Quando l’autunno consegna le uve nelle cantine per la nuova annata, un viaggio tra le colline del Bardolino ci porta sulla sponda orientale del Garda tra i vigneti le cantine della denominazione con etichette che hanno tutte in comune il nome del territorio e si differenziano nel gusto e nei profumi dei vini in funzione dei terreni di provenienza ma, per la gran parte, hanno in comune il Consorzio Vini Bardolino che ne cura e tutela il marchio, l’immagine, la gestione e controllo della produzione, la promozione del territorio. Ci accoglie Fabio Dei Micheli Presidente del Consorzio ed è Linda Foltran ad accompagnarci in questo viaggio tra vigneti a perdita d’occhio, cantine come atelier del vino, degustazioni di vini Chiaretto e Bardolino con i prodotti del territorio
Il Chiaretto di Bardolino è il vino rosato più venduto d’Italia, con 10 milioni di bottiglie annue. Viene prodotto presso la sponda veneta del lago di Garda a partire dal vitigno autoctono Corvina Veronese, con saldo di Rondinella. Il Chiaretto è ottenuto con la vinificazione in rosa delle uve rosse con una minima macerazione delle bucce, che così rilasciano al mosto solo una parte delle loro sostanze coloranti naturali. Da qui il caratteristico colore rosa brillante.
Il Bardolino è il vino rosso prodotto sui terreni dell’anfiteatro morenico del lago di Garda della sponda veneta, dove già in epoca romana veniva coltivata la vite. La citazione di “Bardolino” avviene ai primi del 1900 in un libro di Giovanni Battista Perez con il nome della località di provenienza. Oggi è prodotto a partire dal vitigno autoctono Corvina Veronese, con saldo di Rondinella. La grande varietà del suolo, unita a caratteristiche climatiche uniche e alla sapiente mano dell’uomo danno vita a innumerevoli espressioni del celebre rosso del lago di Garda, che si presenta in due versioni: Bardolino e Bardolino Sottozone: La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna. Dal colore rubino tenue, data la scarsa presenza di antociani presenti nelle uve. Nella versione base il Bardolino risulta delicatamente fruttato e dotato di grande bevibilità, nei vini delle tre sottozone, affinati per almeno un anno e provenienti da vigneti caratterizzati da rese inferiori per ettaro, i sentori del Bardolino acquistano in eleganza e complessità del bouquet.
Agricola Casetto
Partiamo per questa esperienza da Cisano Bardolino (VR) accompagnati da Costantino Gabaldi esperto gourmet e degustatore internazionale, una guida d’eccezione che, poi, in una masterclass accademica ci illustrerà i vitigni, le coltivazioni, i terreni morenici, le caratteristiche, i disciplinari di produzione, i colori, sapori dei vini, le funzioni del Consorzio, le tendenze del mercato.
La Cantina Casetto, un balcone vista lago ai piedi dell’Eremo di San Giorgio, 9 ettari di vigneti 200 mila bottiglie 300 olvi, è a conduzione familiare, Aldo Brancher padre, i figli Andrea, Alessandra e Chiara che ci guida alla cantina dove assistiamo in diretta alla fase di arrivo delle uve e preparazione del mosto e ci accoglie con una degustazione guidata (ne propongono di 5 tipi, prezzo medio sui 35Euro/pax a seconda degli ingredienti e delle selezioni di vini scelti: 4 etichette i Rossi, 2 IGT e2 DOCG -Bardolino e Bardolino superiore e 5 i Bianchi, 4 DOC e 1 IGT.
L’azienda produce anche olio e ha alcune strutture di accoglienza turistica con piscina.
Info: www.agricolacasetto.it
Cantina Zeni
A 2 Km. da Bardolino, l’azienda Zeni è una realtà sorprendente, proprietà della Famiglia Zeni: Fausto esperto enologo e agronomo affiancato dalle sorelle Elena e Federica guidati dalla mamma Mariarosa.
Ci accoglie e ci accompagna Sara Venturelli del settore commerciale che presenta l’azienda: vigneti di uve autoctone che si estendono nelle 5 Doc veronesi (Bardolino, Custoza, Lugana, Valpolicella e il Soave), dalla sponda sud orientale del Lago di Garda fino alle colline della provincia a est di Verona.
