MAMbo, fine settimana denso di iniziative ed un libro documento dell’attività artistica della Project Room 

MAMbo, fine settimana denso di iniziative ed un libro documento dell’attività artistica della Project Room 

Presentazione libro e iniziative finissage NO, NEON, NO CRY, MAMbo. Foto Ornella De Carlo

Con NO, NEON, NO CRYmostra a cura di Gino Gianuizzi che tenta una narrazione della complessa, sfaccettata, “disordinata” storia della galleria neondal 12 maggio e fino al 23 ottobre 2022, la Project Room del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna è tornata a giocare il suo ruolo di contenitore tematico in cui accogliere, ricostruire, raccontare e valorizzare le esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo.

Nata nel 1981 senza un programma, senza strategia, senza budget e senza obiettivi predeterminati, neon è stata un laboratorio permanente, una comunità per artisti, critici e curatori e un luogo di formazione per tutte le persone che vi hanno collaborato. Dal suo archivio risultano oltre trecento mostre all’attivo, alle quali si sono aggiunte nel tempo numerosissime attività collaterali, collaborazioni e iniziative esterne.
Questa immensa mole di materiali ha posto una sfida al curatore, da sempre anima della galleria: come approcciarsi alla magmatica attività ultra quarantennale di neon per raccontarla attraverso una mostra, senza limitarsi al progetto strettamente documentale o, all’opposto, tentare un impossibile “best of” degli artisti e delle opere che vi hanno trovato accoglienza.
La risposta di Gino Gianuizzi è stata il ricorso alla formula della wunderkammer: lo spazio della Project Room del MAMbo è stato abitato da opere in proliferazione, da un accumulo visivo in cui inoltrarsi con circospezione tentando di decifrare i singoli lavori e di ricondurli agli artisti.
Una sorta di organismo complesso, una comunità che continua a dialogare, discutere, mettere in dubbio e a rafforzarsi nella contaminazione.

NO, NEON, NO CRY include lavori di 52 artiste e artisti, a testimoniare la ricchezza di relazioni costruite nel tempo da neon: Aurelio Andrighetto, Alessandra Andrini, Sergia Avveduti, Fabrizio Basso, Francesco Bernardi, Maurizio Bolognini, Ivo Bonacorsi, Anna Valeria Borsari, Domenica Bucalo, Angelo Candiano, Maurizio Cattelan, Silvia Cini, Gianluca Codeghini, Daniela Comani, Cuoghi Corsello, Maria Novella Del Signore, Nico Dockx, Drifters, Emilio Fantin, Francesco Gennari, Patrizia Giambi, Paolo Gonzato, Gian Paolo Guerini, Nazzareno Guglielmi, M+M, Mala Arti Visive, Eva Marisaldi, Maurizio Mercuri, Dörte Meyer, Giancarlo Norese, Giovanni Oberti, Marco Pace, Paolo Parisi, Chiara Pergola, Alessandro Pessoli, Gianni Pettena, Marta Pierobon, Leonardo Pivi, Premiata Ditta, Marco Samorè, Fabio Sandri, T-yong Chung, Alessandra Tesi, Diego Tonus, Tommaso Tozzi, Luca Trevisani, Massimo Uberti, Maurizio Vetrugno, Luca Vitone, Francesco Voltolina, Wolfgang Weileder, Alberto Zanazzo.

Per concludere la mostra nello spirito comunitario di confronto e condivisione che ha sempre contraddistinto neon, sabato 22 e domenica 23 ottobre il MAMbo ospiterà una serie di iniziative aperte al pubblico, sia in Project Room che in altri spazi del museo.
Di seguito il programma:

Sabato 22 ottobre 2022

Due o tre cose che so di neon. Presentazione volume NO, NEON, NO CRY
Sala conferenze, h 15.00 – 18.00
L’incontro è occasione per ascoltare dalla viva voce di Gino Gianuizzi e degli ospiti la storia di neon e confrontarsi su di essa. Hanno attualmente confermato la partecipazione: Alessandra Acocella, Stefania Aluigi, Dede Auregli, Pino Boresta, Carlo Branzaglia, Roberto Brunelli, Rita Canarezza, Serena Carbone, Pier Paolo Coro, Valentina D’Accardi, Emanuela De Cecco, Elisa Del Prete, Giorgio Fasol, Maria Rita Finzi, Enrico Fornaroli, Roberto Grandi, Antonio Grulli, Daniela Manzolli, Eleonora Mariani, Claudio Musso, Fabiola Naldi, Giovanni Oberti, Marinella Paderni, Antonio Pascarella, Rossana Pavanello, Gabriele Perretta, Lorenza Pignatti, Maura Pozzati, Anteo Radovan, Mili Romano.
Fa da spunto di discussione e viene presentata la pubblicazione NO, NEON, NO CRY, curata da Gino Gianuizzi ed Eleonora Mariani, grafica di Matteo Lisanti, Edizioni MAMbo, realizzata grazie al sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Gianluca Codeghini. FLAW & ORDER
Project Room, h 18.00

FLAW & ORDER è una scultura in sospeso, ordinata tra memoria e disfunzione, che trae piacere tanto nel tempo del ricordo quanto dall’inebetimento generato dal processo stesso della contemplazione. FLAW & ORDER è anche un difetto, che si ripete, un affetto sempre desideroso di attenzioni e percosse, infrazioni e maleducazione. FLAW & ORDER è di fatto una scultura con una fragilità poetica, ma anche una performance in potenza, formalizzata nello strumento con il suo batterista, nello spartito con una sua dinamica esecutiva che sfrutta al massimo la sua natura cagionevole e frangibile essendo composta da oggetti in ceramica e vetro. Percussionista: Gianbattista Di Genio.

