Dal 29 marzo al 2 aprile, torna l’appuntamento con Pordenone Docs Fest. Le voci del documentario, il festival di Cinemazero giunto alla sua XVI edizione: per cinque giorni la città si trasforma in un osservatorio privilegiato sulla contemporaneità, offrendoci sguardi di autori internazionali e italiani che col documentario sono capaci di innescare riflessioni, cambiamento e partecipazione.
Tanti i film in anteprima nazionale che affrontano temi di stringente attualità – dai diritti delle donne raccontati da My name is happy di Nick Read e Ayse Toprak, all’ecologia di The oil machine di Emma Davie – uno spettro ampio di istanze raccontate dal meglio della produzione documentaria accuratamente selezionata nei principali festival internazionali.
Al Pordenone Docs Fest, la forza della realtà diventa narrazione e alimenta la produzione di nuovi percorsi e contenuti culturali, con un impegno continuo votato all’inclusività. Accanto alle proiezioni tante tavole rotonde, panel, appuntamenti per il pubblico e gli addetti ai lavori, approfondimenti con ospiti per espandersi oltre il limite delle giornate di proiezioni.
Tra le declinazioni presentate dalla manifestazione, Donne con la macchina da presa – retrospettiva curata da Federico Rossin in collaborazione con i principali archivi italiani – ripercorre le origini del documentario femminista italiano, le cui proiezioni diventano un’occasione per chiedersi a quali film del passato le giovani militanti di oggi possono guardare, riconoscendovi i primi passi di una battaglia culturale ancora in corso.
Dal femminismo alla comunicazione culturale inclusiva, un approfondimento su come le principali realtà culturali italiane e internazionali stiano lavorando per promuovere un linguaggio e delle strategie volte all’inclusività e alla decolonizzazione dello sguardo. Lo spunto è offerto dalla visione del film olandese White balls on walls di Sarah Vos – altra anteprima nazionale – che racconta come il direttore dello Stedelijk, il Museo di Arte moderna di Amsterdam, per poter accedere a fondi pubblici sia stato indotto a includere nello staff e tra gli artisti, persone che non fossero solo maschi bianchi.
Dare spazio e visibilità ai giovani talenti è una delle missioni che il Pordenone Docs Festsi è dato, e che concretizza in questa edizione con due nuovi progetti: Italian Doc Future in cui si offre ad alcuni giovani autori una vetrina per mostrare il proprio lavoro accanto a professionisti consolidati, un’originale forma di supporto concreto che ha il doppio scopo di sostenere la produzione di qualità e permettere al pubblico di vedere film che diversamente gli sarebbero preclusi a causa di logiche di distribuzione soffocanti.
Il secondo progetto è Nord / Est / Doc / Camp prima edizione di un laboratorio di consulenza e tutoraggio a tappe per creazioni documentarie in fase di ultimazione, prodotte in Triveneto.
L’iniziativa nasce dall’incontro con il Trento Film Festival e l’Euganea Film Festival (che ospiteranno le fasi successive, dopo la prima a Pordenone), con il sostegno di IDM Film Commission Südtirol, Trentino Film Commission, Veneto Film Commission, Friuli-Venezia Giulia Film Commission e in collaborazione con Fondo Audiovisivo FVG.
Tra le novità anche il coinvolgimento di un artista per realizzare l’immagine guida del festival che per la XVI edizione è Mattia Balsamini, fotografo under 35 di Pordenone già affermato a livello internazionale, di cui il festival – per la sua consolidata tradizione di sensibilità ecologica – promuoverà il suo nuovo progetto Protegem Noctem dedicato al tema della riduzione dell’inquinamento luminoso e la protezione del buio, in via di “sparizione”.
Celebra questa collaborazione anche con la mostra personale dell’artista ospitata dalla Galleria Bertoia a cura di Matete Martini e organizzata dal Comune di Pordenone con Pordenone Docs Fest, motore di produzione culturale a 360 gradi.
A conferma della storica attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale del festival, da quest’anno l’organizzazione ha realizzato anche un Manifesto Green in cui si assume formalmente una serie di impegni riassunti in dieci punti, nei confronti del pubblico, della cittadinanza e dei sostenitori pubblici e privati: www.pordenonedocsfest.it/il-nostro-manifesto-green.
“Pordenone Docs Fest vuole raccontare anche quest’anno la realtà con qualità, andando oltre il sensazionalismo mediatico e l’infinità di immagini viste, prodotte e rilanciate in continuo. – Dice Riccardo Costantini curatore del festival – attraverso i tanti film, tutti in anteprima nazionale, che si vedranno a Cinemazero e le moltissime occasioni di approfondimento, invitiamo il pubblico a spegnere le luci, a rallentare e darsi il tempo di riflettere, a ripensare l’attualità grazie alla forza dei grandi documentari”.