I Vini: Chiaretto di Bardolino spumante, Soave Doc Classico, Custoza Doc, Pinot Grigio delle Venezie Doc, Chiaretto Bardolino Doc Classico, Bardolino Doc Classico, Valpolicella Doc e ancora, i vini Zani della Selezone Vigne Alte; oltre queste una produzione altamente selezionata: Lugana Marogne Doc, Rosato Veronese Marogne Igt, Valpolicella Ripasso Marogne Doc Superiore; poi, vini speciali: Bardolino Superiore Docg Classico, Costalago Bianco Tre Venezie Igt, Costalago Rosso Veronese Igt, Cruino Rosso Veronese Igt; dall’appassimento di uve, gli Amaroni della Valpolicella dal Classico al più ricercato Nino Zeni; per finire i vini da dessert, Recioto della Valpolicella.
Il Museo del vino, ingresso gratuito, ci porta indietro nel tempo tra gli antichi attrezzi per la lavorazione delle vigne, dell’uva e del vino, i primi trattori agricoli, torchi in legno del 1700 dalle gerle ai graticci per le uve. Un museo nato nel 1990 dalla passione di Gaetano Zeri e incrementato con materiali ritrovati e recuperati.
Durante la visita alla cantina tra file infinite d i botti e nuove tine in legno di rovere, abbiamo avuto l’occasione di incontrare Fausto Zeni che ha approfondito le tecniche e gli affinamenti dei vini oltre quelle classiche in tine e botti di rovere, anche in anfore, invitandoci a visitare la “Galleria Olfattiva”. Un locale che la Cantina ha dedicato all’olfatto per un esperienza emozionale che vuole trasmettere le sensazioni che arrivano alla mente, “degustazioni enosensoriali” prima di quelle del gusto che si ottengono nella sala delle degustazioni la bottaia questa è una cattedrale del vino, volte affrescate sorrette da file di colonne, allineate a terra le botti che quasi si perdono nella profondità della cantina, uno spettacolo per la vista che si aggiunge al gusto e al colore dei vini in degustazione dai vini bianchi rosati – giovani e freschi adatti per stare insieme in ogni occasione a cui si aggiungono vini bianchi più strutturati adatti anche all’invecchiamento così come i rossi, e i rossi corposi che raggiungono i 16 gradi degli Amaroni – qualità eccelsa da non perdere in una visita.
Una rarità, la produzione di vini “senza solfiti aggiunti”, vini che dovrebbero trovare ampi spazi tra i salutisti ma che invece trova riscontro limitato tra i consumatori. Per dovere di cronaca il disciplinare del Consorzio Vini Bardolino stabilisce quantità aggiunta di solfiti minima – per rinforzare gli antiossidanti presenti naturalmente nei vini – ben al disotto dei livelli consigliati dall’Europa. Prova provata personalmente, è che in tutte le degustazioni e i pasti accompagnati dai vini delle varie cantine anche se abbiamo ecceduto rispetto ai consumi abituali non abbiamo riscontrato mal di testa o disturbi di qualunque tipo cancellando decisamente il preconcetto che ci rendeva titubanti.
Info: www.zeni.it
Villa Cordevigo
Per il pranzo ci accoglie Villa Cordevigo Relais & Chateaux 5stelle lusso nella campagna di Cavaion Veronese, un viale di cipressi circondato da vigneti ci introduce al cortile con giardino all’italiana di un palazzo padronale del 1500 con due ali laterali, restaurato in maniera da mantenere il carattere originale dell’edificio costruito dai Pignolati una nobile famiglia veneziana poi, nel corso degli anni vi si sono succedute i Lombardo, – di cui faceva parte Marcantonio Lombardo Vescovo di Crema che aveva arricchito con 3000 reliquie la chiesetta consacrata della villa – i Saladini e i Dolci.
Oggi, la Villa è un elegante cinque stelle lusso, piscina, Spa, area Relax, 40 ampie camere e due suites di 60 e 70 mq. di ampiezza, due sale meeting attrezzate per eventi corporate, circondata dal vasto parco di alberi secolari, immersa nella Tenuta di vigneti e oliveti proprietà delle famiglie Walter Delibori e Giorgio Cristoforetti che hanno fondato nel 1971 l’azienda Vigneti Villabella, un patrimonio viticolo di circa 270 ettari tra proprietà e gestione che ha sede a Calmasino, nel cuore del Bardolino classico, sulle colline che si affacciano sul Lago di Garda.
