Festina lente è un catamarano in legno lungo quasi 12 metri disegnato dal Maestro inglese della progettazione di pluriscafi James Wharram. La barca, armata dal milanese Fabio Malcovati, presidente dell’ASDEC (Associazione Scafi d’Epoca e Classici), si sta preparando ad un viaggio lungo oltre 4.000 miglia da Ravenna fino alle isole dei Caraibi. “Festina lente” non è solo un motto (agire, accompagnando alla rapidità dell’azione la lentezza di adeguate riflessioni) o un’antica massima latina già presente sulle monete romane, ma anche il nome di una barca, rigorosamente in legno, che riassume una scelta e una filosofia di vita e di navigazione.
Il catamarano lungo 11,80 metri per 6 metri di larghezza, costruito da Andrea Rossetti presso la LWB di Bonirola di Gaggiano, a pochi chilometri da Milano, su commessa di Fabio Malcovati, avvocato con la passione delle barche tradizionali, nonché presidente in carica dell’ASDEC, l’Associazione Scafi d’Epoca e Classici fondata nel capoluogo lombardo nel 1987. Più in particolare si tratta di un modello Wharram Tiki 38, uno dei numerosi progetti realizzati da James Wharram, inglese di Manchester classe 1928, pioniere dell’ingegneria navale divenuto icona di riferimento in tutto il mondo per gli amanti dei pluriscafi in legno adatti all’autocostruzione, veloci e inaffondabili. Basti pensare che le sue barche, lunghe da 6 a oltre 18 metri, sono state definite le “Jeep del mare” e sono impiegate dai giramondo di tutto il globo.
Artefice della nascita di Festina lente il milanese Andrea Rossetti, ex collaboratore di Raul Gardini ai tempi dell’avventura del Moro di Venezia in Coppa America. Nel 2000 lui e Malcovati furono affascinati da un Tiki 38 vedendolo, in Grecia, “atterrare” su una spiaggia e scaricarvi direttamente l’intero equipaggio, poco dopo seduto al tavolo del ristorante a pochi metri dalla barca: incredibile, un catamarano grande e abitabile, ma gestibile con la facilità di una deriva! Nacque allora l’idea di costruirne uno.
In questo periodo Festina lente sta progettando ciò che nel 2020 la pandemia ha impedito, ovvero attraversare l’Oceano Atlantico e raggiungere le isole dei Caraibi. La data di partenza di questo viaggio, oltre 4.000 miglia, è ancora incerta, ma questo ha poca importanza rispetto al fermo proposito di concretizzare il progetto. Dal 2019 al comando di Festina lente c’è il romano Flavio Cingolani, classe 1994, istruttore velico con titolo professionale Yachtmaster ed esperienze di manutentore di imbarcazioni e di navigazione a bordo della goletta di 30 metri Pandora, ricostruzione in legno di un antico postale ottocentesco. Nel 2019 Cingolani ha circumnavigato l’Italia a bordo del Festina Lente, trasferendolo da La Spezia a Marina di Ravenna.
La costruzione di Festina lente ha avuto inizio nel 2008. Come per tanti altri suoi progetti, James Wharram si è ispirato ai catamarani polinesiani: i due scafi laterali, in compensato marino ed entrambi con la chiglia in rovere massello, sono tenuti assieme da quattro robuste traverse in massello di larice con legature in cordame che garantiscono elasticità alla struttura. Ogni scafo è suddiviso in 4 compartimenti stagni. In quello di dritta è stata ricavata una piccola sala motori a poppa, il bagno, il carteggio, una cuccetta doppia e una cabina singola. In quello di sinistra, oltre al secondo propulsore poppiero, sono presenti la cucina con dinette trasformabile e una cabina prodiera. Nel 2013 scafi e traverse realizzati da Rossetti sono stati trasferiti presso l’officina nautico-meccanica di Walter Lavagnini a Le Grazie di Porto Venere, dove si è proceduto all’assemblaggio delle varie componenti, all’installazione della doppia motorizzazione, dell’impiantistica e infine al varo, avvenuto nel 2016 presso il Cantiere Valdettaro a Le Grazie. Dopo un paio d’anni di trial-test in Tirreno, tra Corsica, Elba ed isole dell’Arcipelago Toscano, nel 2019 Festina lente è partita per Ravenna, la città dell’Adriatico dove il catamarano fa base e dalla quale parte ogni anno per una serie di crociere nelle vicine isole dalmate.
Festina Lente non ha cabina centrale: per questo l’equipaggio dispone, all’esterno, di spazi di vita amplissimi, tanto che ogni ospite (al massimo sei) può avere un suo spazio, svegliandosi in rada la mattina, per una seduta collettiva di yoga, prima di una bella nuotata e della prima colazione, o, nel tardo pomeriggio, per stendere un’amaca e godersi la quiete di un tramonto, sorseggiando un prosecco.
L’armatore di Festina lente è Fabio Malcovati, nato a Milano nel 1946, instaura un profondo rapporto col mare passando, fin da piccolo, i quattro mesi delle vacanze estive sull’isola d’Ischia, nella casa di vacanza della famiglia, circondata dal mare su tre lati. Ogni estate fa “vita da scugnizzo”, poi comincia a navigare su un classico Dinghy 12’ , con il quale si spinge fino alla costiera amalfitana. Da studente frequenta il Liceo Parini di Milano, si laurea in Giurisprudenza all’Università Statale e nel 1971 consegue la patente nautica alla Lega Navale Italiana. Naviga sul Mousquetaire dell’avvocato Mazzola, suo mentore nella formazione legale, ed esplora le coste della Sardegna a bordo di un Arpège. Nel 1974 acquista, per tenerlo a Ischia, Monna Pazza, un piccolo fuoribordo in legno lungo 4,90 metri, realizzato nel 1962 da Santi Palma del Lago Maggiore, azienda specializzata in mulini in legno il cui titolare si dilettava nella costruzione di barche a motore con carena Hunt. Acquista poi un Dufour 1800 con il quale naviga per tutto il Tirreno. Negli anni Novanta a bordo di Reginella, motoryacht in fasciame incrociato del 1946 varato dal cantiere inglese Vosper di Portsmouth, circumnaviga Corsica, Sardegna e Sicilia e naviga fino in Grecia. Drammatica la fine di questa barca lunga 16,80 metri: dopo 10 anni di proprietà, affonda a 120 metri di profondità durante una tempesta tra Livorno e l’isola d’Elba. Superato lo shock, Malcovati si innamora a La Rochelle di un piccolo cabinato a vela, un Muscadet: lo acquista, lo rinomina n’ombrina de vin e, potendolo trasferire su carrello, lo porta in Grecia, ove naviga, spesso in solitario, tra le isole ioniche, per poi partecipare a importanti eventi come la Barcolana di Trieste e il raduno Vele Storiche Viareggio. Attualmente Malcovati ha in corso di restauro Monna Pazza, rimasta per anni inutilizzata, a Beverino (SP), presso la sede di Vela Tradizionale: il restauro è affidato alle cure del maestro d’ascia Cesare Cortale, coadiuvato da Flavio Cingolani. Dal 2016 Malcovati ha assunto la carica di presidente dell’ASDEC e oggi, con il suo amore per le barche in legno, può essere considerato un autentico paladino delle tradizioni marinaresche.