A Palazzo Minucci Solaini, di Volterra, che ospita la Pinacoteca dove è conservato il capolavoro di Rosso Fiorentino “Deposizione”. Ispirandosi alle opere conservate in Pinacoteca e in particolare proprio a quella che è considerata il caposaldo del manierismo, Michelangelo Pistoletto ha realizzato un’opera site specific “Scala del Terzo Paradiso”. Alla “Venere degli stracci” di Pistoletto l’artista Giada Fedeli aka Grammaphi dedica “Rosaforte”, una rielaborazione della sacralità vista con occhi nuovi. Di dialogo in dialogo, anche un’opera della mostra “Fatal Error” di Gianni Lucchesi, uno degli artisti emergenti più qualificati del momento, intesse un virtuoso ed inaspettato dialogo con la “Deposizione”, per rendere omaggio al pittore fuori dagli schemi.
Ma Volterra racconta e omaggia anche due grandi artisti del recente passato: Raffaello Gambogi, pittore del gruppo dei postmacchiaioli che soggiornò ripetutamente a Volterra, nell’ospedale psichiatrico, nel tentativo di curare la depressione in cui era caduto e Mino Trafeli, nell’anno del centenario dalla nascita. Infine, il progetto “Timeless encounters”, un dialogo vivo tra arte etrusca e arte contemporanea che mette in primo piano opere di rilievo e importanza storica provenienti dal museo etrusco Guarnacci e opere di particolare esecuzione di artisti nazionali e internazionali contemporanei.
L’arte e l’arte contemporanea – spiega Dario Danti, assessore alle Culture del Comune di Volterra – è protagonista nei Musei Civici di Volterra con sei mostre che accompagneranno la nostra estate e l’autunno. Siamo impegnati da sempre nella valorizzazione e nella promozione dei nostri beni culturali, monumentali e archeologici. Farlo anche attraverso mostre di alta qualità e di valore artistico di livello nazionale ci rende orgogliosi. Inoltre, grazie a questo percorso, sono rafforzate collaborazioni con altri enti, fondazioni, gallerie e istituzioni e nuovi rapporti si sono aggiunti proprio quest’anno, anno in cui Volterra è la Prima città toscana della cultura.
SCALA DEL TERZO PARADISO, MICHELANGELO PISTOLETTO
“Scala del Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto ripropone la forza scenica e la tensione espressiva della “Deposizione” di Rosso Fiorentino attraverso il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito composto da tre cerchi consecutivi, sospeso su una scala a pioli. La scala, strumento utilizzato nella Deposizione, diventa così protagonista del dualismo salire-scendere. Il simbolo del Terzo Paradiso illustra la formula della creazione, nata dall’arte, che in coerenza con lo sviluppo scientifico della conoscenza apporta nuovi significati ai simboli sacri. Alla tragedia umana, l’artista contrappone l’equilibrio, l’armonia e la pace. Il colore giallo si unisce al colore rosso dei tessuti per creare il colore arancio, che non esisterebbe senza l’unione dei due. L’arancio e il rosso presenti nella “Deposizione” di Rosso Fiorentino, divengono, nel “Terzo Paradiso”, abiti usati e vissuti che ci riportano all’idea di società. La corda assume senso di energia dinamica, in quanto strumento per elevare verso l’alto il simbolo della creazione. Pinacoteca e Museo Civico, Palazzo Minucci Somaini, via dei Sarti 1, Volterra. Fino al 1 novembre.
ROSAFORTE, GIADA FEDELI
“Rosaforte”, nel chiostro della Pinacoteca, della pittrice pomarancina Giada Fedeli aka Grammaphi è un percorso ambivalente tra antico e contemporaneo, una rielaborazione odierna della sacralità vista con occhi nuovi. La mostra parte all’omaggio alla “Venere degli stracci” di Pistoletto. “Un’esplosione di Rosaforte – spiega Giada Fedeli – farà da sfondo a una serie di giochi ed ironie. Le vesti cadono, la pelle si illumina, gli occhi si perdono chissà dove e i bambini giocano. Tutti gli attori per un attimo perdono la posa, e chi invece di recitare proprio se ne infischia, stira e pulisce oggetti e stracci”. Pinacoteca e Museo Civico, Palazzo Minucci Somaini, via dei Sarti 1, Volterra. Fino al 30 settembre.
