Gli Ultracontemporanei della generazione Z al BOOMing 2023 di Bologna

Gli Ultracontemporanei della generazione Z al BOOMing 2023 di Bologna

Dal 2 al 5 febbraio la terza edizione della fiera dell’arte emergente organizzata nei giorni di ART CITY Bologna e di Arte Fiera intercetta i fermenti e le tensioni delle nuove leve artistiche, chiamate a rappresentare una società in piena emergenza. Protagonisti della sezione Generation(Z) sono gli “Ultracontemporanei”, fenomeno di mercato emerso nel 2022 con il successo commerciale dei giovanissimi nelle aste internazionali, ma soprattutto figli e specchio del loro tempo: esploratori del sovrumano fra reale e digitale, collezionisti di mostri, narratori di nuove e fluide identità, dissacratori e liberi creatori di mondi più equi e più sostenibili. In esposizione artisti Under 33, presentati da galleristi o curatori altrettanto giovani, ma anche collettivi ed esperienze indipendenti.

Contemporanei, anzi, Ultracontemporanei. I giovanissimi protagonisti della sezione GENERATION(Z) appartengono a questo nuovo trend, e raccontano il presente come materia viva e pulsante. BOOMing Contemporary Art Show (2-5 febbraio) apre le porte, più che mai, al cambio generazionale: largo ai giovani nati essenzialmente dal ’90 in poi, quindi Under 33. In comune hanno l’esser cresciuti tra crisi, precarietà e il sentimento di nuova concretezza che porta con sé la caduta di tante illusioni ma anche nuove ambizioni. Digital native, inclusivi, attenti ai diritti sociali e alla tutela dell’ambiente gli “zoomer” sono trainati dalla lettera Z, capolettera di svolta e simbolo di questa edizione, mutuata dallo slang giovanile.

Forse il loro sguardo riuscirà davvero a dare un contributo diverso e (r)innovare rigenerata con la cultura: oltre alle proposte selezionate dalle gallerie e presentate in sezione, verrà dato ampio spazio, anzi un intero piano, ai nuovi nomi. Un’occasione per scoprire artisti e artiste rappresentati dalle migliori gallerie emergenti, ma anche collettivi indipendenti, nuove realtà ibride e spazi non profit.

Generation(Z): una sezione speciale della fiera più una mostra al +1

Al piano +1, nelle nicchie di cemento dell’ex deposito del Binario Centrale spicca Generational Trauma, opera emblematica dell’artista georgiana Gvantsa Jishkariani (*1991) che si auto-presenta tramite la galleria The Why Not Gallery di Tbilisi, da lei stessa fondata. Attraverso tecniche come l’arazzo e la combinazione di materiali come vetro, mosaico e metallo, prende le distanze dalla scultura monumentale di matrice sovietica offrendone una interpretazione dissacrante.

Fra le gallerie in sezione Cellar Contemporary di Trento, che forte del know-how storico di Studio d’Arte Raffaelli concentra la ricerca su artisti post-millennial che, nelle parole dei giovani galleristi Davide Raffaelli e Camilla Nacci, “sanno esprimere contemporaneamente l’inquietudine e la saggezza, caratteristiche della loro generazione e del nostro tempo”. Incontriamo così le tensioni ancestrali e i mondi popolati da creature mostruose, spesso antropomorfizzate, del finalista al Premio Cairo Bruno Fantelli (trentino, nato nel 1996), e i volti distorti, le maschere deformate di Solomostry (nato a Milano nel 1988), dallo stile estremamente riconoscibile, che omaggia il popolo della musica, del writing e della notte. Ammiriamo l’attitudine performativa e fotografica di Zana Masombuka (nata a Johannesburg nel 1997), artista e attivista sudafricana che gioca con il travestimento per trasmettere messaggi dalla potenza universale, e ci imbattiamo nel solo show e nei lavori su tela di Margherita Paoletti, marchigiana classe ’90 ben nota al pubblico bolognese e di BOOMing, illustratrice di delicati ecosistemi onirici, abitati dai corpi e dalla natura.

