Alla volta del quarto anno, (senza pause, anche nel periodo pandemico, la sessione del 2020 si era svolta regolarmente, nel mese di settembre), il progetto di esplorazione e ricerca “Mediterranei Invisibili”, ideato da Alfonso Femia, era diventato quasi una piccola istituzione, un evento atteso alla scala locale, con riverberi ampi su quella nazionale.
Era il momento di crescere e osare: così è nata la Biennale dello Stretto, con un prequel a Palazzo Macuto a Roma, nell’aprile di quest’anno, e con l’endorsement di Vittorio Sgarbi e del Ministro del Turismo della precedente legislatura, Fabrizio Garavaglia. Obiettivo dichiarato quello di richiamare l’attenzione sul Mediterraneo meridionale e medio-orientale e di spostare il baricentro culturale dall’area mitteleuropea a quella del Sud, complementare arricchimento di un processo culturale internazionale unificante.
La 1° Mostra Internazionale di Arte, Architettura, Paesaggio, Scrittura Video e Fotografia dello Stretto si è svolta dal 30 settembre al 18 dicembre 2022, curata dall’architetto, Alfonso Femia e dalla professoressa Francesca Moraci. Tema della mostra “Le tre linee d’acqua”
“Il tema che abbiamo proposto, “Le tre linee d’acqua” fa riferimento alla peculiarità del territorio mediterraneo, accomunato dalla terna geomorfologica delle linee di crinale, di piana e di costa. L’emergenza climatica esaspera le criticità tettoniche naturali e genera situazioni emergenziali acute con un’intensificazione dei tempi di ritorno. Questo scenario ambientale acutizza diseguaglianze economiche, sociali e territoriali in tutte le regioni mediterranee. La Biennale ha chiamato a raccolta architetti, artisti, fotografi, antropologi, scrittori, giornalisti per immaginare formule di adattamento e mitigazione e per pensare a progettualità innovative, ben ancorate alla storia e alla memoria dei luoghi”. hanno commentato Alfonso Femia e Francesca Moraci.
In 80 giorni di Biennale, dal 30 settembre al 18 dicembre, abbiamo provato a fare un’esperienza quasi verniana … “il giro del Mediterraneo”, indagandone luoghi, architettura, arte, cultura materiale e immateriale. La scommessa da vincere è stata quella di dimostrare che lo Stretto e il Mediterraneo sono attrattori e insieme propulsori di esperienze e innovazione e che, a pieno titolo, possiedono tutte le potenzialità di connessione e di sviluppo per il prossimo futuro.
La Mostra Internazionale ha compreso i lavori di 137 architetti, di cui 21 under 35, 10 fotografi, 18 artisti, per un complessivo di 112 progetti e opere esposte al Forte Batteria Siacci a Campo Calabro. Più di 10mila persone hanno visitato, in due mesi e mezzo, la Biennale (con apertura dell’esposizione nei week end e il giovedì mattina).
I talk sono stati complessivamente 42 in 9 giorni (dal 30 settembre al 4 ottobre, tra Reggio Calabria, Messina e Campo Calabro; dal 25 al 26 novembre a Messina e dal 17 al 18 dicembre a Reggio Calabria) con 170 talker e 12 lecture.
Nel contesto della Biennale hanno trovato spazio tre premi, istituiti dai curatori con l’obiettivo di mettere in evidenza il valore compositivo e comunicativo dei progetti, di individuare formule innovative dl pensiero e di suscitare il desiderio di alimentare il territorio dello Stretto con la cultura.
Sono stati premiati, il 1° ottobre scorso al Museo Archeologico di Reggio Calabria, tre progettisti under 35 vincitori della Challenge to Action lanciata nel mese di luglio con la provocazione di associare una parola d’acqua a un instant project.
Nella sessione di novembre della Biennale, al Palacultura di Messina, sono stati premiati i migliori progetti esito della Call to Action internazionale con il Premio Città Metropolitane dello Stretto, suddivisi in categorie diverse, includendo anche la scrittura come efficace espressione progettuale e narrativa di luoghi e territori.
Infine, nella sessione conclusiva, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, domenica 18 dicembre, il Premio La Biennale dello Stretto è stato conferito a quattro architetti internazionali che si caratterizzano per una spiccata attitudine alla mediterraneità progettuale.
Anche la Biennale ha vinto un premio : l’associazione culturale Anassilaos ha conferito, lo scorso 18 novembre, il Premio alla Cultura al progetto de La Biennale dello Stretto. Hanno condiviso il progetto, partecipando ai dibattiti, personaggi del calibro di Oriol Capdevila Arus, MBM Arquitectes, Marc Barani, Atelier Marc Barani e Carmen Santana, Archikubik architetti internazionali; Livio De Luca, direttore del Centro Nazionale delle Ricerche francese; Giuseppe Smorto, giornalista di Repubblica; Cristiano Travaglioli, montatore, premio Oscar per la Grande Bellezza, Stefano Savona, regista, vincitore a Cannes per la sezione documentari; Enrico Puja, dirigente Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile; Elena Granata, urbanista e scrittrice, Politecnico di Milano, Gioacchino Criaco, scrittore, Andrea Di Consoli, scrittore e giornalista, Mauro Francesco Minervino, Vito Teti, antropologi e scrittori; Anna Mallamo, Annarosa Macrì giornaliste, Mosè Ricci, vincitore all’Accademia dei Lincei con la ricerca Le vie del Mediterraneo, Delio Miotti, Svimez, Antonio Presti, Fondazione Fiumara Arte e Andrea Bartoli, Favara Cultural Farm, Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura; Emilio Casalini, giornalista, Carmelo Malacrino, Barbara Guida, Luca Molinari, Ilaria Bonacassa, Orazio Micali, direttori di importanti musei italiani; Alice Pasquini, artista.