FATAL ERROR, GIANNI LUCCHESI
“Fatal Error” di Gianni Lucchesi è un crash inaspettato che fa perdere l’equilibrio. Nella mostra dell’artista toscano, tra le luci e le ombre dei sotterranei della Pinacoteca, il visitatore avrà l’opportunità di guardarsi indietro e così anche di guardare avanti, di perdere l’equilibrio da tante prospettive diverse per riconoscere le proprie distorsioni quotidiane. Le opere, tutte destabilizzanti, sono espressione del rischio costante che l’uomo vive, tra continue connessioni e disconnessioni. “Paesaggio Volterrano”, in particolare, è la riproduzione in scala della “Deposizione”: una persona rivisitazione di Gianni Lucchesi del dipinto caratterizzato da una forte esplosione emotiva che vede la sottrazione formale e metaforica dei personaggi che compongono il dipinto originale. “La Sottrazione dei soggetti della Deposizione può provocare sensazioni diverse a seconda del tipo di fruitore – racconta Gianni Lucchesi – per gli osservatori abituati a guardare l’arte e che conoscono l’opera originale il crash è assicurato, l’assenza diventa stridente, disarmante e forse accompagnata da smarrimento”. La mostra è a cura di Carlo Alberto Arzelà, con i testi di Nicolas Ballario. Pinacoteca e Museo Civico, Palazzo Minucci Somaini, via dei Sarti 1, Volterra. Fino al 30 settembre.
RAFFAELLO GAMBOGI (1874–1943): ARTE E SUBLIMAZIONE
La mostra racconta la vicenda artistica e umana del pittore del gruppo dei postmacchiaioli, dagli anni della sua formazione al Reale Istituto di Belle Arti di Firenze, sotto la guida del maestro Giovanni Fattori, fino al periodo tormentato che precede la morte avvenuta a Livorno, la sua città natale, nel 1943. Vissuto tra Livorno, Firenze e Torre del Lago, Gambogi soggiornò ripetutamente a Volterra, nell’ospedale psichiatrico, nel tentativo di curare la depressione in cui era caduto. La sua vicenda diventa paradigmatica rispetto alle sorti dell’artista creativo a cavallo di due secoli, quando l’estro e la passione sembrano rappresentare sintomi di una malattia dello spirito. Sottotetto Palazzo dei Priori, piazza dei Priori 20, Volterra. Fino al 4 settembre.
MINO TRAFELI
La mostra “Mino Trafeli: la scultura impossibile 2018-1980” a cura di Marco Tonelli e del Comitato per la promozione dell’opera di Mino Trafeli, è la prima tappa di una trilogia che si svolgerà nel Palazzo dei Priori, dedicata all’opera dello scultore volterrano (1922-2018) più rappresentativo della città toscana, nell’anno del centenario della nascita dell’artista. La mostra, con cadenza annuale e con un ordine cronologico invertito, come era nello spirito destabilizzante della poetica di Trafeli, dalle ultime opere alla produzione iniziale, vuole rendere testimonianza non solo della sua scultura, ma anche del suo spirito irriverente, ironico, mai fisso e sempre in cambiamento, come dimostrano le modificazioni continue di opere, le loro distruzioni, le loro combinazioni e riutilizzazioni sempre differenti, la pratica della decostruzione di immagini plastiche e video. La parola “impossibilità” è per Trafeli una parola chiave e fondamentale che compare spesso nei titoli delle sue opere, ma per Trafeli spazio era anche il contesto, il laboratorio, lo studio di lavoro in cui l’opera poteva essere agita (una scena teatrale, una scultura partecipata o maneggevole, indossabile, praticabile). È dunque partendo da queste premesse che la mostra di inaugurazione dello spazio dedicato a Trafeli presenterà le sculture realizzate negli ultimi trent’anni all’interno del padiglione Ramazzini dell’ex manicomio di Volterra, che l’artista aveva adibito a proprio studio, arrivando agli ultimi disegni di scultura e passando per opere dedicate al mito di Ulisse e opere video. È prevista anche la creazione di un itinerario virtuale che consentirà la visita delle più importanti opere di Trafeli sul territorio. Sala Bianca, Palazzo dei Priori, piazza dei Priori 1, Volterra. Fino all’8 gennaio 2023.
