In occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, sabato 23 aprile, l’app che aiuta a portare a milioni di persone in tutto il mondo le cose che vogliono con un semplice click, presenta ‘Il sapore dei libri’, iniziativa dedicata al mondo del cibo e della letteratura.
Leggere e mangiare sono due piaceri che da sempre vanno a braccetto, a tavola così come tra le pagine dei libri, dei racconti e delle filastrocche. Uber Eats ha invitato gli oltre 7mila ristoranti presenti sulla propria app a dedicare un piatto a questa iniziativa, legandolo a una grande firma della letteratura italiana.
“Da dove arriva, chi lo prepara, gli ingredienti, le ricette. Il cibo è un racconto per definizione, perché ha una sua storia, sempre unica. Per questo motivo ci teniamo a celebrare questa speciale giornata, dedicata ai libri e alle esperienze che evocano ad ogni pagina sfogliata, così come ogni boccone di quel cibo che ogni giorno ci impegniamo a consegnare nelle case degli italiani”, commenta Davide Tronzano, General Manager di Uber Eats Italia.
Il cibo è un elemento cardine della cultura e della letteratura italiana, nelle forme e nelle accezioni più disparate, tra metafore, ossessioni culinarie e piaceri della vita. A questo proposito ci siamo chiesti quale cibo d’asporto avrebbero ordinato le grandi firme della letteratura d’Italia?
Nel corso di una cena, fuori dal tempo…
Giacomo Leopardi si sarebbe accontentato di un dolce qualsiasi, senza trovare della cioccolata sulla tavola? Mentre Giovanni Pascoli avrebbe forse insistito per un ‘risotto romagnolesco’ con zafferano, funghi, fegatini e passata di pomodoro. A quel punto, il secondo lo avrebbe probabilmente scelto Umberto Saba, ordinando le sue amate polpette al pomodoro. Un menù abbastanza all’avanguardia? Filippo Tommaso Marinetti con il suo Manifesto della Cucina Futurista tra le mani, avrebbe comunque bandito pastasciutta, forchette e coltelli.
Il Manzoni, pani di riso alle erbe e cortecce
Tra gli elementi che hanno reso celebre I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, il cibo ricopre un ruolo importante. Una relazione stretta, profonda e attaccata alla vita, di un cibo che, in quel contesto, non era di facile accesso. Quando l’umanità sente la fame si ingegna e come descritto dal Manzoni, si arrocca tra improbabili ricette a base di pani di riso impastati con orzo e segale, con tanto di erbe di prato amare, cortecce d’albero e l’aggiunta di acqua e sale.
Tomasi di Lampedusa, il trionfo del timballo
Il ‘torteggiante timballo di maccheroni’ descritto ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, rappresenta una realtà differente, dove la classe nobile siciliana si diletta nei piaceri della gastronomia. Quella doratura della pasta che avvolge l’abbondante ripieno del timballo, servito con cura da Donnafugata in casa Salina, per un risveglio dei sensi… Trionfale.
Guido Gozzano, le paste del peccato
Le dolci rime che scriveva Guido Gozzano in un’opera d’arte dedicata ai dolci ottocenteschi erano una celebrazione dei peccati di gola. Quelle implacabili tentazioni soppresse dal finto perbenismo di un’epoca in cui togliersi un guanto per saggiare delle paste o dei confetti poteva dare adito a facili scalpori.
Gianni Rodari, pane e pesce
Gianni Rodari era innamorato del pane, di quello che esso rappresentava, di quanto potesse sfamare; ‘un pane più grande del sole’ per un giorno senza fame, il più bello della storia. Anche il pesce ha avuto un ruolo importante nei suoi racconti, nelle filastrocche dedicate a questo cibo e all’immaginario della vita del pescatore.
Grazia Deledda, focacce in abbondanza
La narrativa descritta da Grazia Deledda è densa di scene domestiche, dove il cibo è la forma di aggregazione e socialità più importante, così come il senso di appartenenza alla propria terra. In occasione della festa di Sant’Anastasio, tutte le famiglie del villaggio, a prescindere dalla loro situazione economica, apparecchiavano un’immensa e abbondante tavola, stracolma di focacce, taglieri di carne, formaggio, vino e miele. Tutto era messo a disposizione di tutti, perché il cibo è condivisione.
Italo Calvino, che buono il formaggio
Italo Calvino nel suo Palomar, racconta di un museo del formaggio in un negozio parigino. Una lunga riflessione sui suoi gusti, sulla varietà, sulle forme e le varie qualità. Una celebrazione di questo prodotto che ci accompagna da secoli e che evoca le immagini di pascoli, prati e luoghi incantati.
Andrea Camilleri, viva la caponatina
Pranzi importanti, cene imperdibili, tutto questo sulla tavola del commissario Montalbano, il personaggio ideato da Andrea Camilleri. Nelle pietanze cucinate da Adelina, fedele cameriera, o dal ristoratore di fiducia Enzo, il commissario si gode il sacro rituale del pasto. In un silenzio religioso, tra i mille pensieri delle sue investigazioni, gli arancini e la caponatina di melanzane.