La produzione vinicola comprende tutti i grandi vini classici veronesi come Bardolino, Lugana, Custoza, Soave, Valpolicella, Ripasso e Amarone, grandi bianchi e rossi Igt da uve autoctone della provincia di Verona.. Tra questi: Gaudenzia, Chiaretto di Bardolino Classico DOC 2019 è stato insignito del titolo di Miglior Vino Rosato del Mondo, ricevendo la prestigiosa Grande Medaglia d’Oro al Concours Mondial de Bruxelles come Vino Rosato Rivelazione Internazionale dell’anno 2024.
Il Ristorante “Oseleta”, dal 2013 accoglie gli ospiti per un’esperienza culinaria legata alle tradizioni del territorio, ma allo stesso tempo con uno sguardo all’innovazione. Oltre la metà degli ingredienti utilizzati nelle cucine di Villa Cordevigo, sia per il Ristorante Cordevigo, sia per il ristorante Oseleta, sono di provenienza locale da contadini, casari, coltivatori e allevatori della zona del Lago di Garda
Il Ristorante “Oseleta”, una stella Michelin Guide Italia 2024, dà l’opportunità di gustare sapori e delizie che incantano il palato. Marco Marras è l’executive chef del ristorante insignito dal 2013 di una stella dalla Guida Michelin Italia. La brigata, fra cuochi, sous chef, pastry chef, si compone di dieci elementi, tutti under 35. Già da qui s’intuisce lo spirito innovativo, fresco e giovane che guida le tecniche in cucina e le scelte che contraddistinguono il menù proposto dallo chef sardo, scelto dalle famiglie Cristoforetti e Delibori.
La cucina proposta da chef Marco Marras, 35 anni originario di Bosa (Sardegna), è concreta armonia: racconta della sua terra d’origine, conserva i sapori dei luoghi in cui ha lavorato (Portofino, Madonna di Campiglio, Ginevra, Isola d’Elba, Cala di Volpe, Miami, Hawaii, Puglia…) e che l’hanno poi portato fino a Villa Cordevigo. Chef Marras definisce la sua proposta come “un mélange fra ricordi del passato, il legame profondo con la terra d’origine, le tecniche acquisite nel corso degli anni, le esperienze culinarie vissute”.
Riguardo al ristorante Oseleta, una stella Michelin Guide Italia 2024: «Per la proprietà e per il team – spiega Lorenza Delibori, Maître de maison di Villa Cordevigo – è un onore ricevere questo prestigioso riconoscimento che rispecchia il nostro continuo impegno a migliorare perseguendo gli stessi valori e principi di Virtuoso: celebrare la cultura, sostenere le economie locali e proteggere l’ambiente. Il rispetto verso le persone, il territorio, la natura e le attività produttive del settore, così come la valorizzazione della cultura, della tradizione, delle materie prime di un luogo fanno parte del nostro concetto di ospitalità: non sono e non possono essere considerate un plus, ma solo concetti ed elementi portanti della nostra offerta e del nostro modo di fare impresa turistica».
Info: www.villacordevigo.com
Locanda Kus
Si raggiunge per la cena la Taverna Kus a San Zeno di Montagna qualche tornante per arrivarci ma ne vale davvero la pena, un panorama grandioso sul Lago di Garda fino alla sponda lombarda.
Il locale è stato totalmente ristrutturato da un rustico del ‘600 in modo da preservare e anzi valorizzare spazi e salette, ciascuno unico e con il proprio tratto distintivo. All’interno l’allestimento è rustico, realizzato con pietra, cotto e finiture più classiche, perfetto per serate romantiche e ricorrenze. Il titolare Giancarlo Zanolli ci accompagna a visitare la cantina: dalla sala dello spiedo, un piccolo percorso quasi catacombale porta a un antica Ghiacciaia, uno spettacolo di bottiglie -oltre 1000 etichette – ma anche per conoscere questo tipo di strutture usate fin dai tempi degli antichi Romani non sempre facili da visitare.
Cucina superlativa, firmata dallo chef Stefano Lorenzi a base di materie prime locali, stagionali e prodotti tipici. Nel menù alla carta o menù degustazione sono comprese portate quali baccalà, asparagi, pesce di lago, castagne e zucca ma anche formaggi e carne allo spiedo, per completare il pasto, i vini, la preferenza va a quelli locali con ampia scelta tra quelli nazionali e internazionali.