La Biennale è stata organizzata da 500×100, con il sostegno e il coordinamento delle Città Metropolitane di Reggio Calabria e di Messina e degli Ordini degli Architetti di Reggio Calabria e di Messina che hanno formalizzato la collaborazione in un protocollo d’intesa, firmato e condiviso lo scorso 16 giugno. Abbiamo raccolto le testimonianze più rappresentative del team (più di 150 persone operative da Genova, Milano, Parigi, Reggio Calabria, Messina, Campo Calabro).
“Una visione di futuro completamente diversa, una dimensione più ampia ed un nuovo punto di vista, che va al di là delle questioni quotidiane da affrontare, oltre le emergenze vissute dai territorio, che guarda allo Stretto come un’entità unica, con una sua identità determinata, con sue potenzialità comuni e con una prospettiva di crescita reciproca“. Carmelo Versace, sindaco ff della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
“La Biennale ha rappresentato un vero e proprio volano di sviluppo territoriale” Federico Basile, sindaco città metropolitana di Messina.
“Un evento straordinario per il territorio dello Stretto, con l’auspicio che diventi invece “ordinario”, un progetto culturale che interessa l’intera collettività, tutta la popolazione residente e non solo”. Ilario Tassone, presidente Ordine Architetti Reggio Calabria.
“La Biennale è un evento straordinario che mette insieme più territori ed espressioni artistiche con e nel Mediterraneo. Vorrei che, attraverso questa Biennale, il Mediterraneo tornasse al centro dei ragionamenti di tutte le nazioni” Pino Falzea, presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina.
“La Biennale è la dimostrazione che passione e impegno possono realizzare progetti, visioni e anche sogni. E finalmente hanno permesso di affrancare il Sud dai luoghi comuni e dagli stereotipi che lo affliggono. Questo evento ci ha restituito l’orgoglio di appartenere a questi luoghi”. Mariangela Cama, coordinamento generale La Biennale dello Stretto.
“La Biennale ha generato quello che volevamo, un vero movimento culturale”. Giacomo Chirico, comitato indirizzo e monitoraggio La Biennale dello Stretto.
“La Biennale è stata un momento di vibrazioni emotive, culturali, architettoniche e soprattutto dell’anima”. Salvatore Vermiglio, comitato direttivo La Biennale dello Stretto.
“La Biennale è un inizio, una sorta di genesi culturale per alimentari differenti visioni mediterranee”. Simonetta Cenci comitato direttivo La Biennale dello Stretto.
“La Biennale dello Stretto non è propriamente una biennale di architettura anche se l’architettura è molto presente e chiamata a responsabilità molto alte”. Giorgio Tartaro coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto.
“Immaginare orizzonti futuri che si traducano in traiettorie di sviluppo e generazione di valore per l’ecosistema mediterraneo: è ciò che la Biennale non solo si propone di fare, ma ha già iniziato a costruire”. Giuseppe Capicotto, comitato direttivo La Biennale dello Stretto.
“La Biennale dello Stretto ha un approccio generativo, disegna nuove traiettorie e rotte sulle mappe mediterranee attraverso l’investimento culturale”. Luciano Marabello, coordinamento scientifico La Biennale dello Stretto.
“Ci sono due anime nella Biennale dello Stretto: quella territoriale locale e quella che dallo Stretto traguarda gli orizzonti prossimi e lontani del Mediterraneo. E va oltre verso lo scenario mondiale in cui si stanno ridefinendo i riferimenti geopolitici, commerciali, i transiti e le rotte”. Roberta De Ciechi, assistente alla curatela La Biennale dello Stretto.
Le battute conclusive si sono svolte a Campo Calabro al Forte Batteria Siacci.
“Chiudiamo questa manifestazione con l’orgoglio di aver fatto bene un lavoro e di aver rigenerato un luogo e il suo paese Campo Calabro. Vorremmo diventasse sede permanente della Biennale per la Calabria, per l’Europa e, senza presunzione, per mondo” ha esordito Rocco Repaci.
Secondo Carmelo Versace, sindaco ff della Città metropolitana di Reggio Calabria, dal confronto con chi ha una visione diversa del territorio, è nata una riflessione su altre possibili rotte. La Biennale non riguarda solo Campo Calabro o Messina, bensì l’intero Sud con il suo respiro mediterraneo.
“Una pausa, non già di una conclusione con l’auspicio di proseguire insieme il percorso cominciato, arrivando a una Fondazione Biennale dello Stretto” è stata la riflessione di Ilario Tassone, presidente OAPPC Reggio Calabria, unanimemente condivisa.
Fondamentale il contributo del collettivo Techne, di tutti gli artisti e di Aldo Zucco con l’Accademia di Belle Arti di Catania che hanno contribuito a rivelare, attraverso le opere esposte a Forte Siacci, un luogo straordinario.
Hanno chiuso Alfonso Femia e Francesca Moraci “Con la Biennale dello Stretto qualcosa è successo, un capovolgimento di sguardi e prospettive, la rivelazione di potenzialità celate. Tra le tante parole dette e i ringraziamenti per l’impegno corale si è aggiunta la fiducia in un “altro futuro” che, partendo dallo Stretto, si dipana verso l’intorno mediterraneo. Lo Stretto magnete e attrattore nella memoria ritorna a essere fulcro geo-culturale in questo complicato tempo in cui persino la storia accelera”.