Angelo Candiano. Happening Vari spazi del museo, durante la giornata
L’artista, a partire dalla sua opera Mutante esposta in mostra, concepirà un nuovo lavoro dal titolo Cella, utilizzando il processo dello sviluppo in camera oscura su carta fotografica. Mutante è un lavoro tridimensionale: una “macchina”, non una semplice ma una complessa fotografia, che può produrre nuovi lavori denominati Celle grazie alla luce proveniente dall’ambiente esterno e dal taglio-apertura. Le Celle, dunque, sono i figli nati dalla luce e da una macchina. Le Mutanti genereranno sempre figli dopo ogni nuova “ricarica” di carta fotografica. Questo ciclo di lavoro è stato interamente progettato, ingegnerizzato e realizzato dall’artista fin dalla fine degli anni Ottanta.

Domenica 23 ottobre 2022

Aurelio Andrighetto e Pino Parini. Pino Parini, Carta straccia, 1968/2022, performance
Sala conferenze, h 12.00
Presentata per la prima volta nel 1968 alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, la performance Carta straccia (1968/2022) s’inserisce nel programma di finissage della mostra NO, NEON, NO CRY in continuità con Scultura impossibile (2020) di Aurelio Andrighetto, composta da un numero di copie di un libro impilate l’una sull’altra, che i visitatori hanno prelevato nel corso della mostra. Carta straccia sostituisce quella stampata, portando l’attenzione sul ruolo svolto dal linguaggio nella costruzione delle rappresentazioni visive e, con il passaggio dalla scultura (impossibile) alla performance, anche sulla fluidità tra linguaggi e discipline che ha caratterizzato l’attività trentennale della galleria neon.

Dario Bellini e Collettivo 10dieciventi20. Il piede
Foyer, h 16.00
Il piede di Filippo Tommaso Marinetti, spettacolo andato in scena al Teatro Dal Verme di Milano nel 1915 e mai più rappresentato, aveva, secondo le ricostruzioni, la quarta parete aperta su un baratro spazio-temporale. Riapparso in sogno a Dario Bellini con tutti i dettagli della messa in scena nel 2015, costituisce il primo dei quattro livelli di una scultura teatrale dell’artista. Primo livello: Il piede, appunto, inedita e plausibile pièce di Marinetti; secondo livello: l’interazione polemica col pubblico; terzo livello: l’arte sull’arte, annoso metatesto tra la pressione degli eventi e le ragioni dell’arte; infine quarto livello: gli slogan, i diktat inamovibili cui siamo incatenati. Il piede così concepito è una commedia con un epilogo patetico e senza alcuno sviluppo.
Il Collettivo 10dieciventi20 è composto da: Irwan Guedouar, Cristina Guerra, Carlo Pardi, Andrea Manni, Maddalena Costagli, Dora Lazzari, Irene Carta, Maurizio Bettinzoli, Giorgia Favagrossa con Dario Bellini. Costumi di Mariella Butturini, musiche di Gianluca Codeghini.

Francesco Voltolina e Elio Marchesini. Performance
Collezione permanente, palco Impressions di Massimo Bartolini, h 17.30
Performance di Elio Marchesini, importante figura nel panorama della musica, sia classica che contemporanea, percussionista noto al pubblico anche per la sua vicinanza al mondo della ricerca artistica. L’azione, che vede la collaborazione con Francesco Voltolina, ha come protagonista la scultura Fontana II, opera nata come immagine affiorata alla mente dell’artista durante una seduta di ipnosi, attualmente presente in mostra negli spazi della Project Room. Il lavoro di Elio Marchesini consiste nell’ascolto degli armonici che vanno dalla nota fondamentale della Risonanza di Schumann, il suono non udibile generato dal nostro pianeta, al suono prodotto dall’opera. Malgrado non sia udibile, si ritiene che il nostro cervello, come tutto il nostro corpo, sia costantemente influenzato da questa risonanza. A questa prima nota si aggiungeranno progressivamente note suonate utilizzando diversi gong per poi concludere con il suono generato dalla scultura, un’esperienza uditiva capace di coinvolgere anche sul piano psico-fisico.

Ingresso
L’ingresso alle performance e agli eventi in sala conferenze e foyer è libero. Alle attività previste in collezione permanente e Project Room si accede con biglietto collezioni.


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