Sacro simbolo della Val d’Orcia, riapre le sue porte per un ristoro dello spirito, a cento anni dalla sua incoronazione.
La Cappella della Madonna di Vitaleta è un piccolo gioiello incastonato tra sei iconici cipressi, nelle vicinanze di San Quirico d’Orcia, località al centro della valle patrimonio culturale dell’Unesco. Una chiesa ricca di storia, che il recente restauro ha restituito alla comunità di San Quirico e non solo, e che ora ritrova la sua sacralità, intima e senza tempo.
LA STORIA
La leggenda narra che, nel corso del cinquecento, nel punto esatto in cui sorge la chiesa, Maria apparve a una pastorella e le suggerì di invitare i sanquirichesi a recarsi in una bottega fiorentina, dove avrebbero trovato la statua da porre nella chiesa di Vitaleta. Così, grazie alle offerte del popolo, i devoti sanquirichesi acquistarono presso la bottega della famiglia dei celebri artisti fiorentini della Robbia una bellissima Madonna in ceramica invetriata, realizzata Andrea della Robbia.
E, tra la fine del cinquecento e i primi decenni del seicento, fu costruita una chiesa per accogliere degnamente la bianca scultura, a Vitaleta, sul confine fra San Quirico e Pienza. Alla sacra immagine, nel tempo, furono attribuiti numerosi miracoli, come raccontano gli storici locali. La storia della Madonna di Vitaleta muove da qui. Il simulacro della sacra immagine fu più volte trasferito nella Pieve dei Ss. Quirico e Giulitta che, dal 1648, era stata elevata al titolo di Collegiata. In quello stesso anno, anche grazie al consenso espresso dal granduca Ferdinando II de’ Medici, la cappella di Vitaleta, con la Madonna venerata e contesa dal popolo di San Quirico e di Pienza, fu definitivamente assegnata a San Quirico, precisamente al primo canonicato della Collegiata. La Madonna veniva invocata ogni volta che c’era una carestia, una pestilenza, un terremoto e, nel 1822, fu accompagnata anche in processione fino a Siena dove fece mostra di sé nel Duomo cittadino.
Da allora, sempre più frequenti furono gli spostamenti a San Quirico fino a quando, nel 1861, constatata l’inagibilità dell’antica cappella, si decise di trasferirla definitivamente nella Collegiata di San Quirico, in attesa del restauro e della ristrutturazione dell’ex convento di S. Francesco dell’ordine dei frati minori, nella piazza principale del paese, soppresso poi dal granduca Pietro Leopoldo. A partire dal 1870, la statua robbiana trovò la sua definitiva sistemazione nell’ex convento che, in suo onore, mutò il nome in Chiesa di Maria SS. di Vitaleta.
Ma la storia di Vitaleta prosegue. Siamo negli anni Ottanta dell’Ottocento e la chiesa originaria, ormai abbandonata, viene demolita. Al suo posto il proprietario, un privato cittadino di San Quirico, incarica il celebre architetto senese Giuseppe Partini di costruire una nuova chiesa, inaugurata nel 1885. Da allora, il culto della Madonna si sviluppò talmente tanto che, intorno agli anni 10 del secolo scorso, il Papa le concesse la corona d’oro, che viene attribuita quando si compiono miracoli importanti. Da allora, ogni prima domenica di settembre, si celebra una festa in suo onore.
LA CAPPELLA DI VITALETA OGGI
La cappella è oggi di proprietà dell’Ing. Pasquale Forte, imprenditore visionario che, a metà degli anni ’90, ha dato vita al Podere Forte, azienda biologica e biodinamica, centro di un attento recupero della tradizione contadina e vitivinicola valdorciana. Intimamente legato a questi luoghi e alla Madonna di Vitaleta, Pasquale Forte ha fortemente voluto far rinascere la Cappella, ridonandole il suo originario significato di religiosità e devozione e la sua bellezza, attraverso un restauro attento, rispettoso e sostenibile.
L’intervento, di tipo conservativo, ha ridato anima a questo luogo ineguagliabile e così poetico e l’ha reso di nuovo accessibile, in condizioni di massima sicurezza. Un progetto di intervento sia esterno, sia interno nel rispetto della semplicità che contraddistingue La Cappella, realizzato grazie alla professionalità e all’impegno dello Studio di Architettura Zambelli e della ditta Marziali, specializzata in restauro, e sotto la guida costante della Soprintendenza di Siena. Anche gli antichi candelabri e il tabernacolo ligneo sono stati oggetto di attento restauro. Una rinascita che ha coinvolto tutta San Quirico e i suoi abili artigiani, come Mario Ferretti, il fabbro che ha realizzato il leggio, Fabrizio Saletti, il marmista/scultore che ha creato l’acquasantiera, e che ha visto gesti di sentita partecipazione all’abbellimento della Cappella come quello di alcune devote signore che hanno realizzato e ricamato a mano la tovaglia per l’altare. Ora sull’altare è stata posta una fotografia della Madonna di Vitaleta, in attesa di ospitare l’opera di un artista e contemporaneo.
Domenica 18 luglio, con una Messa celebrata dall’Arcivescovo di Siena, il Cardinale Lojudice, a distanza di 4 mesi dall’inizio dei lavori di restauro, la cappella di Vitaleta riapre al pubblico e ai devoti.
Dichiara Pasquale Forte: “La benedizione di oggi rappresenta una rinascita spirituale, Vitaleta torna a essere meta di raccoglimento e preghiera per i pellegrini, un ristoro per l’anima, una naturale restituzione alla comunità di San Quirico e a tutti gli amanti di questo luogo di bellezza ineguagliabile ”. Un concerto della banda filarmonica di San Quirico accompagnerà la celebrazione, che si concluderà con l’Ave Maria di Schubert cantata dal soprano Paola Conca.
Poi, fino a settembre, per il centenario dell’incoronazione della Madonna di Vitaleta, seguirà un fitto calendario di celebrazioni: concerti strumentali e corali, sbandierate dei Quartieri e altre attività. E la tradizionale festa decennale di settembre sarà quest’anno una festa speciale dove, oltre alla liturgia religiosa, sarà presentato un libro dedicato alle vicende storiche, travagliate e complesse, della Madonna di Vitaleta, accompagnato da una performance musicale e da uno spettacolo pirotecnico di fuochi d’artificio
Il “Ristoro Vitaleta”, accanto alla Cappella, è il nuovo luogo pensato per tutti visitatori che vorranno concedersi una sosta gustando le eccellenze locali e di Podere Forte; i salumi di Cinta Senese, l’olio extra vergine di oliva Terre di Siena D.O.P, il pane fresco con la farina di grano duro Senatore Cappelli, prodotti altri prodotti tipici selezionati tra le eccellenze valdorciane, insieme ai vini del Podere Forte. Il tutto biologico e biodinamico.