Con la “Lezione D’Autore di Feltrinelli Education” attraverso un intreccio narrativo tra la storia, la geografia e la letteratura il critico e storico dell’arte Giovanni Agosti ci accompagna all’esplorazione della cultura figurativa di una regione italiana non tradizionalmente associata all’arte che si rivela lo scrigno di grandi eccellenze artistiche tutte da scoprire.
La ricostruzione della storia figurativa italiana tenendo conto delle caratteristiche geografiche, storiche e artistiche significa raccontare una storia più vera del nostro Paese. Il grande critico e storico dell’arte Giovanni Agosti nella sua Lezione d’Autore dal titolo Viaggi nell’arte: dai piccoli borghi ai grandi capolavori, ci invita a scostarci dai percorsi classici dell’asse Venezia-Firenze-Roma-Napoli e ci accompagna nell’esplorazione della geografia, della storia e della cultura di una regione troppo spesso sottovalutata dal punto di vista artistico: la Lombardia. Un territorio ricco di centri, grandi e piccoli, con immensi tesori artistici, i cui confini geografici sono costantemente mobili, così come i confini della lingua figurativa e lo stile, che non coincidono con quelli amministrativi attuali.
“La Lombardia, in testa al PIL italiano, è contemporaneamente una regione profondamente rilevante per quelle che sono le caratteristiche espressive della storia nazionale. Non c’è nessun revanchismo o implicazione di natura politica. C’è l’idea che la partita dell’arte italiana non si giochi soltanto nel club che la storiografia di più secoli che ci hanno preceduto, aveva stabilito” dichiara Giovanni Agosti, storico e critico dell’arte italiano.
Il libro “Geografia e storia della letteratura italiana” di Carlo Dionisotti ha cambiato l’approccio alla storia del nostro Paese, perché cerca di restituire un disegno più profondo e veritiero dell’Italia e della sua letteratura, ma, implicitamente, anche della sua storia dell’arte. Dall’analisi delle carte geografiche risaliamo infatti al legame tra storia e geografia, un intreccio senza fine che aiuta a comprendere anche la letteratura e la nostra cultura in generale. La guida del critico trasforma l’ascoltatore in una specie di piccolo investigatore che gira paesi e città per guardare con occhi nuovi le opere, rivelando i messaggi che dall’artista vengono consegnati a chi lo osserva e cercando di definire i tratti tipici dell’arte figurativa lombarda.
Si scopre dunque una regione in cui la propensione suntuaria e il gusto per lo sfarzo e la ricchezza sono espressi nell’esibizione di fondi dorati, che caratterizzeranno a lungo l’arte lombarda quasi come se fosse un carattere genetico di queste terre e che si individuano in numerose opere, come il Polittico di San Martino, di Butinone e Zenale a Treviglio o il Trittico dell’Annunciazione di Carlo Braccesco, artista milanese vissuto nella seconda metà del 400 e noto soprattutto in Liguria. Il contraltare di tale opulenza ed esaltazione del lusso si ritrova nella forte propensione realistica, uno spaccato di vita popolare anche nei suoi aspetti più feriali, ben visibili nelle opere di Giacomo Ceruti “Incontro nel Bosco” e “Portarolo seduto con cesta a tracolla, uova e pollame” conservate rispettivamente alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia e alla Pinacoteca di Milano. Ma la persona che ci restituisce una mappa più completa e variegata dell’arte italiana è Roberto Longhi, uno dei più grandi storici dell’arte del nostro Paese, a cui si attribuisce il rilancio e la riproposta in grande stile della Lombardia dentro l’arte occidentale. Una scelta dei suoi testi – Longhi è stato anche uno dei grandi scrittori del Novecento – si può leggere nell’antologia, comparsa nei Meridiani e curata da Gianfranco Contini, a lui dedicata “LONGHI Da Cimabue a Morandi”. L’eroe massimo della sua storia è Caravaggio, artista proprio di origini lombarde, a cui dedica nel 1951 a Milano una mostra, dove descrive e valorizza le opere di Caravaggio, affermando come questi non perse mai la connotazione “lombarda”.
