Nell’ambito del programma per celebrare il Cinquantesimo anniversario della scoperta, avvenuta il 16 agosto 1972, mercoledì 10 agosto, è stata inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, una mostra tutta dedicata a questi due “Eroi venuti dal mare”. Un percorso di immagini curato dal direttore del Museo, Carmelo Malacrino, e da Luigi Spina, riconosciuto da Artribune quale miglior fotografo italiano del 2020.
Durante l’inaugurazione della mostra è stato presentato in anteprima al pubblico il libro fotografico “Bronzi di Riace”, quarto volume della collana “Tesori Nascosti” di 5 Continents Editions, nel quale i testi di Carmelo Malacrino e Riccardo Di Cesare dialogano con la ricerca fotografica di Luigi Spina. La pubblicazione, che vanta un’edizione italiana, una inglese e una francese, è acquistabile in tutte le librerie italiane e sul sito dell’editore.
“Questa esposizione, nata in collaborazione con il noto fotografo d’arte Luigi Spina, sarà un tributo alla bellezza e alla potenza iconografica dei Bronzi di Riace, capolavori indiscussi dell’arte greca del V secolo a.C – dichiara il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. Alla mostra, visitabile fino al prossimo 23ottobre, si accompagnerà anche un prezioso catalogo, nel quale le immagini di Spina affiancheranno una narrazione storica e artistica sulle due statue, che ho avuto il piacere di redigere insieme a Riccardo Di Cesare, archeologo e docente presso l’Università di Foggia. Una narrazione che immergerà il lettore nella storia suggestiva dei Bronzi, tra verità scientifiche e domande rimaste ancora aperte. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno collaborato per rendere possibile la realizzazione di questo progetto e del volume di corredo, la cui traduzione, in inglese e francese, sarà un efficace strumento di promozione e divulgazione dei Bronzi di Riace in tutto il mondo.”
Sedici fotografie di grande formato (90 x 134 cm) sono esposte nello spazio della suggestiva scalinata piacentiniana del MArRC, proponendo un dialogo visivo fra le due sculture. La sequenza di otto più otto fotografie, dedicate rispettivamente alla statua A e alla statua B, metterà in evidenza un lento movimento che, seppur incessante, crea pause e ritmo.
“L’epidermide bronzea, diversa per ciascun soggetto – spiega Luigi Spina –, prende forma, densità e lucentezza, e il chiaroscurale dei corpi si tinge dello spettro multiforme del bronzo che, al variare della luce, mostra superfici corporee che dialogano con l’occhio dell’osservatore”.
È possibile ammirare i lavori del fotografo Luigi Spina in altre tre mostre: “Sing Sing. Il corpo di Pompei” presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli in corso fino al 30 settembre, “Canova interpretato. Quindici fotografi per Canova” presso l’Atelier del Tadini a Lovere e “MATRES. L’anima di questa terra è il fango” alla Fondazione Michetti presso il Palazzo San Domenico di Francavilla al Mare (CH), entrambe visitabili fino al 25 settembre 2022.