Candy Snake Gallery di Milano propone una selezione che, secondo Andrea Lacarpia, esprime i tratti distintivi della nuova generazione di artisti, che “si focalizzano sul dialogo tra la fisicità della materia, l’iconicità dell’immagine e la fluidità incorporea del mondo digitale.” Ad esempio la scultrice Naomi Gilon (nata nel 1996 ad Arlon, vive e lavora a Bruxelles) si ispira alla fantascienza, il cinema horror e la mitologia per creare chimere umane e animali, che irrompono nella quotidianità con incursioni nell’ambito del design e della moda. La ricerca di Margherita Mezzetti(Siena, 1990)e Andrea Samory (Padova, 1991), presentati insieme al primo piano, è permeata dall’immaginario digitale, traslato in una pratica pittorica e scultorea dalla notevole perizia tecnica in cui viene indagata la frammentazione dell’identità in bilico tra reale e virtuale.

Lo spazio di Gigi Rigliaco Gallery (Lecce) si popola delle opere degli artisti affermati Gianfranco Basso, Fabrizio Fontana, Gianmaria Giannetti e Santa Scioscio poste in dialogo con quelle del neo-diplomato all’Accademia di Lecce Luca Luprano nel progetto More Than Words. Un accostamento di diverse generazioni, ma soprattutto di immagini con elementi testuali che amplificano il messaggio e stimolano lo spettatore ad una più attenta riflessione, sfidando la tendenza ad una lettura rapida e superficiale tipica di un sistema di comunicazione effimero e molto dinamico.

Matteo Bianco, rappresentato da Habitat Ottantatre a curadel giovanissimo Zeno Massignan, si affida a un messaggio cristallino, illuminato al neon: Vaffanculo light è rivolto alla mercificazione dell’arte, ed è la denuncia di un gioco inesorabile che, per scardinare certe logiche consumistiche, finisce per assecondarle. La parola – in questo caso recitata – è centrale anche nella performance di Sanjeshka – l’artista serba presentatada Contemporary Attitude a cura della giovane Chiara Spagnol, un invito catartico a fuggire dalla tentazione dell’iperproduttività. Con voce ipnotica pronuncia poesie in varie lingue, accenna canzoni, gioca con la ripetizione di parole e concetti in un video che prende forma anche in oggetti scultorei fisici contornandolo con le frasi e le sensazioni più incisive e avvolgendo lo spettatore in una sorta di trance complessiva. Sempre presentata da Contemporary Attitude – a cura di Eleonora Angiolini – Martina Camani propone laserieI WANT, che attraverso il trampolino evoca un moto interiore dell’essere, demistificatorio e liberatorio, e la accosta alla doppia installazione Febbre, che si sofferma sul tifo sportivo come fenomeno sociale e identitario.

Nelle proposte di Marsala Due di Bologna a cura di Antonio Di Falco, l’artista Giulia Sensi rende protagonisti gli oggetti legati al mondo dell’infanzia e a quello adulto del collezionismo, giocando con la serietà e compulsività dell’uno e l’appassionata libertà dell’altro. Il lavoro di Flavio Pacino, attraverso disegno, media scultorei e installativi, indaga invece sul rapporto tra naturale e artificiale: nell’installazione site-specific gli elementi vegetali prendono il sopravvento e comprimono travi e colonne in cemento armato, ribaltando il concetto di rifugio.

I collettivi e gli indipendenti

A BOOMing la dimensione collaborativa – che ha segnato i grandi movimenti del passato – si prende una rivincita sul sistema dell’arte contemporanea, caratterizzato da individualismo e competizione. Due i collettivi presenti: plurale e Borlottee. Il primo, composto da Giulio Ancona, Leonardo Avesani e Chiara Ventura, nasce nel 2020 per esplorare una forma empatica d’esistenza a partire dal linguaggio, dalle falle che si riscontrano nel quotidiano e dalle mille forme che assume la violenza. Borlottee (sì i fagioli) – che firma la nuova immagine coordinata e grafica di BOOMing 2023 – parte dal design per creare opere multimediali e mix media che indagano temi sociali usando l’ironia e la sovversione. Con il progetto Carico riflette sulla tensione tra persone appartenenti a generazioni diverse negli ambiti sociali, lavorativi e politici. 

