Fino al 28 agosto, presso il Centro Commerciale Culturale, Ragusa le immagini di Giuseppe Leone, il fotografo della civiltà iblea, raccontano della città da cui partì il «Rinascimento siciliano» dopo il devastante terremoto del 1693. Quando la Sicilia seppe rialzarsi e nel tempo Ragusa, sebbene terra agricola, visse il benessere del boom economico che Leone racconta per immagini: dei suoi monumenti, delle sue feste di piazza, processioni, delle comunità, dei costumi e della vita tutta, compreso il divertimento, frutto di oltre cinquant’anni di reportage mai interrotto.
Nell’anno del decennale del Ragusa Foto Festival, il fotografo Giuseppe Leone attinge dal suo prezioso paniere fotografico dove c’è tutta la geografia letteraria e umana della singolare bellezza umana, paesaggistica e architettonica siciliana, per proporre una raccolta di immagini che raccontano il divertimento che scaturisce dalla condivisione di momenti e piaceri, insomma, dalla socialità nella Sicilia iblea degli anni Sessanta.
Una mostra che annuncia la nuova iniziativa del Festival che intende coinvolgere il territorio nella ricerca visiva dedicata alla cosiddetta ‘movida’ della comunità iblea.
Quella che prima si definiva “dolce vita” o più comunemente chiamato divertimento, tempo libero.
Un tempo specifico, libero dagli impegni quotidiani e dedicato agli incontri con amici. Un fenomeno individuale, nel territorio collettivo e territoriale per i processi di rigenerazione urbana innescati nei centri storici, nelle città, nelle località balneari, nei luoghi pubblici per eccellenza a partire dagli anni Sessanta ad oggi, che la pandemia ha ridotto e letteralmente trasformato.
Fino al 28 agosto presso il Centro Commerciale Culturale, via Giacomo Matteotti, 61 Ragusa
PHOTOGALLERY GIUSEPPE LEONE
Giuseppe Leone ha un grande studio-galleria nel cuore del centro storico di Ragusa dove ha raccolto il suo enorme archivio di negativi, provini a contatto e stampe.
Attualmente tra i suoi scatti, nella Galleria Leone c’è anche una personale di Stefano Spigolon dal titolo ‘Vivere il Viaggio’ curata da Emanuela Alfano e Federica Siciliano dove ogni fotografia si muove all’interno di città radicalmente opposte, diverse, culturalmente lontane, eppure così vicine negli sguardi, nei giochi dei bambini, tra le vesti fluttuanti di una sposa. La fotografia per Spigolon diviene il mezzo per trovare la struttura del mondo, per beneficiare della bellezza della forma, per rivelare che in tutto questo caos c’è l’ordine, come diceva Bresson.