Da Slamp Tributo a Zaha Hadid storia di una lampada

Da Slamp Tributo a Zaha Hadid storia di una lampada

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Tutto ha inizio il 27 aprile 2012, quando l’Arch. Nigel Coates, a quel tempo Art Director di Slamp, scrive a Zaha Hadid, vecchia amica e collega dei tempi della scuola, invitandola a disegnare una lampada per Slamp. Pochi giorni dopo Nigel è già al quartier generale di Zaha Hadid a Londra per discutere in profondità la proposta. Si legge nel suo diario “Si respira un’atmosfera quasi monastica e c’è una silenziosa concentrazione. Vengo fatto accomodare nella sala riunioni dove ci sono almeno otto persone intorno al tavolo. Tra questi anche Patrik Schumacher (il socio di Zaha), il capo del design Melodie Leung, la associate Maha Kutay e Zaha in persona. Ok – ho pensato – qui il gioco si fa serio”. Mostrati un paio di cataloghi per fargli assaporare l’anima romantica e originale di Slamp, e raccontati alcuni dettagli della produzione, Nigel Coates ottiene totale approvazione da Zaha Hadid in persona. Il 22 maggio 2012 parte la fase di Ricerca e Sviluppo. L’attesa è estenuante, non vi è giorno che passa che il CEO di Slamp non chieda a Mr. Coates “è arrivato qualcosa?” …e poi finalmente il 15 giugno 2012 compare nella posta elettronica un’e-mail di Melodie Leung, capo del design di ZHD e Project Manager per la collaborazione con Slamp. Melodie invia gli sketch di una struttura luminosa che avvolge radialmente la fonte luminosa e riproduce le lance irregolari del Paleolitico. Da lì parte il tam tam tra Roma e Londra: da una parte lo studio di Zaha Hadid, dall’altra il team di Slamp. Solo 4 giorni dopo, il 19 giugno 2012, Melodie visita il quartier generale di Slamp.

Dopo un tour nello showroom e nell’area produttiva, ci si mette a lavoro nel reparto creativo. Si lavora contemporaneamente su più forme, andando avanti per oltre un mese. A metà luglio, Melodie e Coates si incontrano di nuovo a Londra, nello studio dell’Art Director a South Kensington: lei, forbici alla mano, si aggira attorno a un prototipo trasformando letteralmente con le mani il disegno finché si definisce soddisfatta. Nel frattempo, la squadra di Roma continua a fare ricerca e con una decina di giorni trova la soluzione tecnica migliore per ingegnerizzare la lampada. Il 23 ottobre arriva inaspettatamente una nuova e-mail da Zaha, con il disegno della stessa forma su cui stava andando avanti il lavoro, ma più allungata, con la proposta di sostituire la precedente. Lì è arrivato il colpo di genio del CEO di Slamp, Roberto Ziliani, amante delle sfide, che ha detto “Perché non produrle entrambe?” Il momento decisivo arriva il 17 novembre 2012 quando Luca Mazza, responsabile dell’R&D di Slamp, vola a Londra per mostrare i prototipi definitivi a Dame Zaha Hadid in persona. Nello studio di Goswell Road vengono montate le due differenti proposte. Zaha Hadid e il socio Patrik Schumaker appaiono con un’altra serie di persone. Luca e Nigel illustrano le lampade dal lato ingegneristico e illuminotecnico, aspetti per i quali lo studio Hadid ha risposto totale fiducia nel know-how di Slamp. I prodotti hanno un non so che di magico, la luce gli dà un’energia straordinaria. Entrambi generano una sofistica luce d’ambiente e illuminano molto bene anche una superficie piana come un tavolo. Zaha è particolarmente affascinata dalla versione robusta, che ha anche una sfumatura nera sui bordi. Possiamo dire con tutta certezza che quel giorno, il 17 novembre 2012, in Goswell Road a Londra, sono ufficialmente nate Aria e Avia.