L’identità, invece, è il cuore del progetto portato avanti da Artists For Pride, a cura dell’art sharer Elisabetta Roncati. Tre gli artisti e le voci indipendenti che espongono una delle questioni cruciali affrontate dalla loro generazione. Fabio Orioli esplora la fluidità nella visione del corpo, che riflette la mutevolezza e l’individualità, Federica Sutti ridefinisce il simbolo della sessualità maschile e lo arricchisce trasformandolo in emblema della diversità etnica, sociale, estetica e di genere, Elena Zecchin propone un viaggio nello sguardo e nella sensorialità di una persona neuroatipica.

www.boomcontemporaryart.com


Simona Gavioli, Direttrice

Mantovana, critica d’arte e curatrice indipendente e docente ABA, classe 1977, Simona Gavioli si occupa di arti visive contemporanee con uno sguardo attento alla sinergia tra diverse discipline.

Dopo la laurea in Fenomenologia delle Arti Contemporanee conseguita presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna parte per Bilbao per il corso di specialistica “Arte del Siglo XX” presso l’Universidad del Pais Basco UPV/EHU e successivamente a Biarritz (Francia) per un corso di perfezionamento in lingua francese sviluppando ricerche sull’arte contemporanea basca al confine tra due stati. Dal 2007 svolge studi sulle nuove tendenze artistiche formandosi presso Galleria Spazia a Bologna e collaborando con Villa delle Rose nell’ambito della Manifestazione No so Private. Ha collaborato con le riviste, Arte Navale, Segno Arte Contemporanea, MyWhere, Kairòs, I. Quality, Dispensa, HoonestCooking e Karpòs. Dal 2010 – 2016 Direttore artistico e Curatore del Premio Internazionale di Pittura Zingarelli-Rocca delle Macìe. Dal 2012 è Co- Fondatore della rivista on-line MyWhere e Co-Fondatore della manifestazione Setup Contemporary Art Fair. Nel 2015 fonda l’associazione culturale Caravan SetUp di Bologna, che poi, nel 2018, apre la sua costola a Mantova occupandosi dal 2016 della direzione artistica del Festival di riqualificazione urbana Without Frontiers, Lunetta a Colori per il Comune di Mantova. Negli ultimi anni ha collaborato alla realizzazione di importanti mostre al Marca di Catanzaro e a Casa del Mantegna a Mantova e alla Direzione Artistica della nuova fiera d’arte BOOMing Contemporary Art Show, Bologna. Dal 2021 è Direttrice Artistica del progetto Lunetta Cultural Camp e collabora con la Fondazione Palazzo Te.

Membro del comitato scientifico del Museo Marca di Catanzaro e delle Residenze della Fondazione Rocco Guglielmo è membro del Comitato Scientifico della fiera Drawing Room di Madrid. Ha collaborato con l’Institut d’Estudies Balearics e l’Institut Ramon LLull di Barcellona. Da poco ha aperto la collaborazione sotto forma di gemellaggio con il Festival di Arte Urbana a Valencia VLC Urban Art Festival – Barris en Moviment(Spagna) per creare un dialogo tra città creative.

Doc Creativity, organizzatore e producerLa creatività è al centro dell’azione di questa rete di professionisti delle attività culturali e creative che riunisce, tra gli altri, pittori, illustratori, fumettisti, makers, artigiani creativi e digitali, web designer, fotografi e audiovisivi. Doc Creativity fa parte della Rete Doc, la più grande cooperativa italiana nei settori dell’arte, della cultura, spettacolo, creatività e della tecnologia, con oltre 8.000 soci, 34 sedi in Italia e 1 a Parigi.
www.doccreativity.it


Spazio DumBODistretto urbano multifunzionale di Bologna è uno spazio di rigenerazione in cui imprese, associazioni, istituzioni e cittadini convivono e collaborano. Quasi 40mila metri quadrati a poche centinaia di metri dal centro tornano a disposizione della città. Capannoni e aree aperte destinati a cultura, arte, innovazione sociale, lavoro, musica e sport per attività trasversali in stretta relazione con il territorio. Un luogo in cui sperimentare un nuovo modo di vivere lo spazio urbano. Lo Spazio DumBO, scelto per ospitare la fiera, ne condivide gli obiettivi, facendosi icona di un cambiamento e di un rinnovamento. Dal suo passato come scalo ferroviario riemerge a nuova vita diventando culla di arte e cultura.

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