Fino al 31 luglio nelle aule delle Terme di Diocleziano, due fotografi, Fabio Barile e Domingo Milella, intessono un dialogo tra archeologia del paesaggio e archeologia del linguaggio, per tornare a riflettere sulla fotografia e sull’atto stesso del guardare
“Sono fotografie che riflettono il Tempo – dice Alessandro Dandini de Sylva, curatore della mostra – le immagini di Barile mostrano forme in perenne evoluzione, fin dal tempo profondo del mondo e della geologia, mentre quelle di Milella affondano le loro radici nella pietra dell’arcaico, del primitivo, nel presente in un solo sguardo.”
Insieme ai lavori fotografici, una selezione di reperti archeologici riportati alla luce dai magazzini del museo, scelti con il direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger, creano accostamenti visivi e semantici inaspettati.
“Il progetto è nato per promuovere il patrimonio archeologico attraverso il linguaggio universale della fotografia – dice Stéphane Verger – La scelta di esporre opere conservate nei depositi del Museo accanto alle immagini dei fotografi, consente di evidenziare la portata della relazione che esiste tra il Museo e il suo contenuto e creatività contemporanea.”
Le forme del tempo è accompagnata da una pubblicazione edita da Fondazione Malaspina con un testo del direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger e una conversazione tra il curatore Alessandro Dandini de Sylva e i fotografi Fabio Barile e Domingo Milella.
Le forme del tempo alle Terme di Diocleziano è una produzione di Istmo in collaborazione con Camilla Grimaldi e Greta Voeller.