elementi fisici contiene ben precisi significati. Per tali ragioni anche i singoli fotogrammi non riducono il proprio valore intrinseco, attestando questa operazione come una eccellente opera documentaria

Il fotografo vincitore ha ricevuto quale riconoscimento finalizzato al prosieguo della sua attività fotografica 1.500 euro. Gli autori degli altri due portfolio secondi classificati, giudicati ex aequo, hanno ricevuto – per le stesse finalità – 500 euro cadauno.

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