Pioggia di stelle durante il galà di presentazione della Guida Michelin edizione 2022 nell’auditorium del Palau de las Artes Reina Sofía di Valencia. La Spagna mantiene il record di chef di fama rispetto alla superficie del Paese, guadagna 27 nuovi ristoranti stellati e 4 ne ottengono due, mentre rimangono 11 quelli con il massimo riconoscimento di tre stelle.
I ristoranti bistellati sono “Amelia by Paulo Airaudo”, lo chef argentino d’origine italiana, nell’hotel Villa Favorita a San Sebastián; “Iván Cerdeño” nello storico Cigarral del Ángel di Toledo; “Voro” dello chef Álvaro Salazar a Canyamel, Maiorca; e “Smooked room” di Dani García nell’hotel Hyatt Regency Hesperia a Madrid. Quest’ultimo guadagna la doppia stella dopo essere subentrato all’inizio di giugno in una parte dello spazio dell’hotel occupato fino al 2020 dal ristorante “Santceloni”, anch’esso con due stelle Michelin ma chiuso per la pandemia. Il ristorante madrileño guadagna le due stelle in sei mesi e direttamente, senza passare dalla prima stella, come di solito accade. Un riconoscimento insolito anche perché Dani García chiuse un suo ristorante tristellato nel 2019 per – così disse – concentrarsi nella crescita nazionale e internazionale del suo gruppo (finendo per aprire un locale a New York) e per il desiderio di prendere le distanze dall’alta cucina. Tra i neostellati lo chef Óscar Calleja passa dalla Cantabria, dove aveva guadagnato due stelle con il ristorante “Annua” di San Vicente de la Barquera, a Salamanca dove nell’edificio storico del Grand Hotel Don Gregorio apre “Ment”. Fernando Pérez Arellano merita la prima stella con la quinta sede di “Zaranda”, inaugurata ad agosto a Palma di Maiorca.
La guida Michelin premia i progetti più giovani con una stella: “Arrels” del 29enne Vicky Sevilla a Sagunto, vicino a Valencia; il 24enne Alejandro Serrano, a Miranda de Ebro, uno dei più giovani a ricevere la prima stella in Spagna; “Garena” dello chef Julen Baz, a Dima in Biscaglia. E, ancora, ad Haro, ne La Rioja, “Nublo” degli chef Miguel Caño, Dani Lasa y Llorenç Sagarra, ex del ristorante “Mugaritz” nella provincia basca di Guipúzcoa; “Auga e Sal” del giovane Áxel Smyth a Santiago de Compostela.
Ma anche i grandi nomi della cucina aggiungono stelle nel loro palmares: Quique Dacosta, che ne aveva già 5, ne aggiunge una con “Deessa” nel Mandarin Oriental Ritz di Madrid; Francis Paniego passa da 3 a 4 con “Ibaya” nell’hotel Hermitage a Soldeu di Andorra, alla sua prima stella Michelin.Il somellier Marcos Granda ne totalizza 2 nell’asturiano “Ayalgae”, e a Marbella lo chef 25enne Mario Cachinero del “Restaurante Skina” vince il nuovo premio Michelin per i giovani cuochi.
Guadagna la stella anche “Lera”, specializzato in cacciagione, a Castroverde de Campos, piccolissimo comune di Zamora; e “Cañabota”, ristorante di pesce a Siviglia. Madrid vince una stella con un ristorante quasi sconosciuto, “Quimbaya” del colombiano Edwin Rodríguez; e la Comunità Valenciana se ne aggiudica ben 6.
Infine 43 ristoranti hanno ricevuto il riconoscimento “Bib Gourmand” di buona relazione tra qualità e prezzo; e ai 29 che già hanno ricevuto la “Stella Verde”, creata nel 2021 per premiare la sostenibilità, se ne aggiungono 8.
A vantare le tre stelle sono gli stessi ristoranti dell’edizione passata: “ABaC” e “Lasarte” di Barcellona; “Akelarre” di Pedro Subijana e “Arzak” a San Sebastián; “Aponiente” di Puerto de Santa María a Cadice; “El Celler de Can Roca” a Girona; “Quique Dacosta” a Dénia; “Azurmendi” di Larrabetzu; “DiverXO” nell’hotel NH Collection Madrid Eurobuilding; “Cenador de Amós” a Villaverde de Pontones, in Cantabria, e “Martín Berasategui” di Lasarte-Oria nei Paesi Baschi, il ristorante del celebre chef che ha all’attivo 12 stelle e che in questa edizione ha vinto il premio Michelin come miglior chef mentore. La Spagna è così quarta per il numero di ristoranti tristellati dopo Giappone (32), Francia (28) e Cina (12).