Al via le riprese a Roma a Palazzo Venezia e al Vittoriano, all’Abbazia di Montecassino e al Museo Egizio di Torino di “L’arte della guerra”, il documentario di Marco Spagnoli e Tiziana Lupi, girato tra Ucraina e Italia per seguire il lavoro di chi, all’indomani dell’invasione russa in Ucraina, si sta adoperando per la messa in sicurezza delle opere d’arte.
“L’arte della guerra” è una produzione ART FILM KAIROS in collaborazione con Rai Documentari e andrà in onda a un anno dall’invasione russa in Ucraina, per capire perché́, in caso di guerra, distruggere e depredare le opere d’arte è uno dei primi obiettivi degli eserciti invasori e cosa significhi eliminare la cultura di una nazione con il secondo fine di annullarne la memoria ed annichilirne l’essenza.
A guidare lo spettatore in questo percorso, la voce narrante dello storico dell’arte Paolo Coen – che con le sue parole si farà portavoce del barlume di speranza che da sempre si accompagna all’arte – insieme a critici d’arte, direttori dei musei, restauratori volontari convinti, anche a rischio della propria vita, che l’arte sia una forma di catarsi e di salvezza per il genere umano: Chiara Tomaini restauratrice, che insieme ad alcuni restauratori ucraini ospiti al Museo Egizio, sta lavorando per salvare la storia e la memoria del Paese tramite Chief Onlus; Christian Greco direttore del Museo Egizio di Torino, Edith Gabrielli, direttrice del Vittoriano di Roma e di Palazzo Venezia, Teresa Calvano, storica dell’arte, Micol Forti direttrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, che condivideranno il loro pensiero sul dovere di salvaguardare l’Arte per tenere vive le Culture e le Tradizioni dei popoli. In Ucraina sono state raccolte le testimonianze, tra gli altri, di Nadiya Biriyk, direttrice del museo di Ivankiv, di Igor Poshyvailo direttore del Maidan Museum e di Volodymyr Sheiko, Direttore Generale dell’Ukrainian Institute.
Creando un ponte tra Ucraina ed Italia, “L’arte della guerra” lancia un preciso messaggio: salvare l’arte equivale a salvare la storia, la memoria e l’identità di un Paese. Le opere d’arte non sono solo oggetti carichi di bellezza fine a sé stessa ma simboleggiano l’eredità da preservare e affidare alle nuove generazioni, affinché possa essere promossa la pace e si possa educare al bello, perseguendo la volontà di salvaguardare il patrimonio inestimabile di cui siamo custodi.