L’Associazione Rigenerazione Culturale Apsin collaborazione con le guide turistiche di Cuneo e col patrocinio di Cônitours, propongono tre incontri d’arte alla scoperta dei tesori pubblici nella città di Cuneo, curato dall’artista Domenico Olivero. Con una scadenza mensile prenderanno avvio tre dialoghi negli spazi pubblici sulle opere d’arte più importanti presenti sul territorio urbano. L’evento gratuito è realizzato per associati e simpatizzanti e per tutti gli appassionati di arte e si svolgerà nei prossimi tre mesi.
Il primo appuntamento sarà Venerdì 16 Luglio alle ore 18,30 presso il monumento al matematico Giuseppe Peano, in Corso G.Marconi n.1, realizzato dall’artista cuneese Dario Ghibaudo, ora residente a Milano, posto all’ingresso est della città, una moderna e molto ben integrata scultura artistica.
Seguiranno poi altri due appuntamenti, uno sullo storico Monumento alla Resistenza del celebre scultore torinese Umberto Mastroianni a fine Agosto e l’ultimo incontro, a metà Settembre, sul recente murales realizzato da Iena Cruz, street art di fama internazionale, presso l’Istituto Comprensivo ‘Cuneo Oltrestura’ di Madonna dell’Olmo voluto dalla Fondazione Crc per il bando “Distruzione”.
Come Rigenerazione – sottolinea il presidente Pietro Carluzzo – vogliamo valorizzare la città da un punto di vista culturale. Per questo motivo, si è deciso di proporre il progetto “I tesori più belli nelle strade di Cuneo”, in collaborazione con le guide turistiche di Cuneo e con il patrocinio di Conitours, che ci porterà alla scoperta culturale e artistica delle opere e degli spazi più suggestivi e caratteristici. Questi incontri, con cadenza mensile, vogliono essere un primo step per sensibilizzare la cittadinanza verso il potenziale artistico e culturale che il nostro capoluogo offre.
Promotore del Monumento “Curva di Peano”, Robarto Baravalle che si è fatto attore per avviare tutto il concorso che ebbe una quarantina di progetti, tra cui fu selezionato quello di Dario Ghibaudo. nella giuria Francesco Poli, Ida Isoardi, M Odiffredi. Usata pietra di Viterbo con il supporto dalla Cassa Rurale di Boves.
Una curva di Peano è una curva parametrizzata da una funzione continua dall’intervallo [0, 1] al quadrato Q.
La curva piana viene intuitivamente vista come un oggetto monodimensionale su un piano bidimensionale, incapace quindi di riempirlo. La curva di Peano, in maniera controintuitiva, è altresì capace di riempire uno spazio delimitato quale è un quadrato. In altri termini la funzione f che la definisce è suriettiva.
Sei iterazioni della costruzione della curva di Hilbert, un esempio di curva di Peano costruita da David Hilbert
Una curva di Peano è costruita generalmente come limite di una successione di curve. L’esempio costruito dal matematico David Hilbert, mostra i primi sei passi di questa costruzione: la curva di Peano è la curva che si ottiene all'”infinitesimo passo”. Si può dimostrare che una tale “curva limite” esiste come funzione, è effettivamente continua e ricopre l’intero quadrato.
Con questi esempi si possono costruire facilmente curve che riempiono spazi ancora più grandi, come ad esempio il cubo, oppure curve definite sull’intervallo aperto (0, 1) che riempiono interamente un qualsiasi spazio euclideo di dimensione arbitraria.
Giuseppe Peano (Spinetta di Cuneo, 27 agosto 1858 – Cavoretto, 20 aprile 1932) è stato un matematico, logico e glottoteta italiano. Fu l’ideatore del latino sine flexione, una lingua ausiliaria internazionale derivata dalla semplificazione del latino classico.
Giuseppe Peano nacque il 27 agosto 1858 in una modesta fattoria chiamata “Tetto Galant” presso la frazione di Spinetta di Cuneo. Fu il secondogenito di Bartolomeo Peano e Rosa Cavallo; sette anni prima era nato il fratello maggiore Michele e successivamente nacquero Francesco, Bartolomeo e la sorella Rosa. Dopo un inizio estremamente difficile (doveva ogni mattina fare svariati chilometri prima di raggiungere la scuola), la famiglia si trasferì a Cuneo. Il fratello della madre, Giuseppe Michele Cavallo, accortosi delle sue notevoli capacità intellettive, lo invitò a raggiungerlo a Torino, dove continuò i suoi studi presso il Liceo classico Cavour. Assistente di Angelo Genocchi all’Università di Torino, divenne professore di calcolo infinitesimale presso lo stesso ateneo a partire dal 1890.[1]
Vittima della sua stessa eccentricità, che lo portava ad insegnare logica in un corso di calcolo infinitesimale, fu più volte allontanato dall’insegnamento a dispetto della sua fama internazionale, perché “più di una volta, perduto dietro ai suoi calcoli, [..] dimenticò di presentarsi alle sessioni di esame”[2].