La mostra “Mino Trafeli: gli studi, la grafica, la scultura”, a cura di Marco Tonelli e del Comitato per la fruizione pubblica delle opere di Mino Trafeli, con fotografie di Fabio Fiaschi, è in programma al Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena, all’interno del progetto “Anima dia Volterra”, parallelamente alla mostra “Mino Trafeli: la scultura impossibile 2018 – 1980” che ha luogo nel Palazzo dei Priori. Sono qui esposte le fotografie realizzate di Fabio Fiaschi degli studi dell’artista (Via Ricciarelli, Porta all’Arco e padiglione Ramazzini dell’ex ospedale psichiatrico), studi dove si incontrava Trafeli e si parlava con lui di arte, immaginando il lavoro a venire e vedendo modificare quello in progress, e una nutrita serie di opere grafiche (disegni, litografie e acqueforti) realizzate dall’artista tra 1963 e 1980, che insieme a sculture di piccole dimensioni, che vanno da bronzi a alabastri a sculture agibili o impossibili o strumenti musicali, danno l’idea dell’apertura linguistica dell’opera di Trafeli a ogni tipo di sperimentazione, sia sulla sua stessa poetica sia sulla storia dell’arte, che l’artista volterrano del resto andava continuamente ripensando, come dimostrano in mostra i suoi omaggi grafici dedicati a Duchamp, Brancusi, Braque, Klimt, Michelangelo. Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena FCRV, piazza San Giovanni, Volterra. Fino all’8 gennaio 2023.
TIMELESS ENCOUNTERS – CAPITOLO I, AEVUM
In occasione dell’apertura delle nuove sale restaurate del Museo Etrusco Guarnacci, AEVUM presenta un dialogo tra artisti e opere di epoche diverse all’interno di una linea del tempo unica, riunendo all’interno di una stessa sala preziosi reperti archeologici provenienti dalla collezione permanente del Museo Guarnacci e opere di Akiko Hirai (Giappone/UK) e Eleanor Herbosch (Belgio). Il procedere fluido che lo spettatore è invitato a seguire lo porta ad un continuo cambiare della prospettiva, e ricalca l’idea di un’esperienza creativa senza tempo, dove presente e passato si uniscono. In mostra tre opere uniche provenienti dal Museo, ognuna legata, ma con funzione diversa, al mondo dell’oltretomba etrusco, un vero e profondo culto nei confronti dei defunti destinati a vivere eternamente anche dopo la morte fisica. In dialogo con questi oggetti, due artiste contemporanee selezionate da KALPA. I segni vivi e graffianti realizzati in acrilico e argilla dei dipinti di Herbosch si fanno forma scritta, avvicinandosi a quella stessa carica emozionale e misteriosa della scrittura etrusca. Accanto a lei, le sculture in ceramica di Hirai sono espressione di un’esplorazione dell’idea di contrasto, una giustapposizione di argilla grezza e smalto traslucido. Saletta del Giudice Conciliatore, Palazzo dei Priori, piazza dei Priori 1, Volterra. Fino al 4 settembre.
Volterra Card i visitatori potranno accedere ai sei musei del sistema museale comunale con un unico biglietto.