Potenziare lo strumento dell’Art Bonus attraverso la tokenizzazione dei crediti d’imposta – e la loro circolazione – per le erogazioni a sostegno della cultura, utilizzando la tecnologia e il controllo di legalità notarile. È la proposta del Notariato per dare impulso al mecenatismo culturale in Italia presentata oggi a Roma – presso il Maxxi – in occasione del Convegno di studio: “Notariato e nuove tecnologie a servizio del patrimonio artistico e museale. Realtà virtuale e garanzie”, organizzato dalla Fondazione Italiana del Notariato in collaborazione con Notartel Spa, la società informatica del Consiglio Nazionale del Notariato.
Sul fronte pubblico, l’Italia soffre di risorse talvolta insufficienti per la tutela e lo sviluppo del patrimonio artistico e culturale a fronte del valore strategico che questa risorsa rappresenta, e non ha ancora colto appieno il potenziale dato dalle nuove tecnologie digitali. La proposta avanzata dal Notariato consiste nella creazione di un registro digitale degli investimenti a favore del patrimonio culturale ed artistico Italiano (musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali) attraverso la tokenizzazione del credito fiscale conseguente alle erogazioni liberali.
L’intervento del notaio nella tokenizzazione del credito:
– identifica il mecenate, verifica la correttezza della richiesta di sovvenzione di un’opera/attività;
– effettua le verifiche previste dalle normative e assicura il rispetto dei controlli antiriciclaggio;
– assicura la regolarità formale dell’erogazione per evitare futuri contenziosi;
– facilita le erogazioni da parte di soggetti stranieri.
Una volta tokenizzato il credito, in maniera certa e garantita dal notaio, questo potrebbe essere ceduto sia a banche sia ad altri soggetti privati avendo la possibilità di mantenere un tracciamento dell’effettivo titolare del credito.
La cessione del credito potrebbe essere un utile volano per l’iniziativa dell’Art Bonus, in quanto esso diventerebbe maggiormente appetibile per i soggetti stranieri i quali – in mancanza di redditi in Italia – non avrebbero alcuna possibilità di beneficiare del credito d’imposta.
“La proposta del Notariato nasce dalla volontà di sostenere il patrimonio culturale italiano attraendo anche investimenti dall’estero. – ha dichiarato Giulio Biino, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – L’utilizzo della tecnologia può rivelarsi utile nel semplificare questo percorso, senza con ciò rinunciare alla trasparenza delle operazioni che deve sempre ispirare l’attività dello Stato e dei privati in questo settore”.
“L’obiettivo di questo convegno è anche quello di illustrare il contributo che il Notariato può dare nel campo dei beni culturali ed artistici – afferma Antonio Areniello, Presidente della Fondazione Italiana del Notariato – promuovendo un approccio multidisciplinare alla formazione tra competenze giuridiche e digitali.”
Autenticità delle opere d’arte.
Altra problematica affrontata riguarda la contraffazione che coinvolge sia il segmento dell’arte contemporanea sia quello dei reperti archeologici.
Il problema dell’autenticità di un’opera d’arte (e della relativa certificazione) è una questione fondamentale nell’ambito del mercato dell’arte, in quanto incide in maniera significativa sulla valutazione della stessa sia dal punto di vista artistico sia da un punto di vista economico. In Italia non esiste alcuna modalità di certificazione “ufficiale” dell’autenticità di un’opera d’arte. Il Notariato si propone di creare un registro volontario delle opere d’arte che raccolga dati “anagrafici” ed evidenze biometriche dell’opera stessa, e che produca una certificazione delle caratteristiche dell’opera e della relazione biunivoca con il suo autore, anche in collaborazione con Archivi e Fondazioni per gli artisti non più viventi.
“Il notaio – ha ricordato Vincenzo Gunnella, Presidente Notartel s.p.a. e Consigliere Nazionale del Notariato con delega all’Informatica – può certificare, quindi, l’opera d’arte e autenticarne la provenienza e attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie basate sui registri distribuiti – blockchain – potrebbe, inoltre, creare un sistema di circolazione sicura, tracciabile e garantita. Questo consentirebbe – ha proseguito Gunnella – di evitare (o comunque fortemente limitare) eventuali plagi, contraffazioni e violazioni del diritto d’autore ovvero ancora abusi legati a diffusione illecite o altre violazioni di diritti patrimoniali dell’opera. Inoltre, permetterebbe di rendere certe le transazioni, grazie alla ricostruzione e registrazione dei passaggi intermedi, e permetterebbe l’allargamento del mercato dell’arte anche a “non addetti” spesso tagliati fuori da questo settore”.