Nell’ambito di una programmazione coerente, attenta alla qualità delle scelte e all’impegno scientifico, Palazzo Zabarella prosegue il dialogo internazionale con importanti istituzioni museali di fama mondiale. È ora la volta della prestigiosa collaborazione con la Città di Grenoble che attraverso il suo Museo, tra i più importanti in Europa, ha messo a disposizione una significativa selezione della sua ricca raccolta di disegni, svelando una parte della collezione finora inesplorata.
“Con questa mostra affascinante, su cui puntiamo molto e che sorprenderà il nostro pubblico – afferma Federico Bano, Presidente Fondazione Bano – abbiamo voluto proporre un approccio diverso, molto originale, per comprendere le sperimentazioni dei movimenti e dei protagonisti che hanno profondamente rinnovato la visione e la rappresentazione della realtà nella prima metà del Novecento”.
“In mostra i grandi protagonisti delle avanguardie post-impressioniste sviluppatesi prima e dopo la guerra, passando dalle ardite sperimentazioni del cubismo alle provocazioni del dadaismo, alle proiezioni oniriche del surrealismo, all’astrazione, ma tenendo sempre conto della longevità e validità della figurazione prepotentemente riemersa tra gli anni venti e trenta, a ridosso delle istanze del cosiddetto ritorno all’ordine – aggiunge Fernando Mazzocca, Direttore scientifico di Palazzo Zabarella.
Creato nel 1798, il museo di Grenoble ha continuato ad arricchire le sue raccolte di arte antica, moderna e contemporanea fino a giungere oggi ad un patrimonio complessivo di più di 900 opere tra dipinti, sculture e oggetti, e oltre 5000 disegni di epoche diverse. Agli inizi del XX secolo grazie alla ricchezza e alla qualità della sua collezione di arte antica, era già considerato uno dei grandi musei di Francia. Con l’arrivo di Pierre-André Farcy (1882-1950), detto Andry-Farcy, quale direttore dal 1919 al 1949, diventerà il primo museo d’arte moderna francese. Critico, pittore e grafico pubblicitario, Andry-Farcy inserì nelle collezioni i grandi artisti del suo tempo, da Matisse a Picasso, da Bonnard a Léger grazie ad acquisti mirati e importanti donazioni. Nel 1923, in particolare, con il lascito di Agutte-Sembat entrò un insieme unico e considerevole di opere neo-impressioniste (Signac, Cross, Van Rysselberghe) e fauves (Matisse, Derain, Marquet, Vlaminck). I direttori successivi completarono e aggiornarono ulteriormente questo prestigioso ensemble.
Lo spazio privilegiato dato al disegno fin dalla sua fondazione ha fatto sì che il gabinetto d’arte grafica del museo di Grenoble diventasse, per l’arte moderna e contemporanea, il più importante di Francia dopo quello del Museo nazionale d’arte moderna – Centre Pompidou, grazie alle opere di grandi protagonisti delle avanguardie del XX secolo.
La straordinaria selezione proposta a Palazzo Zabarella curata da Guy Tosatto, già alla direzione del museo di Grenoble, riunisce 47 artisti e più di 130 opere, offrendo l’opportunità di scoprire le diverse tecniche e i differenti linguaggi che hanno caratterizzato la scena artistica contemporanea a Parigi, che è stato il grande laboratorio della modernità. Dalla matita al carboncino, dalla tempera all’acquerello, alla gouacheo al collage, dalla figurazione all’astrazione, i protagonisti delle avanguardie sperimentano su carta composizioni, forme, figure, talvolta accostamenti cromatici, con la libertà espressiva e l’immediatezza creativa proprie di queste tecniche.
L’esposizione si articola in cinque sezioni abbracciando un arco temporale compreso tra il 1900 ed il 1960. Vengono indagati i principali movimenti artistici che hanno segnato la prima metà del XX secolo: dal neoimpressionismo all’espressionismo d’impronta fauve, dal cubismo al ritorno all’ordine, dalla ribellione dadaista al sogno surrealista fino all’astrazione. Emergono attraverso una serie di capolavori le personalità di Matisse, Picasso, Chagall, Miró, Signac, Bonnard, Vuillard, Modigliani, Rouault, Delaunay, Arp, Balthus, Calder, Tobey. Vengono pure esplorate le contaminazioni tra poesia, letteratura e arti visive come nel caso dei disegni sperimentali di Artaud, Klossowski, Cocteau e Michaux.
Considerando che solitamente le opere su carta non sono facilmente visibili al pubblico per ragioni legate alla loro conservazione, la mostra di Palazzo Zabarella costituisce senza dubbio una preziosa occasione per confrontarsi con la dimensione più immediata e spontanea della creazione, con il lato più intimo e privato di ciascun artista.
“Il mio disegno al tratto è la traduzione diretta e più pura della mia emozione” affermava Henri Matisse.