Grande soddisfazione per la rappresentanza israeliana alla XXII edizione del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino, che ha avuto luogo lunedì 8 luglio in Campidoglio: sono tre, infatti, i vini a denominazione di origine in arrivo dalle vigne di Israele che si sono messi in evidenza nel corso della prestigiosa rassegna, con l’assegnazione di due ori e di un argento.
Creata per valorizzare l’interazione tra territori e produzioni vitivinicole locali, dando un riconoscimento alle aziende e ai loro territori di riferimento, la manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Nazionale Città del Vino, con l’autorizzazione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e il supporto scientifico dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV).
L’ottimo piazzamento dei vini israeliani è frutto anche della visione agricola del Paese che ha saputo rileggere con occhi nuovi, sempre attenti alla sostenibilità e grazie a un forte impegno per la ricerca, una tradizione millenaria.
La delegazione israeliana che ha preso parte alla cerimonia ha visto la presenza di Lina Slutskin della cantina Kadma e di Nevo Hazan della cantina Nevo , unitamente a Avishai Cohen, Capo del Consiglio regionale del Mateh Yehuda, Lior Iron, Direttore del Dipartimento per il Turismo del Consiglio Regionale, e da Raphael Singer, Ministro per gli Affari scientifici ed Economici dell’ambasciata d’Israele in Italia, che al momento del ricevimento del premio, come riportato in un comunicato dell’Ambasciata, ha commentato: “È con grande onore che Israele partecipa oggi, per la prima volta, al prestigioso Concorso enologico internazionale Città del vino, da cui riceve tre importanti premi, due ori e un argento, per suoi vini a denominazione d’origine prodotti nella splendida regione vinicola della Giudea. La collaborazione tra Italia e Israele in materia idrica e agricola, compreso il settore vitivinicolo, è intensa e il riconoscimento di oggi testimonia di questo nonché della profonda amicizia e condivisione culturale tra i due Paesi. Apprendiamo con preoccupazione della siccità che affligge alcune zone d’Italia e siamo pronti a condividere la nostra importante esperienza in materia e fornire tutto il supporto necessario“.
I vincitori sono due varietà di Petit Verdot, prodotti rispettivamente dalle cantine Kadma e Nevo, e una varietà di Sauvignon Blanc, della cantina Yaffo: per tutte le etichette la zona di provenienza sono le alture della Giudea, cuore verde di Israele, che grazie a una combinazione particolarmente favorevole tra clima e caratteristiche del suolo è altamente vocata per la viticoltura fin dal tardo Neolitico, come riportato da numerose testimonianze storiche e archeologiche, nonché da frequenti riferimenti nella bibbia. Il pavimento roccioso della regione è infatti costituito da rocce sedimentarie di calcite e da strati di marna ed è ricoperto da terre rosse.
Nel corso della cerimonia a Raphael Singer ha fatto eco Avishai Cohen, capo del Consiglio regionale del Mateh Yehuda, manifestando grande soddisfazione per i riconoscimenti ottenuti: “Grazie per aver scelto i nostri vini unici. Il fatto che abbiate scelto la denominazione d’origine ‘Giudea’ è un riconoscimento della professionalità e dell’attenzione per la qualità e il gusto che ci sono a cuore. Grazie per aver premiato il nostro duro lavoro. Sin dai tempi biblici, le colline della Giudea sono rinomate come luogo di produzione vinicola d’eccellenza. Oggi continuiamo a produrre vini di successo usando metodi di produzione antichi combinati con le più recenti conoscenze e tecnologie. La nostra regione, che vi invito a visitare, si trova nel cuore d’Israele e costituisce un ponte tra culture, essendo un modello di cooperazione fruttuosa tra arabi ed ebrei. Il nostro Consiglio è alla testa del circolo degli intenditori di vino in Israele e spero che il riconoscimento internazionale di questi vini faccia incrementare gli amanti di vino israeliano nel mondo“.
Dal 2020, i vini della Giudea e delle sue sotto-regioni “Judean Hills” e “Judean Foothills” possono fregiarsi, unici in Israele, di denominazioni d’origine. In quest’area è inoltre in via di sviluppo il progetto “Wines of The Bible“, promosso da Iter Vitis, itinerario culturale del Consiglio d’Europa, a cui si è associato nel 2023 il ministero del Turismo israeliano: percorso enogastronomico d’eccellenza mette insieme cantine, siti naturali e archeologici per valorizzare il significato del vino nell’identità mediterranea, nonché il suo ruolo di promozione del dialogo interculturale.
Situata nel centro d’Israele tra le città di Gerusalemme e Tel Aviv, la regione vinicola della Giudea è suddivisa, appunto, in due sotto-regioni: “Judean Hills”, attraversata dai rilievi montuosi orientali, e “Judean Foothills”, che comprende le colline a ovest, più vicine al Mediterraneo.
Nell’area sono state rinvenute anche tracce dell’antica industria vitivinicola locale, smantellata nel VII in seguito alla penetrazione islamica. Sono posizionate in tre valli citate nella Bibbia: la valle di Ayalon, a nord-ovest, nominata nel libro di Giosuè nel racconto della conquista d’Israele; la valle di Sorek, a sud, citata nel libro dei Giudici, nell’ambito storia di Sansone, e la valle di Elah, ulteriormente a sud, che fece da teatro al celebre scontro tra il pastore Davide e il gigante Golia.
