Sono stati consegnati al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma i Premi Finali della dodicesima edizione de Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, evento di corti e lungometraggi, capaci di trattare i grandi temi della salute mentale con uno sguardo coraggioso, rispettoso e attento. La manifestazione, che si è svolta a Roma presso Scena il 20, 21, 27 e 28 aprile e il 4 e 5 maggio con la premiazione finale l’8 maggio al MAXXI, si rivolge sia a un pubblico indifferenziato di appassionati, sia agli addetti ai lavori, il cui impegno negli ultimi due anni, a causa dei drammatici eventi che ci hanno travolto è stato particolarmente intenso e impegnativo. Organizzato dal Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1 e da ROMA CAPITALE in collaborazione con il MAXXI e con Scena, lo spazio cinema della Regione Lazio, Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, ha selezionato venti corti e cinque lungometraggi sul tema, un cinema che apre la mente e che, nelle intenzioni degli organizzatori, sappia affrontare il mondo della salute mentale nei modi e generi più svariati.
Una Giuria composta da addetti ai lavori (cinema, salute mentale, cultura) ha assegnato due premi e una menzione:
Il Premio “Fausto Antonucci” di 1.000 euro al miglior cortometraggio a:
SHERO di Claudio Casale
Con la seguente motivazione: “Un documentario che ci immerge nella vita di una ragazza indiana che ha subito una terribile violenza: il volto sfigurato con l’acido. Una giovane donna che riesce a convivere con la sua menomazione, che subisce anche la perdita di un figlio piccolo, ma che lotta per la sua sopravvivenza. Un rapporto bellissimo con la figlia e con le altre donne vittime della stessa follia contro una società che le vorrebbe ai margini. Il film ci trascina in questo mondo di donne che non si arrendono. Un ritratto di donna forte e commovente raccontato con passione e partecipazione”.
La Giuria ha anche assegnato una Menzione Speciale al cortometraggio:
TUTU’ di Lorenzo Tiberia
Con la seguente motivazione: “Per la capacità di raccontare con delicatezza, in una dimensione fiabesca, sognante e quasi metafisica, un diffuso e drammatico disturbo tipico dell’adolescenza, che colpisce in particolare le ragazze: l’anoressia, dimostrando come, per superare il problema, spesso determinato da un sentimento di solitudine esistenziale, sia indispensabile il confronto con gli altri”. Il cortometraggio, già vincitore di numerosi premi, tra cui il Premio Infinity+, è visibile sulla piattaforma Mediaset Infinity.
Il Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” di 1.000 euro al miglior lungometraggio a:
THE ROSSELLINIS di Alessandro Rossellini
Con la seguente motivazione: “Una sincera, spudorata confessione pubblica, segnata da ironia ed autoironia, ma niente affatto superficiale e insieme il ritratto di una famiglia complicata, dominata dall’ingombrante figura di un patriarca follemente amato da tutti, nonostante inaffidabilità e difetti. Una presenza/assenza, quella di Roberto Rossellini, che, come racconta il film, ha condizionato l’esistenza dei suoi consanguinei, al punto da generare una malattia: la rossellinite”.E’ stato inoltre assegnato il Premio SAMIFO ASL ROMA1 di 1.000 euro a un lungo o cortometraggio scelto tra i film finalisti. Una giuria dedicata, formata da 3 esperti (salute mentale, migrazioni, cultura) ha selezionato il lavoro che ha meglio saputo ritrarre/esprimere/raffigurare aspetti legati alla transculturalità e alla vulnerabilità migratoria.
Il Premio SAMIFO a:
CAPITAN DIDIER di Margherita Ferri
Con la seguente motivazione: “Un lavoro tecnicamente impeccabile che narra e descrive un “tema” molto attuale: i rifiugiati che vivono in Italia, le problematiche lavorative e le profonde ferite, spesso relazionali, che si portano dentro. La regista ha scelto colori scuri e ambientazioni notturne in parallelo alla storia e al passato di padre e figlio. Di grande intensità è la metafora della barca e la connessione immaginaria con la sua terra subsahariana, così come toccante è la trasformazione della proprietaria della pizzeria in figura materna collaborante con il progetto del viaggio alla ricerca della mamma. La musica, composta e arrangiata da Alicia Galli, con linee essenziali e drammatiche della viola e delle tastiere elettroniche è capace di accompagnare il protagonista che percorre come rider le strade della città e culla il bambino attraverso la rilettura del tradizionale brano etiope Eshuru Ruru”.
Il festival, come ogni anno, inoltre, ha assegnato, durante la serata finale, il Premio Lo Spiraglio Fondazione Roma Solidale Onlus a un personaggio del cinema che abbia mostrato particolare sensibilità nell’affrontare il tema della salute mentale. Il premio di quest’anno è stato consegnato all’attore Elio Germano. Nel corso di una carriera, ormai più che ventennale, l’attore ha spesso dato volto e anima a personaggi inquieti, disagiati, segnati da turbe psichiche, facendo emergere una condizione esistenziale più diffusa di quanto non si creda. Con una sensibilità particolare, rispettosa degli aspetti anche meno edificanti dei personaggi interpretati, Germano ha offerto delle performance riuscendo per così dire a penetrare fino nella mente e nei pensieri più intimi dei ruoli che gli sono stati affidati, come, per citare due esempi recenti, dimostrano i personaggi interpretati per i gemelli D’Innocenzo in ‘Favolacce’ e ‘America Latina’. Nel corso della serata conclusiva de Lo Spiraglio, Elio Germano è stato protagonista di un incontro pubblico per ripercorrere le tappe fondamentali della sua attività artistica. Nelle edizioni passate sono stati premiati Claudio Santamaria, Saverio Costanzo, Fabrizio Bentivoglio, Anna Foglietta, Paolo Virzì, Sergio Rubini, Sergio Castellitto, Carlo Verdone, Alba Rohrwacher, Marco Bellocchio e Giulio Manfredonia.