Israele verso la fine del Lockdown

Israele verso la fine del Lockdown

Gerusalemme, Yamin Moshe, Mulino Montefiore. Crediti a Noam Chen

Oltre 4,3 milioni di persone sono già state vaccinate in Israele e gli occhi del mondo sono puntati su questo piccolo Paese che ha iniziato lo scorso 21 febbraio ad uscire dal lockdown e a riprendere la vita in modalità di convivenza, nel rispetto delle regole necessarie per convivere con la pandemia da coronavirus.

Mentre gli israeliani tornano a partecipare a eventi culturali, a fare shopping nei centri commerciali, a visitare musei e a frequentare palestre, il settore del turismo interno sta lentamente riaprendo, con alloggi rurali (zimmers) ora affiancati da hotel, sotto le linee guida del contenimento del coronavirus.

L’exit plan di Israele si basa sul Purple Badge e sul Green Badge.

L’ingresso ad hotel, eventi culturali e sportivi, palestre, piscine e luoghi di culto è consentito solo ai possessori di Green Badge. Coloro che hanno diritto al bollino verde, rilasciato dal Ministero della Salute, hanno ricevuto da almeno una settimana la somministrazione della seconda dose di vaccino contro il coronavirus o risultano aver superato definitivamente il contagio. Il badge verde, con il suo codice QR univoco, deve essere presentato in formato digitale o cartaceo, insieme al documento d’identità, all’ingresso di ogni luogo pubblico.

Attualmente, hotel e alloggi rurali sono aperti solo per il pernottamento: gli ambiti di ristorazione delle strutture sono chiusi, ma è consentito il servizio in camera. L’ingresso in hotel è consentito anche ai minori di 16 anni con test del coronavirus negativo effettuato entro 48 ore dall’arrivo: questo perché i bambini non possono al momento essere vaccinati.

Gli hotel nell’area turistica del Mar Morto di Ein Bokek e Hamei Zohar sono ancora una volta designati come “isola verde”. Questa designazione consente agli hotel di riaprire completamente, con tutti i servizi, per i possessori di badge verde e per i minori di 16 anni. con test di coronavirus negativo, effettuato entro 48 ore dall’arrivo.

Gli hotel di Eilat aderiranno alla designazione di isola verde solo se il livello di infezione in città si ridurrà al livello più basso entro le prossime due settimane.

Lo standard Purple Badge limita invece la partecipazione ad attività sociali e richiede l’allontanamento sociale e l’uso di maschere (che è obbligatorio in Israele). Centri commerciali, mercati, negozi, musei, biblioteche, zoo, attrazioni turistiche all’aperto e safari sono aperti seguendo con precisione rigorosa l’uso del Purple Badge, ovvero:

restrizioni sul numero di persone ammesse nei centri commerciali e nei negozi, a seconda delle dimensioni;

divieto di apertura dei chioschi e di consumo di cibo e bevante in essi;

Ingressi contigentati nei musei, ma anche nelle attrazioni all’aperto e sempre con prenotazione anticipata, con visite guidate fino ad un massimo di dieci persone.


Il comprensorio sciistico del Monte Hermon sulle alture del Golan, che da qualche giorno è innevato, è aperto a tutti i visitatori , con registrazione anticipata. Tutte le riserve naturali e i parchi sono aperti con registrazione anticipata e numero limitato.
Restrizione alle riunioni: dieci persone all’interno e 20 all’esterno.

La prossima fase dell’exit plan inizierà domenica 7 marzo 2021, a condizione che i tassi di infezione del Paese continuino a diminuire e si accresca il numero di persone vaccinate.

Gli hotel in tutto il paese saranno in grado di offrire servizi completi e le attrazioni al coperto, le sale per eventi e le conferenze saranno aperte per i possessori di Green badge.

Bar e ristorantini (che fino ad ora offrono solo servizi di asporto e consegna a domicilio potranno riaprire, seguendo gli standard del Purple badge.

Restrizioni ai raduni: 20 persone ammesse all’interno e 50 in esterno (ad eccezione delle città rosse in cui resterà in vigore il rapporto 10:20)

Gli aeroporti e gli attraversamenti terrestri di Israele rimangono chiusi almeno fino al 6 marzo, con un massimo di 2.000 cittadini israeliani ammessi nel Paese ogni giorno, a condizione che abbiano ricevuto un permesso speciale dal comitato governativo di “esenzione”.

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