Bologna nella TOP 10 delle destinazioni globali LGBTQ+ friendly & la nuova ricerca di Booking.com

Bologna nella TOP 10 delle destinazioni globali LGBTQ+ friendly & la nuova ricerca di Booking.com

Bologna le 2 torri Asinelli-Garisenda

In occasione del Proud di Bologna, che si terrà sabato 6 luglio, Booking.com pubblica l’ultima ricerca sui viaggi LGBTQ+, con l’obiettivo di rendere il mondo davvero alla portata di tutti, rivela che i viaggiatori devono ancora affrontare sfide significative.

ùPiù della metà (59%) dei viaggiatori LGBTQ+ ha subito discriminazioni mentre era in viaggio e questa percentuale sale al 63% per le persone che hanno già fatto coming out**, al 64% per quelle che hanno un partner e al 68% per quelle che si considerano sostenitrici dei cambiamenti e dei diritti LGBTQ+***. I viaggiatori LGBTQ+ si aspettano di subire una qualche forma di discriminazione sia dai compagni di viaggio (55%) che dalle persone del posto nelle destinazioni scelte (57%). Parallelamente, il 51% dei viaggiatori affermano di essere diventati più insicuri e a disagio proprio perché LGBTQ+. La situazione è ancora più preoccupante per chi si identifica come transgender (64%), intersessuale (57%) e non binario (56%).

Nonostante ciò, i viaggiatori LGBTQ+ stanno affrontando la realtà con grande responsabilità. Dalla scelta ponderata della destinazione alla prenotazione anticipata dei posti in aereo, alla creazione di alter ego, le persone LGBTQ+ assumono sempre più il controllo dei loro viaggi per affrontare in sicurezza sfide diverse e vivere le esperienze migliori.

Considerazioni sulla destinazione

Probabilmente a causa delle attuali incertezze economiche in molte parti del mondo, per due viaggiatori LGBTQ+ su tre (66%) la preoccupazione maggiore è trovare un alloggio che rientri nel proprio budget. Oltre a queste considerazioni di carattere economico, per più di tre persone su cinque (63%) ciò che conta di più è la possibilità di essere se stesse mentre sono in viaggio. Tra tutti i viaggiatori LGBTQ+:

  • Il 55% ritiene che la legislazione locale di una destinazione in materia di diritti umani, uguaglianza e matrimonio LGBTQ+ sia un fattore importante.
  • Il 51% valuta se la destinazione è più o meno aperta nei confronti delle persone LGBTQ+ rispetto al proprio Paese. 
  • Il 50% prende in considerazione le notizie che ha sentito o letto sulle esperienze dei viaggiatori LGBTQ+ stranieri.


Queste preoccupazioni hanno chiaramente influenzato la percezione e il processo decisionale dei viaggiatori LGBTQ+. Il 43% degli intervistati, infatti, ha cancellato un viaggio nell’ultimo anno perché ha saputo che la destinazione scelta non è favorevole alle persone LGBTQ+ del posto. Questo atteggiamento è più comune tra i genitori LGBTQ+ (48%) rispetto a chi non è genitore (40%), ma lo è ancora di più tra i viaggiatori transgender (59%) e intersessuali (56%). D’altra parte, più della metà (56%) dei viaggiatori LGBTQ+ negli ultimi 12 mesi ha prenotato un viaggio in una destinazione considerata solidale con i residenti che si identificano come LGBTQ+. In particolare, i più propensi a viaggiare verso questo tipo di destinazione (62%) sono i millennial, mentre la “generazione silenziosa” è la meno propensa (21%).

Dovendo scegliere, oltre la metà (57%) dichiara di preferire destinazioni in cui il turismo LGBTQ+ è già ben consolidato, rispetto al 43% che prenderebbe invece in considerazione luoghi in cui, con la propria presenza, potrebbe contribuire ad accrescere la consapevolezza e l’accettazione a livello sociale. Anche lo spirito del tempo è importante nel processo decisionale: quasi due terzi (65%) dei viaggiatori LGBTQ+ affermano di essere più propensi a prenotare esperienze di viaggio ispirate alla cultura pop LGBTQ+ e i più propensi in assoluto sono i millennial (70%).

Preparativi prima del volo

Una volta decisa la destinazione, i viaggiatori LGBTQ+ prendono misure proattive per tenere a bada i timori di possibili discriminazioni durante il volo. Quasi un viaggiatore su tre (31%) ha avuto un’esperienza negativa con un altro passeggero del volo direttamente riconducibile alla propria identità, mentre il 36% ha espresso apprensione all’idea di dover sedere accanto a un estraneo per timore della sua reazione o del suo comportamento nei confronti di una persona LGBTQ+. Quest’ultima preoccupazione è più comune tra le persone transgender (57%), intersessuali (48%) o non binarie (44%). Di conseguenza, il 46% dei viaggiatori LGBTQ+, soprattutto se transgender (61%), intersessuale (55%) e non-binario (50%), preferisce scegliere in anticipo un posto che consenta di ridurre al minimo l’interazione con gli altri passeggeri per timore di subire discriminazioni.

