La provincia omaggia la rappresentazione della sacra natività in due luoghi che sono simbolo di una lunga tradizione. A Laveno Mombello e al Sacro Monte di Varese il presepe è motivo di richiamo per i turisti che trovano nella provincia di Varese un’occasione in più per scoprire una terra ricca di storia, arte e natura e che si trova a meno di un’ora in auto da Milano. Una gita fuori porta o un weekend tra laghi e Prealpi per vivere l’emozione del Natale. La Camera di Commercio di Varese ha attivato sul portale turistico www.varesedoyoulake.it una sezione apposita per presentare tutte le iniziative proposte per le feste natalizie.
Proposto da 42 anni, il presepe sommerso di Laveno Mombello è un’attrazione molto particolare. La scena della natività infatti è posta sul fondo del Lago Maggiore ed è perfettamente visibile da piazza Caduti del Lavoro. Opera dello scultore Gianfranco Tancredi di Brendola, artista purtroppo scomparso all’inizio del 2019, nel tempo si è arricchita di sempre nuovi personaggi e figure: oggi conta 42 statue a grandezza naturale realizzate in pietra bianca di Vicenza. L’idea è arrivata nel 1979 da un gruppo di sommozzatori che volle dare vita a un presepe sommerso a Laveno Mombello.
Allo scultore veneto fu affidato il compito di realizzare le prime tre statue a grandezza naturale: la Madonna, San Giuseppe e Gesù bambino. Negli anni successivi, grazie alla generosa donazione di privati cittadini, enti ed esercizi commerciali, il presepe sommerso si è arricchito di nuovi personaggi, arrivando alla composizione attuale: 42 statue di pietra bianca a grandezza naturale, collocate su cinque diverse piattaforme. 41 vengono poste sul fondo del lago alla fine di novembre e, la notte di Natale, la scena si arricchisce con l’arrivo di Gesù bambino riposto da un sommozzatore. Un rito che ogni anno viene riproposto grazie all’impegno dei volontari dell’associazione “Amici del Presepe Sommerso” che tramandano gli aspetti religiosi, storico-artistici, folkloristici e tecnici del Natale a Laveno Mombello.
Per la sua struttura, il Sacro Monte di Varese è già un presepe naturale. Bene Unesco dal 2003 caratterizzato dalle quattordici cappelle dedicate ai misteri del rosario che lungo la via sacra portano al santuario, vanta un borgo che si è sviluppato attorno alla sommità del monte. Tra gallerie, passaggi acciottolati, scalinate e vicoli stretti, nel periodo di Natale il Sacro Monte si presenta come uno scrigno prezioso, dove le scene della natività trovano collocazione perfetta. E, imbiancato dalla neve e con le migliaia di lucine che lo illuminano, diventa ancora più suggestivo.
Ma il Sacro Monte custodisce due importanti rappresentazioni della sacra natività: quella più antica, l’affresco del XIV secolo custodito nella cripta del santuario e molto ben conservato e la terza cappella della Via sacra. Realizzata nel Seicento, la scena della Natività viene raffigurata da nove statue in terracotta di figure umane, sei angeli e cinque animali. Accanto alla cappella, vi è la Fuga in Egitto di Renato Guttuso, opera recentemente restaurata.