Dall’1 all’8 agosto l’attore, che ha appena ricevuto il Premio Volonté 2022, sarà il tutor di un percorso formativo che guiderà gli otto allievi ed allieve prescelti dalle migliori scuole di recitazione europee ad un’esperienza immersiva dedicata all’arte interpretativa coadiuvato dal prof. Fabrizio Deriu, coordinatore del laboratorio da molti anni.
Il tema di quest’anno è legato tanto all’argomento del gioco condiviso tra gli interpreti nella recitazione (da play, jouer), in riferimento anche al testo di Arthur Schnitzler Girotondo, che lo stesso Volonté decise nel 1981 di mettere in scena in una versione sperimentale, quanto al tema dell’amore e al giusto utilizzo delle parole che lo esplicitano. A partire da alcune scene de La riunificazione delle due coree di Joel Pommerat, drammaturgo francese contemporaneo, i giovani interpreti saranno messi alla prova nell’utilizzo scenico di un linguaggio contemporaneo, chiaro (e quindi complesso) e nient’affatto banale, cercando di “avere con la parola la stessa cautela che i pittori hanno con i colori”.
Anche quest’anno sono state numerose le candidature per partecipare al ValigiaLab. I giovani selezionati, presentati al pubblico nell’ultima sera del festival “La Valigia dell’Attore” sul palco della Fortezza I Colmi di La Maddalena, sono: Paola Buratto (Scuola Volonté, RM); Tea Bruno (Officina Pasolini, Roma); Simona De Leo, (Piccolo, Milano), Sara Verteramo, Accademia Teatrale Goldoni, Raffaele Barca (Stabile di Genova), Federico Ghelarducci (Scuola Lecocq + lab); Luca De Felice (TeatroAzione, Roma), Andrea Ferrara (Accademia Silvio D’Amico, Roma)
Il ValigiaLab, organizzato dall’Associazione culturale Quasar, è nato nel 2010 da un’intuizione del prof. Ferruccio Marotti. Fino al 2014 è stato realizzato in collaborazione con il Centro Teatro Ateneo dell’Università “La Sapienza” di Roma e, successivamente, in collaborazione con la Scuola d’Arte cinematografica “Gian Maria Volonté”. Nel corso degli anni si sono succeduti all’insegnamento numerosi docenti di prestigio. Questo l’elenco dei tutor del ValigiaLab dall’inizio ad oggi: Toni Servillo, Paolo Rossi per due edizioni, Pierfrancesco Favino, Sonia Bergamasco, Elio Germano, Fabrizio Gifuni, Michele Riondino, Carlo Cecchi, Daniele Luchetti e Isabella Ragonese.
Renato Carpentieri, per la sua lunga carriera artistica ricca di ricerca espressiva culturale in ogni ambito, dal teatro al cinema, ha lavorato con i più grandi registi di entrambi i settori. Il suo debutto sul grande schermo fu nel 1990 con Gianni Amelio nella trasposizione cinematografica di un romanzo di Leonardo Sciascia, Porte aperte: su quel set conobbe Gian Maria Volonté con il quale ebbe una forte intesa professionale e umana e che, per il ventennale della sua scomparsa, volle omaggiare rimettendo in scena Tra le rovine di Velletri, l’ultimo spettacolo scritto e diretto da Volonté e Angelica Ippolito nel 1994.
Questa la motivazione che ha guidato l’attribuzione a Renato Carpentieri del Premio Volonté 2022:
“Non tutti vengono scoperti a quasi cinquant’anni. Non tutti debuttano sotto il segno di Gianni Amelio e insieme di Leonardo Sciascia. Renato Carpentieri ha avuto questo destino con Porte aperte e ancor oggi il suo cammino sembra illuminato da quel piccolo ruolo decisivo che prolungava e misteriosamente completava quello del giudice Gian Maria Volonté. Trentadue anni più tardi la lunga carriera di Carpentieri, che dal teatro veniva e nel teatro è rimasto, appare segnata proprio da questo: un ininterrotto dialogo con le figure della Legge e della morale. Dal Ladro di Bambini (ancora Amelio) a Il Consiglio d’Egitto (ancora Sciascia), non c’è dilemma etico o giudiziario a cui Carpentieri non abbia prestato il suo sguardo mobilissimo e interrogativo. Talvolta perfino in panni criminali, un criminale stregone, in La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, riscrittura della Tempesta di Shakespeare, una delle tante perle trascurate del nostro cinema. Per approdare attraverso una lunga serie di personaggi grandi e piccoli ma sempre incisi a fuoco, per i Taviani, per Nanni Moretti, per Marco Risi, per Mario Martone, a quella summa della sua arte che sono La tenerezza di Gianni Amelio e Una storia senza nome di Roberto Andò. Film letteralmente impossibili da immaginare senza la sua presenza. Come, a ben vedere, tutto il cinema di questi anni.”
Il ValigiaLab è stato realizzato con il fondamentale supporto del NUOVO IMAIE (Istituto Mutualistico per la tutela degli artisti interpreti ed esecutori). Si ringrazia l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per la concessione dello spazio all’interno del Centro di Educazione Ambientale dell’isola di Caprera.