L’altro alfiere del 900 a cui Milano tanto deve, è Giovanni Testori, una presenza complessa dentro al corpo della cultura italiana del secolo passato.
Scrittore, giornalista, poeta, critico d’arte, drammaturgo, sceneggiatore e pittore, penetra nella sua Milano e ci regala “I Segreti di Milano”, una commedia umana ambientata nella periferia milanese in cui lo sport può essere una via d’uscita dalla povertà. Proprio dai racconti de “La Gilda del Mac Mahon” e “Il Ponte della Ghisolfa” di Testori , viene tratto il film di Luchino Visconti “Rocco e i Suoi Fratelli”.
Ne “Il gran teatro montano” Testori si impegna in una riproposizione attualizzata critica emotiva e non solo devozionale del fenomeno figurativo religioso tipico lombardo-piemontese, che sono i Sacri Monti, sulle cui cime si trovano cappelle con pitture e sculture in grado di ricreare veri e propri palcoscenici teatrali, sminuiti a lungo dalla storia dell’arte internazionale, ma considerati da Longhi e da Testori luoghi in cui si gioca una partita importantissima per l’espressione figurativa. Ancora oggi rimane la migliore introduzione a chi voglia avvicinarsi al Sacro Monte di Varallo, luogo unico del nostro paese, allora Stato di Milano, oggi in provincia di Vercelli.
Nella produzione artistica lombarda, Giovanni Agosti ci esorta a scoprire anche una tensione verso la tradizione classica, presentandoci lo scultore Agostino Busti, detto il Bambaia, operoso al principio del ‘500 e che lavorò per il Duomo di Milano. Un’attenzione al virtuosismo della materia che si contrappone alla cultura polimaterica dei Sacri Monti. Uno dei grandi alfieri del Bambaia è Giuseppe Bossi, artista neoclassico originario di Busto Arsizio appassionato della tradizione figurativa delle sue terre e i cui dipinti più conosciuti sono conservati nella Pinacoteca di Brera di Milano.
Il viaggio si conclude con una riflessione e un’analisi del contesto lombardo in cui nasce “Il Cenacolo Vinciano”, il dipinto murale realizzato da Leonardo da Vinci a fine Quattrocento per il refettorio della chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie a Milano, di cui possiamo osservare ancora l’inestimabile bellezza grazie al prezioso contributo della restauratrice italiana Pinin Brambilla.
“Le persone spesso preferiscono altre forme, le scorciatoie di un gergo banalmente storico stilistico, alla fatica di imparare a memoria nomi, date località. Invece la storia dell’arte non serve astrattamente, serve a capire che cosa ci faccio qui. Se uno scava, capisce chi è, che posto occupa nella storia e se può cercare di migliorare la situazione e rendere gli altri più consapevoli e meno subalterni al potere” commenta Giovanni Agosti, storico e critico dell’arte italiano.
Lezione d’Autore – una cattedra dei sogni per tutti coloro che, appassionati di libri e di lettura, accettano la mutazione genetica dei tempi e si affidano al video per scoprire, attraverso i talenti della scrittura e della letteratura contemporanei, qualcosa di più di se stessi. Lanciate a novembre 2020, le Lezioni d’Autore trattano i temi dell’arte, della storia e della letteratura attraverso cicli di tre videolezioni della durata di 35 minuti ciascuna tenute da autori selezionati da Feltrinelli Education che ci consentono di apprendere tantissime indiscrezioni sulle nostre passioni e di vivere lo scorrere dei tempi con un mix di cultura e di divertimento.
Sono già disponibili le Lezioni d’Autore di: Alessandro Baricco, Eva Cantarella, Simonetta Agnello Hornby, Telmo Pievani, Gad Lerner, Filippo Ceccarelli, Carlo Greppi e Oliviero Toscani. Per tutte le informazioni sulle Lezioni d’Autore è disponibile il sito: feltrinellieducation.it/lezioni-d-autore