Da palazzo di Brera e Palazzo Citterio nasce La Grande Brera una città di arti e scienze nella grande Milano

Da palazzo di Brera e Palazzo Citterio nasce La Grande Brera una città di arti e scienze nella grande Milano

Pinacoteca di Brera

La mostra che apre gli spazi del secondo piano di Palazzo Citterio, vera addizione realizzata negli anni Ottanta a seguito dei lavori di restauro dell’edificio, non solo inaugura uno spazio espositivo vitale e necessario per il complesso della Pinacoteca, ma si pone come lettura necessaria del palazzo di Brera e della sua ricchezza culturale e sociale per la città di Milano sia come manufatto architettonico che, come laboratorio urbano, vede una continuità unica e straordinaria per la città dal Cinquecento a oggi.

Non esiste altra fabbrica in città che contenga in sé tanta complessità istituzionale, comunitaria e intellettuale in perfetta continuità con la storia milanese, almeno dalla decisione di realizzare la sede del Collegio Gesuitico al posto del monastero degli Umiliati, esistente in questa parte del tessuto urbano dal Trecento. 

Palazzo Citterio

Oggi la nascita della Grande Brera rafforza la missione culturale che tutte le istituzioni compresenti stanno affrontando per i decenni a venire che, oltre a rafforzare le identità già presenti e ben marcate, s’interrogano su come affrontare un tempo di cambiamento e l’evoluzione di modelli educativi, museografici e di ricerca che rafforzino il suo mandato pubblico e, insieme, rilancino i suoi patrimoni materiali e immateriali in una prospettiva che riporti Brera al centro della vita culturale di Milano e del nostro Paese perché sia una casa aperta alle tante comunità che abitano le nostre metropoli contemporanee.

Dichiara Molinari: “In pochi immaginano che il palazzo di Brera contenga al suo interno otto, differenti, istituzioni che da secoli producono arte, cultura, educazione e scienza con assoluta eccellenza, generando una continuità che non ha eguali a Milano. Oltre a questo, il complesso di Brera è un incredibile laboratorio di architettura, dalle sue origini con il progetto seicentesco del Richini che ancora ci impressiona con la sua corte d’onore, fino ai giorni nostri con il coinvolgimento progressivo di importanti autori e autrici che si sono alternati nei suoi interni. Questa mostra ha l’obiettivo di rendere visibile tutta questa ricchezza viva e compresente, raccontando la sua storia e, insieme, la sua vitalità per il nostro presente e futuro”. 

Ogni patrimonio è una risorsa per le comunità che l’abitano e un potenziale vivo per le generazioni che verranno. Con la nascita della Grande Brera e la definitiva apertura di Palazzo Citterio si completa quel lungo percorso che trasforma questo complesso monumentale da edificio monolitico ad ampio frammento urbano che lega istituzioni, patrimoni, comunità e progetto. “La Grande Brera. Una cominità di arti e scienze” è la narrazione di un paesaggio di comunità, manufatti, opere d’arte e architetture che vuole tentare di offrire al visitatore la possibilità di cogliere questa ricchezza e di farne parte. La mostra è una sollecitazione a perdersi dentro la Grande Brera e scoprire la potenza e bellezza di un patrimonio condiviso da otto istituzioni come la Pinacoteca, la Biblioteca Braidense, l’Accademia di Belle Arti, l’Osservatorio Astronomico, l’Orto Botanico, l’Istituto per le Scienze e le Lettere, gli Amici di Brera e la Fondazione Ricordi. La nostra mostra tenta un primo, significativo, passo per leggere tutta questa complessità e bellezza insieme come in un concerto alla Scala, dove ogni individualità di eccellenza può concorrere alla qualità assoluta dell’insieme. La mostra, allestita con intelligenza e visionarietà da Francesco Librizzi, è organizzata in tre spazi distinti che seguono l’andamento degli ambienti esistenti: una parte introduttiva e sorprendente sulla Grande Brera, una lunga sezione sulla storia architettonica del palazzo di Brera e di Palazzo Citterio e una terza area in cui raccontare tutte queste storie distinte insieme, come se fosse un ricco paesaggio in cui comunità, sperimentazione, creazione, memoria e formazione saranno rimescolate insieme per offrire al visitatore il senso della ricchezza profonda e continuativa del cuore di Milano.

