Giovedì 17 febbraio alle ore 21.00 il MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah presenta al Teatro Comunale di Ferrara la prima assoluta di Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto, spettacolo prodotto e realizzato con la compagnia Teatro Nucleo, che costituisce un’ulteriore occasione di approfondimento della mostra Oltre il ghetto. Dentro&Fuori, in corso al MEIS fino al 15 maggio 2022.
Lo spettacolo è realizzato grazie al contributo del FUS – Progetti Speciali Teatro 2021della Direzione Generale Spettacoli del Ministero della Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Ferrara e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e con la collaborazione il Teatro Comunale di Ferrara.
“Il MEIS vuole affermarsi come punto di riferimento per la vita culturale della città, offrendo al pubblico mostre, spettacoli, concerti, presentazioni di libri, cinema all’aperto e dibattiti. Da questo proposito nasce la collaborazione con Teatro Nucleo che, in occasione dell’esposizione Oltre il ghetto. Dentro&Fuori, ha realizzato uno spettacolo originale ispirato a Leone da Modena, una delle più interessanti figure di intellettuali e rabbini protagonista della vita ebraica a Venezia a cavallo tra ‘500 e ‘600”, spiega il direttore del MEIS, Amedeo Spagnoletto, che aggiunge: “L’anteprima assoluta del 17 febbraio è uno dei più avvincenti percorsi culturali che ampliano l’orizzonte già esteso di una mostra dedicata al tema dell’inclusione e l’esclusione, dell’identità e della convivenza, per continuare a stimolare domande, riflessioni e dialogo“.
Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto – che reinterpreta l’opera L’Ester, tragedia tratta dalla Sacra Scrittura di Leone da Modena – è dedicato alla storia di Ester regina di Persia, personaggio fondamentale della tradizione ebraica che, con il suo coraggio, salvò il popolo ebraico imponendosi in un mondo governato da uomini.
Lo spettacolo si inserisce nella consuetudine del MEIS di collegare le proprie iniziative alle principali festività ebraiche, in questo caso quella di Purim, in cui le gesta di Ester vengono celebrate dalla lettura della Meghillah, il rotolo di pergamena finemente illustrato che racchiude la sua storia.
Il libro di Ester è una storia basata su mascheramenti e ribaltamenti della sorte, diventata uno dei punti di riferimento nella vita angusta dei ghetti tra Cinquecento e Seicento, rispecchiando in parte la condizione degli ebrei nella diaspora, in bilico tra l’integrazione e il connesso pericolo dell’assimilazione. Un racconto il cui lieto fine offre un sentimento di protezione e di riscatto di cui il popolo, lacerato dalle vicissitudini che lo hanno accompagnato nel corso della storia, sentiva estremo bisogno. Questa vicenda è ancora oggi molto amata e conosciuta anche dai bambini, a testimonianza della dimensione di “intrattenimento”, dell’aspetto farsesco, burlesco, satirico, divertente che si innesta nel dramma e caratterizza la Megillat Ester.
L’autore dell’opera, Leone da Modena, nasce a Venezia nel 1571 da genitori di origine ferrarese e cresce nel ghetto di Venezia, luogo in cui gli ebrei vivono reclusi dal 1516. Brillante intellettuale, intraprende la carriera rabbinica e per mantenersi si impegna in numerose attività, tra cui quella di pedagogo, scrittore, interprete, correttore di bozze e traduttore. Personaggio anticonformista, dal carattere complesso, era dedito a numerosi vizi tra cui il gioco d’azzardo. Tra le sue abilità, quella di creare rispecchiamenti e legami tra la lingua ebraica e quella italiana: il titolo dello spettacolo, infatti, si basa su un’assonanza tra l’inizio della sua poesia “qinà shemor” e la frase “Chi nasce muore”.
Con Qinà Shemor. Ester, la regina del ghetto, i registi Horacio Czertok e Marco Luciano hanno voluto calare su questi riferimenti storici inserti di circo contemporaneo, danza e musica dal vivo, seguendo il meccanismo scenico del “teatro nel teatro”.
Lo spettacolo crea così un cortocircuito dai risultati sorprendenti e fa dialogare l’opera con le avventurose vicende del suo autore.
L’innesco narrativo parte proprio da Leone da Modena, intento nella preparazione delle scene che vorrebbe presentare durante la cena di Purim, portando così sul palco un cast di attori eclettico, capace di rendere il sapore dell’epoca e creare rimandi alla contemporaneità.
Il regista Horacio Czertok aiuta a entrare nel vivo di questo percorso creativo a più mani, raccontando come “nel redigere l’opera Leone compie due scelte. Una è modificare lo scarto temporale tra la narrazione biblica del Libro di Ester e la sua opera: la rivelazione ad Assuero circa il complotto per ucciderlo da parte dei suoi camerieri personali, di cui viene a conoscenza Mardocheo. Nella Bibbia tra questo episodio e il tempo di Ester passano diversi anni. Leone invece fa succedere tutto quasi simultaneamente. Partendo da questa prima licenza poetica – a cui Leone aggiunge l’importante presenza dei bambini, che carica emotivamente la storia – abbiamo iniziato a immaginare la nostra interpretazione originale. Vorremmo valorizzare quelle che crediamo siano state le reali intenzioni di Leone: creare una tragedia con toni più realistici e legati al suo momento storico, per metterla in dialogo con il presente“.
Lo spettacolo fa parte delle numerose iniziative che il MEIS promuove a corollario della mostra Oltre il ghetto. Dentro&Fuori, a cura di Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel, in cui i protagonisti del dramma sono ampiamente rappresentati, come nello straordinario quadro Ester al cospetto di Assuero di Sebastiano Ricci (prestito di Palazzo del Quirinale), nell’opera a stampa del 1619 L’Ester, tragedia tratta dalla Sacra Scrittura di Leone da Modena (Biblioteca Nazionale Centrale di Roma) e, sempre a firma di Leone, la celebre Historia de’ riti Hebraici (Brescia, Biblioteca Queriniana).
Interpreti: Horacio Czertok, Natasha Czertok, Rachele Falleroni Bertoni, Greta Falleroni Bertoni, Marco Luciano, Francesca Mari, Veronica Ragusa, Nicolo Ximenes, Anidia Villani, Viviana Venga, Gaia Pellegrino
Scene e costumi a cura di Teatro Nucleo in collaborazione con Maria Ziosi e Chiara Zini
Musiche dal vivo a cura di Stefano Galassi (contrabbasso) con Simona Barberio e Guglielmo Ghidoli (violini) e Luca Chiari (chitarra).