La Pasqua della città andalusa diventerà Festa di Interesse Turistico Nazionale
Nei dieci giorni compresi tra il venerdì dell’Addolorata, precedente il venerdì santo, e la domenica di Pasqua, 29 confraternite e numerosi penitenti sfilano per le strade di Cadice, città andalusa nel sud-ovest della Spagna.
Alle processioni partecipano più di 10mila persone e 52 carri che sfilano con immagini sacre e un antico bagaglio di storia e arte. E’ la Settimana Santa di Cadice, un evento unico e spettacolare che ha caratteristiche comuni al resto dell’Andalusia: il colore, la musica e il fervore religioso.
La Settimana Santa è l’occasione per scoprire angoli, piazze e strade di una città con una storia di oltre 3mila anni: il centro storico, piccolo e facilmente percorribile a piedi, raccoglie la maggior parte delle chiese e degli edifici di maggior pregio architettonico. Ovunque si vede il mare: Cadice, infatti, è una penisola, unita da un istmo all’isola di San Fernando e in due punti a Puerto Real. Durante la Pasqua molte confraternite camminano dalla spiaggia verso la Cattedrale e spesso lo fanno al tramonto, rendendo le loro processioni penitenziali ancor più suggestive.
Bella ma poco conosciuta è la collezione di immagini religiose di Cadice, opere d’arte barocche scolpite da famosi artisti. La statua religiosa più antica è il Señor de la Sentencia: risale alla fine del XV secolo ed è in processione il mercoledì santo. Suscita grande interesse anche il Cristo de la Buena Muerte, custodito nella chiesa di San Agustín e portato per le strade la notte del Venerdì Santo, illuminato solo da quattro candele. Si dice sia opera di Gian Lorenzo Bernini, soprattutto per l’alto costo dell’opera. Un altro nome illustre e famoso legato alla Settimana Santa di Cadice è quello di Joseph Haydn, che ricevette l’incarico di comporre le “Siete Palabras”, opera che ancora oggi, ogni Venerdì Santo, viene eseguita nell’Oratorio de las Siete Palabras.
E’ innegabile l’influenza di Siviglia nelle tradizioni pasquali di Cadice, ma la differenza maggiore è nel modo in cui vengono trasportati i “Pasos” – carri processionali – dalla propria chiesa d’appartenenza fino alla Cattedrale: a Cadice, infatti, i penitenti li caricano sulle spalle in un movimento ampio e oscillante. Un’altra differenza con Siviglia è che a Cadice, accanto ai portatori che vanno sotto il carro, camminano anche da quattro a otto penitenti: portano i bastoni che un tempo servivano per sostenere il carro quando si fermava alle stazioni penitenziali e che ora, invece, scandiscono il ritmo e l’andatura con il suono delle loro punte metalliche mentre colpiscono il suolo.
La musica flamenca, uno dei simboli dell’Andalusia, è presente anche durante le processioni pasquali: si chiama “saeta” ed è una breve composizione improvvisata, cantata per strada o dai balconi, una preghiera che esprime devozione e amore religioso sotto forma di canto. Le più suggestive sono le saetas alle prime ore del Venerdì Santo nel quartiere di Santa María. Oltre ai canti improvvisati ci sono le bande musicali delle confraternite, in particolare Rosario de Cádiz, una delle migliori bande di trombe e tamburi di Spagna; eccellono anche Polillas, Salud o Ecce Mater.
Un altro aspetto da scoprire durante la Pasqua è la gastronomia: al mercato alimentare (chiuso il Giovedì e il Venerdì Santo) si trovano pesce appena pescato, crostacei e altri frutti di mare; lì accanto, alla caffetteria La Guapa o La Marina, si può iniziare la giornata con degli ottimi churros per poi continuare con le tapas, accompagnate da un buon vino sherry o da una manzanilla di Sanlucar. Infine, da provare sono le empanadas di Casa Hidalgo, in plaza de la Catedral, e le torrijas, un dolce tipico della Settimana Santa.
Nelle prossime settimane la Pasqua di Cadice riceverà la nomina di Festa di Interesse Turistico Nazionale, un modo per omaggiare e per far scoprire una forma di espressione culturale profondamente radicata nella regione.