Per Luca Molinari, architetto, curatore e grande conoscitore della scena culturale contemporanea, questa curatela è stata una sfida di grande portata e un onore immenso. Il lavoro di recupero dei reperti storici e artistici è stato impegnativo e complesso, ma altrettanto ricco di soddisfazioni. Il curatore ha infatti condotto un attento lavoro di ricerca per ricostruire la memoria storica del Palazzo, ripercorrendo la sua evoluzione dal periodo degli Umiliati fino ai giorni nostri, per restituire al pubblico una visione completa e articolata della sua importanza culturale, sociale e storica.

Il progetto ha comportato un’accurata selezione di opere d’arte, sculture, affreschi e oggetti provenienti dai tanti archivi presenti nelle sette istituzioni che popolano il Palazzo, molti dei quali sono stati recuperati grazie a restauri mirati e alla collaborazione con esperti e storici dell’arte. Non solo una riscoperta di capolavori dimenticati, ma anche un’opportunità per analizzare i cambiamenti che Brera ha subito nel corso dei secoli, fino a diventare il cuore pulsante della cultura milanese che conosciamo oggi.

La Grande Brera. Una cominità di arti e scienze” rappresenta dunque un’occasione unica per riflettere sulla trasformazione di Milano e sulla sua costante tensione tra modernità e tradizione. L’allestimento, curato da Francesco Librizzi, si sviluppa in un dialogo continuo tra le opere esposte e l’architettura storica del palazzo, creando un percorso in cui il pubblico può confrontarsi non solo con la bellezza dell’arte, ma anche con la sua evoluzione e la sua capacità di raccontare il passato attraverso il filtro del presente.

Questo progetto ha una valenza particolare per Milano: la città si riscopre protagonista di una narrazione che la pone al centro di un dibattito internazionale sull’importanza della memoria storica come risorsa per il futuro. La curatela di Luca Molinari si inserisce in un contesto di ampio respiro, che unisce la conservazione del patrimonio storico alla necessità di guardare avanti, di pensare a come la storia possa interagire con le nuove generazioni. Brera, con la sua mostra, non si limita a essere una custode del passato, ma diventa un laboratorio di idee, un luogo dove la cultura prende forma nel presente per proiettarsi nel futuro.

La grande sfida che Luca Molinari Studio ha affrontato nel recupero dei reperti e nella definizione del percorso espositivo si traduce anche in un messaggio forte: la cultura non è solo un patrimonio da conservare, ma un patrimonio da vivere, che deve essere sempre interrogato e reinterpretato. “La Grande Brera. Una cominità di arti e scienze” lascerà in eredità a Milano non solo un ricco patrimonio di opere e reperti storici, ma anche un invito a una riflessione collettiva sulla città, sulla sua identità e sul suo ruolo nel panorama culturale globale.

Con questa curatela, Luca Molinari ha saputo dare forma a una visione complessa e stratificata, che racconta la storia di Brera ma anche la storia di Milano. Una città che ha sempre saputo reinventarsi, pur mantenendo intatta la sua vocazione artistica e culturale. La riapertura della Grande Brera e la mostra che la accompagna non sono solo un evento che celebra la storia di un museo, ma un momento cruciale per la cultura milanese e per l’arte contemporanea. Una riflessione su come il passato possa essere un ponte verso il futuro, un invito a guardare con occhi nuovi la città che, attraverso il suo patrimonio, continua a raccontarsi e a raccontare il mondo.

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