Il ristorante con vista sul Lago di Garda, resta aperto tutti i giorni in estate ed è adatto per gruppi, famiglie, coppie, amici e in generale per chiunque voglia gustare le specialità tipiche venete.
Info: tavernakus@libero.it
Tenuta la Presa
Immersa tra i vigneti, ricavata da un antico casale di campagna risalente al 1400 ai piedi del Monte Baldo a Caprino Veronese. viene acquisita nel 1995 dalla dalla Famiglia Dei Micheli attuale proprietaria, che rinnova e implementa la produzione vitivinicola della Tenuta, ristruttura con grande attenzione all’immobile per ricavarne un Relais finalizzato a condividere la tradizione e l’esperienza della famiglia al turismo. Ad oggi la Tenuta La Presa, grazie all’acquisto di nuove aree vitate e al rinnovamento degli impianti già di proprietà, gestisce direttamente oltre 100 ettari di vigneto.
L’altitudine media è di circa 300 metri sul livello del mare, sicuramente la più alta in tutta la zona del Lago di Garda. Il territorio è caratterizzato da suoli morenici, rocciosi, calcarei e ricchi di minerali, che mostrano grande variabilità dando ai vini caratteristiche uniche. Il clima mite del lago di Garda, unito ai venti derivanti dall’adiacente Valdadige, crea un particolare microclima, fatto di intense variazioni termiche tra notte e giorno che favoriscono la maturazione delle uve e permettono ai vigneti di esprimere tutto il loro carattere. La zona è caratterizzata da buone precipitazioni e quindi l’irrigazione viene effettuata solo in caso di emergenza.
“La nostra viticoltura è prevalentemente autoctona, i nostri vigneti sono per lo più di Bardolino, Pinot Grigio e alcuni appezzamenti di Merlot, Cabernet e Pinot Nero – Spiega Fabio Dei Micheli che è anche Presidente del Consorzio Vini Bardolino – L’intero vigneto è coltivato con il sistema a doppio guyot, per garantire una buona produzione anche alle viti locali, che hanno una bassa fertilità di base. La gestione dei vigneti si concentra sull’abbattimento dell’utilizzo di pesticidi e sulla riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Grazie a nuove tecniche e attrezzature riusciamo ad accendere in vigneto solo una fila ogni due, riducendo il consumo di carburante del 50% e quindi le relative emissioni. Alcune di queste attrezzature ci permettono di recuperare i pesticidi impiegati con tre vantaggi: nessun residuo prodotto nell’atmosfera, uso ridotto dei pesticidi e meno tempo di esposizione nei trattamento. Nelle file in cui il passaggio non è effettuato, procediamo a una lavorazione del suolo per garantire il reintegro di sostanze organiche e nutrimenti”.
Questi sono concetti e pratiche che stanno alla base della moderna viticoltura e vengono attuate da turri gli aderenti al Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino – dal 2023 presieduto da Fabio Dei Micheli – che è tra i più storici consorzi d’Italia istituito nel 1969 a seguito della nascita della Doc nel 1968.
Le aziende socie garantiscono al Consorzio una rappresentatività pari a circa il 92% della produzione totale. In virtù di tale elevata quota di rappresentatività, il ministero delle Politiche agricole ha riconosciuto al Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino anche la funzione erga omnes sulle denominazioni. A difesa del consumatore, per scelta del Consorzio, dalla vendemmia 2011 tutte le bottiglie di Bardolino e di Chiaretto di Bardolino recano obbligatoriamente sul collo la fascetta di Stato, un contrassegno che garantisce il consumatore contro i rischi di contraffazione del vino.
In aggiunta alle attività di legge, a favore dei produttori delle denominazioni il Consorzio del Chiaretto e del Bardolino svolge anche attività tecniche nel settore fitosanitario, con il rilevamento periodico, a partire dal 1982, dei dati climatici mediante capannine meteorologiche in varie località e con l’emanazione, in collaborazione col Servizio Fitosanitario Regionale e con le Cantine sociali della zona, di un bollettino settimanale volto al corretto programma di difesa antiparassitaria, nel rispetto degli operatori agricoli, del prodotto uva e dell’ambiente.