Con la nascita dello Stato d’Israele, soprattutto a partire dagli anni Novanta, l’attività di produzione vitivinicola è stata ripresa e fatta crescere, arrivando a contare oggi oltre 1500 ettari di filari coltivati sui monti e nelle valli regionali. La vocazione per il vino della Giudea fin dall’antichità è dovuta alle sue condizioni podoclimatiche, che sono ideali sia per le colture a bacca bianca sia per quelle a bacca rossa: le valli fluviali favoriscono la circolazione delle correnti montane al mattino e delle brezze marine al pomeriggio. L’inverno, relativamente fresco e piovoso, concorre a mettere le basi per la stagione vegetativa, e un’escursione termica elevata nelle ore diurne contribuisce al rallentamento della maturazione con un conseguente mantenimento della giusta dose acidità. In particolare, le viti sono coltivate su terrazzamenti lungo i pendii delle colline e nei letti asciutti dei torrenti, chiamati uadi.
I vini vincitori
Medaglia d’oro – Cantina Kadma, varietà Petit Verdot dei monti della Giudea, 2021
Per la sua produzione si impiegano unicamente da uve Petit Verdot ed è caratterizzato da una lenta fermentazione fredda per 4 mesi, a cui segue un invecchiamento in botti di rovere francese per 14 mesi. Il colore è rosso profondo con riflessi violacei, mentre il bouquet rivela un aroma di fiori scuri, spezie delicate e terra, con note legnose di rovere. Pieno e fresco il gusto, con una spiccata presenza di frutti neri e tannini. Il finale è armonico e persistente.
Cantina Kadma
Fondata nel 2010, l’azienda vinicola Kadma si trova nel Moshav di Kfar Uriah, a metà tra Gerusalemme e Tel Aviv. L’azienda, a conduzione familiare, ha riscoperto le antiche tecniche di produzione regionali e si caratterizza, in particolare, per la fermentazione in grandi anfore di terracotta provenienti dalla Georgia, paese d’origine della proprietaria Lina Slutskin. Prodotte da artigiani custodi di una tradizione plurimillenaria, permettono ai vini di Kadma di sviluppare sapori e sentori unici, che hanno portato numerosi premi in concorsi enologici nazionali e internazionali. L’azienda è stata fondata dopo un’attenta ricerca che ha preso in considerazione numerosi siti di produzione nel mondo, in collaborazione con il professor Amos Hadas, autore di “Vite e vino nell’archeologia dell’antico Israele”, e con la consulenza del dottor Arkadi Papikian, tra i migliori produttori di vino in Israele. I vigneti di Kadma si sviluppano su roccia calcarea, sulla sponda meridionale del fiume Nahal Harel e lungo lo sperone del vicino uadi sono presenti anche antichi frantoi.
Medaglia d’oro – Cantina Nevo, varietà Petit Verdot dei monti della Giudea, 2021
100% di uve Petit Verdot anche per il secondo oro. Il vino della cantina Nevo invecchia per 23 mesi in botti di rovere francese Grand Reserve da 300 litri, processo che gli conferisce particolari note legnose. Spiccatamente ricco di tannini, ha un sapore intenso, fruttato e floreale, con note di frutti neri e di erbaceo. Il colore è rosso rubino, profondo e brillante; la consistenza morbida e rotonda con un finale lungo e piacevole. Adatto anche per un lungo invecchiamento.
Cantina Nevo
Fondata nel 2002, l’azienda vinicola Nevo si trova nel Moshav di Mata, nel cuore d’Israele, dove è presente un’area montuosa ideale per la coltivazione della vite, molto soleggiata e con notti fresche, precipitazioni in giusta quantità e terreni ricchi di minerali. L’azienda, a conduzione familiare, è specializzata nella produzione di vini rossi kosher (Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, altro) in serie limitate (per un totale di circa 14.000 bottiglie all’anno). L’invecchiamento avviene in botti di rovere francesi attentamente selezionate e alcune annate, in particolare, sono invecchiate in due fasi, in due tipi differenti di botti.
Medaglia d’argento – Cantina Yaffo, varietà Sauvignon Blanc dei monti della Giudea, 2023
Ottenuto da uve coltivate nel Moshav di Mata, situato sui monti della Giudea, il vino della cantina Yaffo è sottoposto a fermentazione lenta a freddo per conservare ed esaltare gli aromi unici della varietà. Rinfrescante e brioso, ha un gusto fruttato, adatto a piatti leggeri come pesce e salumi.
La cantina Yaffo (Giaffa) è il frutto dalla storia d’amore tra Moshe, uno studente israeliano in Francia, e una giovane alsaziana figlia di viticoltori, Anne. Si conobbero negli anni ‘70 e Moshe, ospite della famiglia di Anne, s’innamorò anche della passione alsaziana per la produzione di vino. Nel 1998, quando la tradizione vitivinicola israeliana si stava consolidando, la coppia decise di dedicarsi a questa produzione, aprendo una piccola cantina a Giaffa, da cui la cantina. La crescita fu rapida e anche per questo, Moshe ed Anna decisero di coronare il loro sogno, trasferendo l’azienda nella valle di Elah. Enologo capo è Stephan, il loro figlio, laureato in agronomia all’Università Ebraica e con una ricca esperienza in materia vitivinicola, maturata anche attraverso soggiorni di studio a Bordeaux e in Sud Africa.
Grande soddisfazione anche per i produttori. Lina Slutskin della cantina Kadma ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di rappresentare la regione vinicola della Giudea, i cui vini sono apprezzati a Roma e in tutto il territorio italico da migliaia di anni. Siamo onorati di aver ottenuto un riconoscimento in questo importante concorso che promuove l’illustre cultura vinicola italiana” e Hasan Nevo della cantina Nevo le ha fatto eco: “Siamo grati e onorati di essere la prima regione vinicola d’Israele ad aver avuto il privilegio di partecipare a questo concorso. In Israele amiamo molto i vini italiani. Personalmente, ho visitato alcune zone vinicole come quella di Montepulciano, e sono rimasto molto colpito dalla qualità del vino e dalla sua unicità“.