Tra le millenarie pietre dell’antichità greco-romana della Sicilia è di scena la “meraviglia”, tema della sesta edizione del festival, ricca di eventi che esaltano siti di attica bellezza. Una kermesse che privilegia inclusività e accessibilità, come il progetto sperimentale della traduzione simultanea dell’opera lirica nella Lingua dei Segni: così per i non udenti “il silenzio si trasforma in musica”.
Grande successo di pubblico e di critica per il Festival Lirico dei Teatri di Pietra. Ha varcato i confini regionali l’eco dell’esito trionfale che nei giorni scorsi ha premiato gli eventi programmati dal festival nei monumentali teatri a cielo aperto di Tindari e Taormina. Oltre quindicimila presenze, un afflusso senza precedenti nella storia culturale e musicale dei siti archeologici isolani, hanno acclamato due delle sontuose produzioni del festival promosso dal Coro Lirico Siciliano con la direzione artistica del maestro Francesco Costa.
Sold out e standing ovation hanno scandito in entrambi i siti il nuovo allestimento della pucciniana Turandot e l’omaggio ad Ennio Morricone, autentico principe del Novecento musicale italiano.
Il tributo al compositore dell’amore e del sentimento, Giacomo Puccini, in occasione del centenario della morte, ha avuto il suo acme in “Turandot”, inondando le cavee di Taormina e Tindari di magia musicale, intima spiritualità e al tempo stesso possanza vocale, grazie alle superbe prestazioni del Coro Lirico Siciliano, dell’Orchestra Filarmonica della Calabria diretta da Filippo Arlia e dei cantanti coinvolti, tra i quali spiccavano il soprano italo-francese Chrystelle Di Marco nel ruolo eponimo, Eduardo Sandoval in Calaf, Elena Mosuc in Liù. In tale occasione particolare risalto è stato dato all’accessibilità e all’inclusione sociale. Si è infatti rafforzato e continuato il progetto sperimentale e pioniere della traduzione simultanea dell’opera lirica nella Lingua dei Segni, per una vera e propria rivoluzione culturale e sociale. Centinaia di non udenti hanno scandito il tempo di un vero e proprio oltrepassare la stessa essenza della musica, trasformando gli artisti, l’orchestra sinfonica, i danzatori e finanche le pietre millenarie in corpi vibranti e in sensazioni di forte impatto emozionale.
“Siamo davvero commossi – dichiara il maestro Francesco Costa, direttore artistico del festival – perché, come artisti, dopo molti anni di attività abbiamo bisogno sempre di nuovi spunti e motivazioni. Così l’idea di poter donare un sorriso, un’emozione a persone cui solitamente questa forma di arte è sostanzialmente preclusa, ci rende molto orgogliosi e sempre più responsabili della nostra missione nel mondo. È questo che accade quando il silenzio si trasforma in musica“.
Il Festival Lirico dei Teatri di Pietra proseguirà ancora a ritmo serrato per due mesi con oltre quaranta spettacoli in tutta la Sicilia: un calendario itinerante in cui si fondono mito e storia, suggestioni visive e sonore.
Una vera e propria parata di stelle anima il calendario, che si chiuderà il 22 settembre al Teatro Antico di Catania con il concerto di una belcantista del calibro di Diana Damrau, il più grande soprano lirico-leggero dei nostri giorni, per la prima volta in Sicilia.