“Quella del 2018 in Italia era stata un’estate terribile. Aumentavano ogni giorno di più i viaggi dei migranti, e chi non riusciva ad arrivare a Lampedusa o veniva riportato in Libia, oppure troppo spesso si trasformava da migrante in naufrago. Io non riuscivo a dormire di notte, mi ripetevo che ogni naufrago va salvato, per la legge del mare è sacro”, così racconta Sandro Veronesi il suo coinvolgimento personale nel dramma che si consumava nel Mediterraneo. Aprì una chat, dal nome “Corpi”- i corpi dei migranti appunto – coinvolgendo gli amici, i volenterosi.
Nel gruppo c’era anche Edoardo De Angelis, scrittore e regista. Fu lui a postare sulla chat che l’Ammiraglio Pettorino, allora Comandante della Guardia costiera, in occasione dell’anniversario della fondazione del corpo aveva ricordato la storia di Salvatore Todaro, Comandante della Regia Marina Italiana, che nell’ottobre del 1940, all’inizio del conflitto, con il suo sommergibile aveva salvato l’equipaggio di una nave nemica colpita e affondata. “Il paradosso era che questo salvataggio era avvenuto in tempo di guerra, disobbedendo agli ordini. Perché non farne un film, mi propose Edoardo. La folle idea ci piaceva e nonostante l’enorme impegno finanziario e produttivo – dovevamo ricostruire un sommergibile! – cominciammo a scrivere la sceneggiatura”
Poi arrivò il Covid, e nell’attesa di poter lavorare al film, la sceneggiatura prese anche la forma di un romanzo. Titolo, lo stesso del film che fu poi presentato a Venezia nel 2023, Comandante. Il libro si è classificato primo per la narrativa del “Premio Carlo Marincovich – “Cultura del mare 2024”.