Fino al 14 ottobre 2023, un dialogo tra la pittura di Paolo Maggis e la video arte di Vanessa Pey. Il progetto, per la prima volta in Italia, parla di identità e di un essere umano che si esprime e trasforma attraverso il corpo ed il suo movimento. Parla di un essere poetico sensuale che trova nell’instabilità e nel disequilibrio la sua forma di esistere.
INTERSECTION è un progetto che nasce nel 2022, presentato lo scorso ottobre a Barcellona presso Espacio Privado Barcelona. INTERSECTION #1 ha visto la direzione artistica di Silvia Cabrera Vilaplana con testo di Gabriel Virgilio Luciani. L’obiettivo è quello di creare un format artistico itinerante che si adatti e si lasci contaminare dai diversi luoghi espositivi.
Paolo Maggis e Vanessa Pey hanno creato, per l’occasione delle istallazioni site-specific. Lo spazio di Associazione 21 diventa quindi una scatola magica, un universo indipendente in cui i due artisti agiscono. La pittura e la video arte di Paolo Maggis e Vanessa Pey si fondono, alterando lo spazio espositivo reso ancora più suggestivo dalla colonna sonora dell’istallazione Superficial Acts of Metaphysical Rebellion di Flavio Ferri e Ulrich Sandner.
In INTERSECTION #2, l’interazione tra le discipline crea nuovi orizzonti di percezione e obbliga lo spettatore e rivedere la sua posizione rispetto alla fruizione dell’opera. I vari media e i diversi linguaggi interagendo creano la necessità nello spettatore di confrontarsi con un nuovo tipo di visione: l’occhio deve sentire l’immagine ed avvicinarsi ad essa in modalità nuova. La lettura dell’immagine viene quindi rimessa in discussione.
L’immagine pittorica statica e l’immagine video interagiscono toccandosi, sovrapponendosi e autoalimentandosi. Il video perde la sua conformazione di schermo ortogonale atto alla narrazione fondendosi nell’astrazione dell’opera pittorica. In mostra, opere dal grande impatto emotivo, in cui soggetto e pittura scuotono chi le guarda.
La pelle e la carne dei soggetti rappresentati sembra tremare scossa da una pittura gestuale e nervosa che a tratti delimita ed a tratti cancella i limiti tra immagine e spazio. Una mano che stringe un collo, un volto che sembra esalare rivolto al cielo, un corpo contorto, il dettaglio di un piede che danza, amplificano attraverso il soggetto l’effetto drammatico. Un soggetto che si apre a molteplici interpretazioni senza mai trovarne una definitiva. Unisce infatti il lavoro dei due artisti la poetica del corpo; corpo che perde la sua connotazione realista trasformandosi in un espediente espressivo per creare linee di luci ed ombre dai forti contrasti.
Queste linee spaccano lo spazio, lo sezionano e lo destrutturano creando tensioni visive che si intersecano in nuove geometrie. In mezzo a questo gioco di linee, tensioni e pulsare della luce, dettagli naturalistici inchiodano l’immagine alla realtà svelandone origine destino in un processo emozionale umano, che sfonda le barriere del limite logico razionale creando una esperienza tesa ad abbracciare il sentire umano più completo.