Tornando alla Tenuta la Presa: “ Una volta raccolte, le uve vengono portate nella nostra cantina di vinificazione, che sfrutta le moderne tecnologie per preservare al meglio le caratteristiche delle uve appena vendemmiate – continua Dei Micheli – I vini più importanti vengono poi trasferiti in bottaia dove affinamento ed evoluzione proseguono fino a piena maturazione in botti di rovere di slavonia, barriques francesi e americane utilizzate per l’invecchiamento. L’ambiente della cantina è protetto dalle spesse mura dell’edificio e non è climatizzato perché vogliamo che il nostro vino segua il naturale corso delle stagioni”.
Oggi, il vecchio casale diventato un relais di campagna offre la possibilità e gli spazi per eventi e matrimoni, non solo, grazie a un attenta ristrutturazione si è formato un agriturismo: 14 stanze ttti i comfort, arredate con gusto elegante e raffinato, un grande giardino e piscina.
Info: www.tenutalapresa.it
Monte del Frà
Oltre sessant’anni di amore per il vino caratterizzano la storia di Monte del Frà e della famiglia Bonomo, proprietaria di quest’azienda vitivinicola a partire dal 1958, con il capostipite Massimo.
La produzione di vino in queste terre era iniziata già nel 1492 infatti i Frati (Frà in veneto, da cui il nome dell’azienda vitivinicola) dell’Ordine di Santa Maria della Scala di Verona si dedicano alla lavorazione dei vigneti. Lo testimonia un documento conservato nella Biblioteca Capitolare della cittadina scaligera che registra l’affitto nel 1619 di 25 campi destinati a vigneti e ad alberi da frutto, nonché il canone dovuto per poter lavorare i terreni di Sommacampagna (dove ora sorge la cantina principale).
Oggi a gestire l’azienda sono i figli di Massimo Bonomo, Eligio e Claudio, affiancati dai nipoti Marica, Silvia e Massimo. La vicenda di Monte del Frà è dunque una storia familiare che attraverso sostenibilità, fedeltà al territorio e individuazione dei vigneti più interessanti, si pone l’obiettivo di “garantire un prodotto di eccellenza dove il carattere si fonde nel terroir”, confermato dai riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti negli anni. Una storia d’amore per il vino, che prosegue da oltre 60 anni. Eligio è “l’uomo della vigna”, il fratello Claudio l’enologo, Marica (figlia di Eligio), Massimo e Silvia (figli di Claudio), responsabili rispettivamente di export e comunicazione, cantina, ospitalità e social. Luigina e Miria, rispettivamente mogli di Eligio e Claudio, supervisionano il punto vendita, situato in sede a Monte Del Frà.
L’azienda conta attualmente 137 ettari di proprietà e 65 in affitto in tutte le principali denominazioni veronesi. Da Sommacampagna, luogo di origine, ora le proprietà aziendali arrivano oltre il Lugana e si spingono fino alla Valpolicella Classica con la Tenuta Lena di Mezzo, acquisita nel 2006 e situata a est di Fumane. Nella struttura di San Pietro in Cariano, acquistata nel 2019, sono dislocati la vinificazione, l’appassimento e lo stoccaggio della produzione dei grandi rossi veronesi. Ma è nella storica sede di Sommacampagna che Monte del Frà colloca il corpo produttivo della maggioranza delle proprie etichette e l’affinamento in legno di gran parte dei vini Valpolicella.
L’azienda produce ogni anno circa 1.500.000 bottiglie, di cui viene destinato all’estero circa il 60%. 300.000 sono le bottiglie prodotte di Custoza DOC, di cui 80.000 di Cà del Magro.
Tre le linee proposte:
– Monte del Frà, che si costruisce sulla selezione dei terroir e l’individuazione dei “cru” che esprimono qualità delle denominazioni, frutto della ricerca di perfezione. Comprende Custoza, Lugana, Garganega e Soave Classico come vini bianchi; tra i rosati il Bardolino Chiaretto e per i rossi Bardolino, Corvina, Valpolicella Classico e superiore, Ripasso, Amarone, Merlot e Recioto.
– Casa Capitei, un “viaggio per chi cerca l’opulenza in un rosso” dove frutta e spezia si incontrano in una chiave stilisticamente complessa ed elegante. La gamma comprende Corvina, Ripasso e Amarone.
– Le Undici Terre, linea della freschezza e della leggerezza: pensata per un pubblico attento alla qualità ma anche al consumo più ampio in contesti di socialità fatta di aperitivi in compagnia, pranzi e cene informali. Si compone di Custoza, Lugana e Garganega tra i vini bianchi, Bardolino Chiaretto tra i rosati e per i rossi Bardolino, Valpolicella Classico e Classico Superiore, Ripasso e Amarone.
