Ancora una volta si chiede al Presidente della Repubblica un intervento a favore dei veicoli storici

Ancora una volta si chiede al Presidente della Repubblica un intervento a favore dei veicoli storici

Foto Roberto Monaldo / LaPresse20-11-2021 Roma Nella foto Lancia Flaminia presidenziale

L’Automotoclub Storico Italiano e i Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia (enti certificatori di cui all’art. 60 del Codice della Strada) hanno presentato un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma che vietano la circolazione dei veicoli storici, poiché compresi senza opportuna distinzione nel parco circolante più datato e inquinante.

La FMI (Federazione Motociclistica Italiana), anch’essa molto attiva nel tentativo di dialogo con il Comune di Roma per chiedere l’attivazione di opportune deroghe, è stata chiamata in causa come parte interessata e avrà modo di intervenire ad adiuvandum per sostenere l’iniziativa a fronte del Presidente della Repubblica.

In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli – spiega Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italianoe, di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi ultimi che risultano certificati come storici è del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare la risorsa culturale ed economica che sono per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione. Pur essendo pochi e percorrendo una media chilometrica annua bassissima (1000 km circa) in fase di trattativa ASI non ha chiesto ai rappresentanti di Roma Capitale di farli circolare liberamente ma mantenendo alcune opportune limitazioni.

Entrando nello specifico sul territorio della Città Metropolitana di Roma i veicoli d’uso quotidiano circolanti (dati MTCT) sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato alla Motorizzazione sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorre annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano (fonte: censimento FIVA e dati compagnie assicurative).

È solo per questi veicoli che si chiede una deroga, perché i veicoli storici certificati sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale e la loro possibilità di circolare in maniera controllata rientra tra le azioni di tutela e salvaguardia: se non circolano, i veicoli storici muoiono e con loro muore tutto il mondo ad essi collegato, causando enormi danni sociali, culturali ed economici. Non si tratta di privilegi, ma di tutele nei confronti di un patrimonio storico, culturale, tecnologico ed artistico italiano che non ha pari al mondo.

ASI ha dialogato con l’amministrazione di Roma Capitale – sottolinea il presidente Scuroportando proposte mirate alla possibilità di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l’uso quotidiano e pendolare. Inoltre, proponiamo di monitorare, a un anno dall’entrata in vigore delle eventuali deroghe, il loro effetto. Essendo i veicoli storici per cui chiediamo le deroghe registrati alla Motorizzazione, il loro numero e la loro anzianità sono facilmente valutabili. Proponiamo di monitorarli e di valutare dei correttivi dopo dodici mesi dalla loro applicazione, nella massima trasparenza e concretezza.

Il settore dei veicoli storici ha un’importanza enorme, come già dimostrato da un Decreto del Presidente della Repubblica che nel 2022 aveva concordato sull’opportunità di una diversa declinazione delle limitazioni alla circolazione e delle relative deroghe con riguardo ai mezzi storici, “che tenga conto della salvaguardia dei valori e degli interessi del collezionismo privato”.

Ancora prima, l’ASI aveva raggiunto un altro importante traguardo quando il Presidente della Repubblica aveva accolto il Ricorso Straordinario presentato dalla Federazione per ottenere l’annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Piemonte, Città Metropolitana e Comune di Torino sui divieti alla circolazione dei veicoli storici. L’istanza era stata presentata a fine 2019 e già nei mesi successivi le istituzioni piemontesi avevano recepito le motivazioni dell’ASI varando la Legge Regionale del Piemonte 27/2020 per la “Valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico”.
Ci aspettiamo – commenta il presidente ASI – che anche questo nuovo Ricorso Straordinario, avanzato con le stesse motivazioni e finalità del precedente, possa essere accolto affinché gli appassionati possano essere tutelati anche nella Capitale, dove i provvedimenti adottati non sono proporzionali alla problematica creata dai veicoli storici certificati. Siamo peraltro fiduciosi che il dialogo col Comune possa continuare per arrivare a soluzioni condivise e soddisfacenti per tutti.”

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