Tra la fine di febbraio e i primi di marzo, ad appena un mese dal lancio ufficiale previsto a Euroluce/Salone del Mobile di Milano del 2013, si approvano definitivamente i prototipi da mostrare al pubblico: 4 taglie per Avia, nei colori bianco e nero a tinta unita, e un’unica misura – maestosa e imponente – per Aria, in policarbonato trasparente con una sfumatura nera stampata sul perimetro. Chiesto a Zaha un commento finale sul lavoro, dice “Avia e Aria sembrano sollevarsi e ruotare in un ampio movimento. Come nuvole che fluttuano nel cielo, la luce si diffonde attraverso le superfici piene e vuote, modificandosi ed evolvendosi a seconda del punto di osservazione”. L’11 aprile 2013, nel bel mezzo della fiera Euroluce a Milano, Nigel viene raggiunto da una chiamata di Melodie che preannuncia una possibile visita di Zaha in persona allo stand. C’è fermento nello spazio: interviste ai designer, clienti interessati a conoscere le nuove proposte, giornalisti che fotografano le novità per pubblicarle la sera sui blog…ma di Zaha nessuna traccia. Più si avvicina l’orario di chiusura e più si affievolisce la speranza che faccia la sua visita, sono tutti molto dispiaciuti ma confidano nel giorno successivo. E invece, pochissimi minuti prima della chiusura, lei appare, con il suo cappotto nero, gli occhiali sulla testa a tenere i capelli lontani dal viso. A ogni passo che compie, la folla nei corridoi si separa, domandandosi incredula se sia davvero lei. Lei è imponente eppure così delicata e disponibile. Luca Mazza la introduce allo spazio, fino a portarla alla zona centrale dove sono esposte le sue creazioni Aria e Avia. Lì si accomoda su un sofà, le osserva silenziosa con accanto il carissimo amico Camiran Rasool, proprietario dell’azienda di marmi Citco, con cui collabora da anni. Insieme le commentano con parole positive e di apprezzamento.

Inizia così la storia di due collezioni di successo, che nel corso di quasi 10 anni hanno toccato mostre, retrospettive, progetti internazionali e palcoscenici importanti, come l’Opus Tower di Dubai, il Dongdaemun Design Park di Seoul, l’Opera House di Tokyo, il Muac di Mexico City, il Maxxi di Roma e la Heller Gallery di Dubai.

Nel 2015 la collezione viene estesa con la creazione di Aria Transparent in tre misure e fonte luminosa a LED integrato, mostrate per la prima volta a Euroluce 2015 con una presentazione in stand di Patrik Schumaker. Il 31 marzo 2016, a meno di quindici giorni dal lancio programmato per le nuove Aria Gold – impreziosite con la metallizzazione a vapori di alluminio – la terribile notizia della scomparsa di Zaha arriva lapidaria e struggente. Nel quartier generale di Slamp cala immediatamente il silenzio. Nessuna parola avrebbe senso. L’affinità creatasi con lo Studio Hadid, con le straordinarie persone del suo staff – Melodie Leung, Maha Kutay e Woody Yao – il rispetto e la gentilezza dimostrati costantemente durante tutte le fasi dei progetti, permettono alla relazione di continuare a vivere con vigore, evolvendo e arricchendosi, fino a diventare una stima personale che va oltre il “lavoro”. Con loro, ad aprile del 2018, Slamp presenta Avia Edition, una capsule collection in edizione limitata di 99 pz nelle tre colorazioni Blue, Turquoise e Ultramarine, che celebra la prima collezione firmata da Zaha Hadid per Slamp. A marzo 2020, l’ulteriore evoluzione delle collezioni Avia porta alla nascita di nuove referenze in Black e White con una sfumatura dall’alto al basso, che sostituiscono le precedenti versioni a catalogo. La sfumatura ha 5 mm di offset sul perimetro per consentire un suggestivo effetto della luce che, all’accensione, disegna la sagoma di quelle “lance irregolari del Paleolitico” che Zaha aveva disegnato nel 2012. Un tributo alla sua genialità, alla sua visionaria architettura luminosa a misura d’uomo. Come racconta con parole cariche di emozione Maha Kutay in occasione della vincita del premio DesignEuropa “sembra una semplice lampada…ma, sapete, c’è il DNA di Zaha al suo interno”.

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