I vini Monte del Frà hanno ricevuto premi e recensioni da guide nazionali e internazionali. Tra tutti, il Cà Del Magro Custoza Superiore DOC ha ottenuto negli anni riconoscimenti quali i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, assegnati per quindici anni consecutivi, gli alti, punteggi raggiunti su guide quali Vini Buoni d’Italia del Touring Club, I Vini di Veronelli e Vitae – AIS.
A livello internazionale, Wine Enthusiast e James Suckling hanno spesso recensito il Cà Del Magro con punteggi superiori ai 93 punti. Tom Hyland, firma enoica per Forbes, lo inserisce tra i migliori bianchi assaggiati nel 2022.
Info: www.montedelfra.it
Valeggio sul Mincio Ristorante la Borsa
L’area di produzione della denominazione Bardolino occupa il settore veneto dell’anfiteatro morenico del lago di Garda, all’interno della zona di produzione si distingue l’area Classica attorno al comune di Bardolino, ossia la zona di più antica tradizione, che essendo più prossima al lago presenta delle caratteristiche climatiche e ambientali particolari.
La denominazione comprende per intero i comuni di Garda, Bardolino, Affi, Cavaion Veronese, Pastrengo, Lazise, Castelnuovo del Garda, e in parte quello di Torri del Benaco, Costermano sul Garda, Caprino Veronese, Rivoli Veronese, Bussolengo, Sona, Peschiera del Garda, Sommacampagna, Valeggio sul Mincio ed. è qui che concludiamo il viaggio tra i vigneti e i vini del Bardolino, al confine tra tre regioni, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna.
Valeggio sul Mincio è il paese del Tortellino che qui si chiama “nodo d’amore” nato da una leggenda. Si narra che alla fine del ‘Trecento, Malco valoroso capitano delle truppe viscontee accampate sulle sponde del Mincio, s’innamorò perdutamente di Silvia, dolce e bellissima ninfa del fiume. L’idillio tra i due scattò immediato e inesorabile tanto che, braccati dai soldati a cui venne ordinato di catturarli, i due amanti si rifugiarono nelle profondità del fiume rinunciando, Malco, alla sua vita terrena per restare insieme alla sua adorata. Abbandonato sulla riva, gli inseguitori ritrovarono uno scintillante fazzoletto di seta dorata, teneramente annodato dai due innamorati a testimonianza del loro eterno amore. Fu così che da allora, nei giorni di festa, le ragazze della zona rievocano la fiaba preparando i tradizionali “nodi d’amore” Tortellini di Valeggio.
Il ristorante Alla Borsa, elegante locale situato nel centro storico di Valeggio sul Mincio e’ stato aperto nel 1959 da Alceste Pasquali, recentemente scomparso, sempre gestito da lui con il prezioso aiuto della moglie Albina Stanghellini.
La Borsa è il nome dall’antica funzione che il luogo si trovava a svolgere: grazie alla sua posizione strategica, la trattoria era il locale nel quale solevano ritrovarsi i commercianti del luogo per concludere i contratti.
Attualmente la gestione continua con Albina e Nadia Pasquali , madre e figlia, che proseguono eleganti a ricevere i loro ospiti in collaborazione con un valido staff che si occupa anche delle referenze enologiche, prevalentemente del territorio e regioni limitrofe.
La signora Nadia ci accoglie, durante una cooking class ci racconta della leggenda e ci spiega gli ingredienti del tortellino, le fasi della lavorazione dalla preparazione al ripieno nella sfoglia sottilissima, 0,3mm quasi trasparente e flessibile fino alla realizzazione fatta a mano del nodo d’amore che poi durante il pranzo ci sarà servito in brodo (classico) con burro e salvia (idem) e vista la stagione con ripieno di zucca e sugo di carne per attenuare il dolce del tortellino.
Classificata “Città d’Arte”, Valeggio oltre alla gastronomia di oggi, nella storia è statu un importante snodo per il ponte sul Mincio e nel Medioevo, segnava il confine tra il Sacro Romano impero, la nazione germanica e il Marchesato di Tuscia. Da non perdere una visita al Castello Scaligero, il Ponte Visconteo, la Chiesa di San Marco Evangelista.
Info: ristorante borsa.it