Ricordi del grande matematico (e non solo della vita familiare) sono raccontati con grazia e ammirazione nel romanzo biografico Una giovinezza inventata della pronipote Lalla Romano, scrittrice e poetessa.
Il 24 dicembre 1885 aderì alla massoneria, iniziato nella loggia Dante Alighieri di Torino guidata dal socialista Giovanni Lerda.[3] Morì nella sua casa di campagna a Cavoretto, presso Torino, per un attacco di cuore che lo colse nella notte.
Il matematico piemontese fu capostipite di una scuola di matematici italiani, tra i quali possiamo annoverare Giovanni Vailati, Filiberto Castellano, Cesare Burali-Forti, Alessandro Padoa, Giovanni Vacca, Mario Pieri e Tommaso Boggio.[4]
Peano precisò la definizione del limite superiore e fornì il primo esempio di una curva che riempie una superficie (la cosiddetta “curva di Peano“, uno dei primi esempi di frattale), mettendo così in evidenza come la definizione di curva allora vigente non fosse conforme a quanto intuitivamente si intende per curva.
Da questo lavoro partì la revisione del concetto di curva, che fu ridefinito da Camille Jordan (1838 – 1932) Fu anche uno dei padri del calcolo vettoriale insieme a Tullio Levi-Civita. Dimostrò importanti proprietà delle equazioni differenziali ordinarie e ideò un metodo di integrazione per successive approssimazioni.
Sviluppò il Formulario mathematico, scritto dapprima in francese e nelle ultime versioni in interlingua, come chiamava il suo latino sine flexione, contenente oltre 4000 tra teoremi e formule, per la maggior parte dimostrate.
Come logico dette un eccezionale contributo alla logica delle classi, elaborando un simbolismo di grande chiarezza e semplicità. Diede una definizione assiomatica dei numeri naturali, i famosi “assiomi di Peano” che vennero poi ripresi da Russell e Whitehead nei loro Principia Mathematica per sviluppare la teoria dei tipi.
I contributi di Giuseppe Peano sulla logica furono osservati con molta attenzione nel 1900 dal giovane Bertrand Russell, mentre i contributi di aritmetica e di teoria dei numeri furono osservati con molta attenzione da Giovanni Vailati, il quale sintetizzava in Italia il passaggio tra l’esame delle questioni fondamentali e l’applicazione di metodiche di analisi del linguaggio scientifico, tipica degli studi logici e matematici, e anche specificava gli interessi di storia della scienza, allargando la prospettiva anche agli studi sociali. Per questo Peano ebbe dei contatti molto stretti con il mondo degli studiosi di logica e di filosofia del linguaggio nonché gli studiosi di scienze sociali empiriche (Cfr. Guglielmo Rinzivillo, Giuseppe Peano, Giovanni Vailati. Contributi invisibili in Guglielmo Rinzivillo, Una Epistemologia senza storia, Roma Nuova Cultura, 2013, II, p. 165 e sg. – ISBN 978-88-6812-222-5).
Ebbe ampi riconoscimenti negli ambienti filosofici più aperti alle esigenze e alle implicazioni critiche della nuova logica formale.
L’interlingua
Era affascinato dall’ideale leibniziano della lingua universale e sviluppò il “latino sine flexione“, lingua con la quale cercò di tenere i suoi interventi ai congressi internazionali di Londra e Toronto[4].
Tale lingua fu concepita per semplificazione della grammatica ed eliminazione delle forme irregolari, applicandola a un numero di vocaboli “minimo comune denominatore” tra quelli principalmente di origine latina e greca rimasti in uso nelle lingue moderne.
Lo sforzo verso la semplificazione
Uno dei grandi meriti dell’opera di Peano sta nella ricerca della chiarezza e della semplicità.
Tutta l’opera di Peano verte sulla ricerca della semplificazione, dello sviluppo di una notazione sintetica, base del progetto del già citato Formulario, fino alla definizione del Latino sine flexione. La ricerca del rigore e della semplicità portarono Peano ad acquistare una macchina per la stampa, allo scopo di comporre e verificare di persona i tipi per la Rivista di Matematica (da lui diretta) e per le altre pubblicazioni. Peano raccolse una serie di note per le tipografie relative alla stampa di testi di matematica, uno per tutti il suo consiglio di stampare le formule su righe isolate, cosa che ora viene data per scontata, ma che non lo era ai suoi tempi[5].
Onorificenze
1905 – Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia
1917 – Ufficiale della Corona
1921 – Commendatore della corona
L’asteroide 9987 Peano è stato battezzato così in suo onore.
Il dipartimento di Matematica della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Torino è a lui dedicato[6].
Molti licei scientifici in Italia portano il suo nome, come ad esempio a Roma, Cuneo, Tortona, Monterotondo, Cinisello Balsamo (fino al 2013)[7] o Marsico Nuovo, così come la scuola elementare di Tetto Canale, vicina alla sua città natale.