Di lettura ad alta voce si è parlato martedì 18 maggio al Salone del libro di Torino: oltre 350 ragazzi e ragazze, famiglie, docenti e dirigenti, provenienti da 16 classi da ogni parte d’Italia – da Lecce a Torino, da Napoli a Novara, da Roma a Firenze – si sono incontrate per la festa nazionale delle classi “Ad alta voce”.
Dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado (con partecipanti dai 5 ai 16 anni) si sono ritrovate le classi che leggono ad alta voce con il “metodo della lettura ad alta voce condivisa”. L’incontro è stato organizzato da Associazione Nausika, Dipartimento Fissuf (Università degli Studi di Perugia), Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo e LaAV Letture ad Alta Voce e vi hanno preso parte Federico Batini, Martina Evangelista, Giulia Guglielmini e Giusi Marchetta insieme ai giovani protagonisti e alle loro storie.
Accompagnati dai loro insegnanti e dirigenti scolastici, le classi hanno testimoniato la loro esperienza con la lettura ad alta voce condivisa e hanno raccontato: “la lettura mi amplia il lessico” detto da un bambino di sei anni; “quando leggo mi sento sconvolta perché mi sento come il primo al mondo a scoprire quella storia” gli ha fatto un eco un’altra studentessa più grande; “vivo una seconda vita perché il libro entra dentro di me e parla per me, mi dà le parole”; “le storie sono contenitori di emozioni” aggiungono altre e altri studenti. Queste e tante altre frasi pronunciate di fronte a centinaia di persone hanno reso evidente l’effetto dell’esposizione continuativa alla lettura ad alta voce in ragazzi e ragazze divenuti fluenti, competenti, capaci di comunicare in modo efficace e con parole adeguate, abili nel formulare metafore, nel rivolgersi a un pubblico ampio. E poi ancora una classe di quinta primaria chiede al dirigente in sala la garanzia della prosecuzione della pratica di lettura da parte degli insegnanti anche nel passaggio alla secondaria di primo grado.
Il dirigente, Massimo Cellerino, risponde entusiasta invitando ragazze e ragazzi a scrivergli una lettera per raccontargli l’importanza per loro di questa didattica e per testimoniarla al collegio. Alla festa Giulia Guglielmini, presidente di Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, ha testimoniato l’impegno continuativo dell’Ente nel sostenere l’esperienza di “Ad alta voce”, ma anche il sostegno alla ricerca sulla lettura e la lettura ad alta voce. Numerose le testimonianze di insegnanti da ogni parte d’Italia, di referenti delle biblioteche scolastiche, di volontari e genitori.
Nel pomeriggio, alle 16,30, una Sala Gialla che non riusciva a contenere i presenti ha visto esplicitare il collegamento tra la lettura ad alta voce condivisa e la prevenzione della dispersione scolastica e dei divari territoriali. Federico Batini, Martina Evangelista, Giulia Guglielmini e Giusi Marchetta hanno raccontato quali azioni concrete progettare per colmare i divari territoriali e favorire il successo formativo nell’incontro della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo dal titolo “Dispersione scolastica: quali possibili strategie?”.
Il racconto della pluriennale esperienza torinese di “Ad alta voce Porta Palazzo”, voluta e sostenuta dalla Fondazione per la Scuola e realizzata dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Associazione Nausika, con la collaborazione dei volontari LaAV, è stata l’occasione per mostrare, attraverso i dati di ricerca presentati in anteprima, e relativi a questa annualità scolastica, la relazione tra l’esposizione alla lettura e lo sviluppo di abilità linguistiche, di comprensione e cognitive di bambine e bambini, ragazze e ragazzi della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo grado. Il progetto, come è stato annunciato, non solo proseguirà nei prossimi anni sino alla completa autonomia degli istituti coinvolti, ma allargherà la partecipazione ad alcuni dei numerosi istituti piemontesi che hanno manifestato il loro interesse.
Tra i tanti dati relativi agli effetti “misurati” si segnala la trasformazione operata nei gruppi esposti alla lettura condivisa (lettura degli insegnanti) sulle abilità misurate con l’indice ICV (Wisc) nella scuola primaria e relative, per esempio, alla capacità di restituire verbalmente quanto appreso o di fare ragionamenti attraverso le parole. Il gruppo esposto alla lettura ad alta voce (così come il gruppo di controllo, i ragazzi e le ragazze che proseguono l’attività didattica senza introdurre la lettura quotidiana), partendo da un punteggio inferiore al valore normalmente atteso per l’età (valore normativo di riferimento), dopo l’intervento intensivo riesce a superarlo, mentre gli altri studenti e studentesse (quelli non esposti alla lettura ad alta voce secondo il metodo della lettura condivisa) pur crescendo, non riescono a raggiungere i livelli di competenza attesi per la loro età. Ancora più interessante risulta andare a vedere come si compongono queste medie per osservare come lo spostamento dei singoli casi accompagni in modo significativo il guadagno del gruppo: mentre in entrata solo il 39% del gruppo raggiungeva i valori di riferimento per l’età anagrafica, dopo soli 4 mesi di lettura intensiva ben il 59% del gruppo supera quegli stessi valori e l’intero gruppo cresce.
