Alessandro Vasapolli artista-fotografo torinese in mostra a Piacenza con “Dance Notes”

Alessandro Vasapolli artista-fotografo torinese in mostra a Piacenza con “Dance Notes”

Attivo da sempre su traiettorie internazionali, Alessandro Vasapolli torna alla Galleria Biffi Arte Palazzo Marazzani Visconti, con un nuovo progetto fotografico, dopo il fortunato debutto in ambito piacentino con la serie DéVoilée, nel 2018.

Con Dance Notes l’artista-fotografo compie un poderoso passo in avanti nella ricognizione del mezzo fotografico come prezioso strumento di apertura verso scenari altri, segreti, alla ricerca di una alterità fantasmatica che scardina e rinnega uno dei compiti originari della fotografia: la resa mimetica della realtà.


In Dance Notes Vasapolli approda a risultati inediti per forza di visione e per capacità tecnica, ed entra nella complessa dinamica fra effimero e permanente, fra stasi e movimento: nascono reverie che presuppongono tutto il rituale della fotografia “classica” ma che contengono esiti dalla formidabile forza sperimentale: dal colore, espresso attraverso un algoritmo originalissimo, che genera cromie rare, all’uso di uno speciale otturatore, realizzato dallo stesso Vasapolli, alle procedure di stampa.


Dance Notes si articola in sei capitoli, accompagnando in modo progressivo proprio questa trasformazione dell’immagine da uno stadio in cui la forma è ancora individuata, a puro segno luminoso, gesto intriso di luce. 

Grace racconta tutta la grazia di corpi danzanti perfettamente riconoscibili, seppure agiti in una dimensione onirica in cui il mezzo fotografico sembra farsi da parte per consegnare una immagine fortemente pittorica.

In Dynamics c’è un cambiamento di passo, il gesto si allarga in traiettorie cromatiche che sembrano avvisaglie di imminenti scardinamenti. 

Strength convoca sulla scena il corpo nudo, con le sue tensioni energetiche, le sue linee di forza in costante contrapposizione. 

Movement segna una dilatazione del tempo, a cui Vasapolli arriva grazie all’uso del particolare otturatore fisico di sua creazione.

 Impetus celebra la svolta: il movimento perde di levità, si fa ampio, portentoso, irrompono i rossi, come fiammate a scardinare spazio e volumi. Ed è in un certo qual modo struggente la scomparsa della danzatrice, nell’ultimo atto di questo processo di trasformazione.

In Time il corpo si assenta a favore di una scrittura concettuale, segnica; sono solo tracciati di luce, quelli che vediamo, sinopie luminose del movimento in uno spazio sempre più fratto e visionario.

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