Una mostra inedita site-specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria BI-BOx Art Space a Biella. Dalle enormi tavole in legno alle installazioni di vetro soffiato, sono quattordici le opere che compongono Souvenir. Tornare alla mente, la maggior parte delle quali mai esposte prima. Dal 4 marzo al 6 maggio 2023 la mostra di Beatrice Pasquali, a cura di Angela Madesani, sovverte il cliché del souvenir, compiendo un viaggio nella memoria e nell’infanzia dell’artista, con riferimenti che vanno dalle favole per bambini come La volpe e l’uva al cinema di Pasolini, passando per Leonardo Da Vinci, Giovanni Boccaccio e Georges Perec.
Beatrice Pasquali ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero, tra i quali il Premio Giorgio Morandi per l’incisione, il Premio Suzzara Contaminazioni tra linguaggi e tecniche, il Premio Princesse Grace di Montecarlo, conferito dalla Princess Grace Foundation-USA, ed il Premio Arturo Martini per la scultura.
A catturare immediatamente l’attenzione del visitatore in mostra, la serie di quattro panoramiche (Je me souviens: una poiana, La Cappella Tornabuoni, una collina, delle gru in volo, 2022), ognuna delle quali misura in lunghezza oltre due metri, allestite una accanto all’altra come a formare un storyboard cinematografico. L’idea per cui anche il paesaggio fa parte del patrimonio di un territorio è ispirata dal cortometraggio di Pier Paolo Pasolini La forma della città, che il regista condivide a sua volta con Piero della Francesca. Qui l’autrice attualizza questa visione, dando vita alle immagini come se fosse una scena che si svolge dietro il finestrino di un treno, con gli uccelli che interagiscono e danno vita al paesaggio.
Appositamente realizzati in occasione della mostra sono anche due oblò dipinti su vetro, Je me souviens. La Fontaine I e II (2023), che rimandano ai vetri da proiezioni con lanterne magiche e al tempo stesso a certe iconografie del favolista Jean de La fontaine, con la nota favola de La volpe e l’uva in cui i ruoli sono ribaltabili e la storia si può leggere da più punti di vista. Il mondo della fabula è presente anche nella tavola ispirata alla novella di Boccaccio Chichibio cuoco e la gru (2023), di cui viene dipinta solo la fine della storia, e il ruolo del protagonista è intuibile solo tramite il suo pendolo portafortuna.
Gli amuleti ricoprono un ruolo di grande importanza nell’intera produzione artistica di Pasquali. La pancia del pesce della tavola Je me souviens. Tobias (2022) non reca tagli, ma accanto ad essa è posto un ramoscello di corallo, che troviamo in molta pittura antica: un altro oggetto apotropaico per scongiurare il maligno o per favorire la dentizione dei neonati. Sotto il pesce, al lato destro del quadro sono foglie di salvia. L’artista spiega: “È un “je me souviens” di Leonardo, che ne parla nel Codice Atlantico”.
Diorama della nursery (2011) è l’installazione a parete composta da sette sfere di vetro soffiato al cui culmine, come una sorta di tappo, è una testina di ceramica dipinta dall’artista: guardare la realtà attraverso il vetro fa da filtro tra chi guarda e ciò che appare, il dato epifanico, così come “l’aria azzurra” di Leonardo che permea i suoi paesaggi. Il vuoto ha una consistenza, l’atmosfera è una presenza.