Modifica del comportamento e personalità in viaggio

I viaggiatori LGBTQ+ assumono volutamente personalità diverse per tutelarsi mentre sono in viaggio. Due quinti (40%) dei viaggiatori LGBTQ+ dichiarano di modificare il loro aspetto e il loro comportamento per evitare potenziali discriminazioni o attenzioni indesiderate, mentre il 41% ha creato un alter ego per muoversi in ambienti diversi mentre è in viaggio. Questo comportamento è più comune tra viaggiatori transgender (59%) e persone lesbiche (47%). Gli alter ego vengono creati soprattutto per proteggersi e sentirsi al sicuro (41%). Un viaggiatore su tre (35%) lo fa per adattarsi alla sensibilità culturale della destinazione scelta.

Ally del settore turistico

Al di là delle decisioni personali, i viaggiatori LGBTQ+ riconoscono i progressi compiuti nel settore dei viaggi. Il 73% delle persone dichiara infatti di essersi sentito più a suo agio viaggiando, proprio grazie a una maggiore inclusività. Questa affermazione è valida soprattutto per chi ha già fatto coming out (76%), ma anche per il 65% di chi non lo ha ancora fatto.
Viaggiare in destinazioni in cui è in vigore una legislazione adeguata accresce il senso di inclusività che si riflette nelle interazioni con chi lavora nel settore turistico: l’83% dei viaggiatori LGBTQ+ si sente a proprio agio quando fa il check-in presso la struttura scelta, l’80% quando comunica con i proprietari degli alloggi e con il personale delle compagnie aeree e l’82% quando interagisce con i professionisti del settore una volta raggiunta la destinazione, come guide turistiche, assistenti di volo e tassisti. Inoltre, alla domanda su quali funzionalità dovrebbero offrire le aziende del settore per migliorare le esperienze di viaggio, il 28% dei viaggiatori LGBTQ+ ha risposto filtri per trovare facilmente le strutture che assicurano un’esperienza accogliente. Questo aspetto è particolarmente importante per i viaggiatori transgender (49%) e genderfluid (40%).

“Noi di Booking.com crediamo fortemente che ognuno debba sentirsi libero di essere se stesso, anche in viaggio” afferma Arjan Dijk, CMO and Senior Vice President at Booking.com. “Come uomo gay, sfortunatamente conosco in prima persona le sfide che ancora restano da affrontare in molte parti del mondo, inclusi purtroppo gli avvisi di viaggio già emessi in vista degli eventi del Pride di quest’anno. Nonostante ciò, mi sento incredibilmente orgoglioso nel vedere come i viaggiatori LGBTQ+ stiano diventando resilienti e accolgano le esperienze vissute, sia a casa che in viaggio. A dispetto dei progressi reali e tangibili, dobbiamo rimanere vigili e fare la nostra parte affinché proprio tutti possano viaggiare facilmente a testa alta.”

Dal lancio nel 2021, il programma Travel Proud di Booking.com offre corsi gratuiti e inclusivi sull’ospitalità, per aiutare le strutture a comprendere meglio le sfide specifiche affrontate dai viaggiatori LGBTQ+ e a capire cosa si può fare per far sentire ogni ospite a proprio agio, indipendentemente dalla sua provenienza, da chi ama o da come si identifica. L’offerta formativa è disponibile in inglese, italiano, francese, spagnolo, portoghese brasiliano, croato, giapponese, greco, portoghese, tailandese e tedesco, con sessioni regolari. Al momento, su Booking.com sono presenti più di 67.000 strutture Travel Proud Certified in 133 Paesi e territori e 12.645 città e destinazioni.

Oltre alla collaborazione globale con la International LGBTQ+ Travel Association (IGLTA), Booking.com è ora estremamente orgogliosa di essere uno dei nuovi partner di due organizzazioni che contribuiscono a sottolineare l’impegno di Booking.com per rendere il mondo intero più inclusivo per tutti:

  • Global Equality Fund: questa esclusiva collaborazione tra pubblico e privato riunisce governi ed enti del settore privato che condividono le stesse idee e si impegnano a promuovere e difendere i diritti umani e le libertà delle persone LGBTQ+ in tutto il mondo. Grazie al GEF, governi, aziende e fondazioni collaborano con i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile che si impegnano per proteggere e dare forza ai movimenti e alle persone LGBTQ+.
  • Stonewall National Monument Visitor Center: situato nel Greenwich Village, nel cuore di New York, questo luogo simbolo, che aprirà il 28 giugno 2024, conserva, promuove e celebra l’eredità della storica rivolta di Stonewall e vuole essere un monumento vivente, dedicato ai sostenitori e ai pionieri che ci hanno preceduto, con l’obiettivo di far conoscere gli eventi da cui è nato il movimento per i diritti civili LGBTQ+.
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