Tra i presenti anche Francesco Profumo, presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, Roberto Ricci presidente dell’Invalsi e rappresentanze della Regione, dell’USR Piemonte e dell’USR Liguria. Numerosissimi gli insegnanti, i dirigenti scolastici, i referenti di biblioteche presenti all’incontro. Il presidente Profumo ha chiuso l’incontro sottolineando l’importanza fondamentale della ricerca educativa paragonandola esplicitamente a quella medica, sostenendo la necessità di investirvi con una prospettiva di lungo periodo.
Occhi puntati adesso su sabato 20 maggio alle ore 12, in sala Bronzo Pad. D, per la presentazione del volume“La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell’equità” edito da Il Mulino, curato da Federico Batini, docente di Pedagogia sperimentale all’Università degli Studi di Perugia, che da anni si occupa di lettura e di lettura ad alta voce con il suo gruppo di ricerca dello stesso ateneo. Per la prima volta ha sistematizzato in un volume molto agile, le caratteristiche fondamentali del suo metodo sulla lettura ad alta voce condivisa, i presupposti teorici, le condizioni di utilizzo, gli effetti sull’apprendimento, in relazione con altri approcci rilevanti. Intervengono con il curatore, Nicola Crepax, Martina Evangelista, Giulia Guglielmini, Simone Giusti, Giusi Marchetta e Maria Teresa Martinengo.
La lettura ad alta voce condivisa infatti è un metodo che sempre più si sta imponendo nei contesti educativi e di istruzione in Italia e in altre parti del mondo, grazie al supporto delle evidenze raccolte circa i suoi effetti. Praticata in modo continuativo dall’adulto nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole del primo e del secondo ciclo, la lettura ad alta voce condivisa produce effetti rilevanti per esempio sulle abilità cognitive, emotive, di comprensione, facilita la capacità di stare con gli altri e capirli e, al contempo, educa alla lettura.
In Italia come si parla di lettura in occasione di ricorrenze e giornate dedicate, e soprattutto se ne discute quando si presentano i dati sui libri letti o venduti, o quando si lamentano i bassi livelli di competenza nella comprensione dei testi rilevati da qualche indagine. In altri momenti si esalta la lettura come rimedio ai mali della società e chiave di accesso ai livelli più alti dell’istruzione e della cultura. Raramente, invece, si discute di metodi concreti per favorire interesse per la lettura e per lo sviluppo di comportamenti e abilità funzionali all’incremento quantitativo e qualitativo dei lettori. Questo libro vuole essere un primo importante contributo per un dibattito che possa coinvolgere un numero sempre più altro di docenti, dirigenti, enti, scuole.
Sempre sabato 20 maggio, alle 10,30 presso sala CEPELL saranno presentati i primi dati di una ricerca comparativa di Università degli studi di Perugia e CEPELL (Centro per il libro e la lettura) condotta su un campione di 89 scuole di Piemonte, Veneto, Umbria e Sicilia sulle pratiche di promozione della lettura nella scuola e sui suoi effetti. Il progetto di ricerca, condotto dal gruppo di Pedagogia Sperimentale dell’Università di Perugia, sotto la responsabilità scientifica del prof. Federico Batini in collaborazione con il CEPELL e grazie al suo sostegno, è nato dalla necessità di raccogliere ed analizzare dati che consentissero di tracciare un quadro delle metodologie di educazione alla lettura e di promozione della lettura in uso in ambito scolastico in Italia, in modo da fornire ulteriori elementi alla descrizione delle pratiche in uso e allo studio dei relativi effetti sulla disposizione alla lettura, sui comportamenti di lettura autonoma, sulle abilità di comprensione del lessico. Il questionario, somministrato agli studenti del campione interessato in Italia, e successivamente esteso anche a 31 istituti italiani di cultura della rete MAECI all’estero, ha riguardato le attività, i metodi e le pratiche di educazione e promozione della lettura, le metodologie e gli strumenti utilizzati, gli spazi destinati a tali attività, le esperienze formative ritenute più efficaci e le strategie innovative diffuse tra i docenti.