Due teatri, al centro il tema della giustizia tra attualità, con parole del Ministro Marta Cartabia e mito, Le Eumenidi da vendetta a logos
Il bisogno di modelli, per ritessere il rapporto di fiducia fra la giustizia e i cittadini, oggi tanto compromesso. Il bisogno di prospettiva per riconoscere la complessità di ogni vicenda umana, mai univoca, che non può farsi schiacciare solo dal dibattito sull’attualità. La necessità di dire una parola di giustizia che sappia riconoscere il passato (e le sue ferite ancora aperte, a partire dagli anni di piombo) e tendere un ponte al futuro delle riforme. Su questi temi Nicoletta Polla-Mattiot del Sole 24 Ore ha condotto il dibattito fra il ministro della giustizia Marta Cartabia e la storica Benedetta Tobagi nel contesto di Taobuk, il festival di Taormina. Filo conduttore il mito e la tragedia di Eschilo che segna il passaggio dalla giustizia come vendetta all’istituzione del Tribunale e la giustizia come logos: le Eumenidi.
E proprio in un altro teatro greco, poco lontano da quello di Taormina, il Teatro di Siracusa, le Eumenidi andranno in scena, a partire dal 3 luglio, con la regia di Davide Livermore, con la riapertura tanto attesa degli spettacoli dal vivo( www.indafondazione.org)
“Tanto stiamo facendo su mille fronti, diversi cantieri delle riforme che sono enormi per vastità di materie. Tratteremo l’ordinamento giudiziario, il consiglio superiore della magistratura, cambieremo tutto ciò che si deve cambiare sulle sanzioni disciplinari, sistemi elettorali, progressioni di carriera, ma siamo consapevoli che tutto ciò che verrà fatto non basterà. Perché c’è bisogno di qualcosa che va oltre la cornice normativa di come si svolge la funzione giurisdizionale”, ha detto al Palazzo dei Congressi di Taormina il ministra della giustizia. “Mi colpisce – ha affermato Cartabia – che proprio in questo momento di crisi di credibilità e fiducia nella magistratura si cerchino degli esempi, come quello di Livatino, c’è un desiderio di alzare lo sguardo e di identificarsi in qualcosa di nobile e alto. Ritengo che un aiuto enorme in questo complesso lavoro di ricostruzione della giustizia debba passare anche dal portare in evidenza i tanti ‘Livatino, i tanti giudici magari non eroici come lui, i tanti giudici che in Italia svolgono una funzione nascosta in modo dedito, con disciplina ed onore e vengono travolti dai fatti più clamorosi che troppo spesso dobbiamo guardare. Un aiuto da parte dei mezzi di comunicazione nel far emergere questi esempi può aiutare” .
Una giustizia dal volto umano è anche una giustizia che non smette di cercare la verità anche a distanza di anni. Anche se gli anni sono 40, 50. A questo ha richiamato la storica dello stragismo degli anni Settanta Benedetta Tobagi, ribadendo che ” è necessario rivisitare quei fatti. Per le vittime, per chi ancora attende la verità e per dare il giusto valore al frutto degli sforzi di chi ha lavorato dentro e fuori dalle aule. La chiarezza massima è una forma di giustizia, di accertamento delle responsabilità”.