Profonde radici in Romagna, una base di soci viticoltori presenti dalla pianura ravennate alle colline riminesi a Casola Valsenio passando per i territori di Forlì e Faenza, fino ai terreni sabbiosi del Parco del Delta del Po a nord-est. Le Romagnole Società Cooperativa Agricola e Cantina dei Colli Romagnoli sono ad oggi le cooperative di soci viticoltori che, assieme alle Cooperative Agricole Braccianti rappresentano la base e l’anima storica della filiera produttiva dei vini Terre Cevico.
I numeri di Cevico
Un sistema produttivo quello di Terre Cevico che, attraverso le proprie cooperative di base, comprende circa 2200 soci viticoltori in Romagna per 6700 ettari di vigneto e 5000 viticoltori in totale in altre regioni, 23 unità produttive, 5 impianti di imbottigliamento e 9 aziende controllate – di cui 5 al 100% – in regioni d’Italia come Veneto, Puglia, Emilia, Trentino e ovviamente Romagna.
Tra le realtà più importanti d’Italia, Terre Cevico si colloca al 6° posto nella classifica dei primi 10 gruppi cooperativi nazionali e al 12° della graduatoria fra le prime 115 imprese produttive italiane del mondo del vino. Costituito nel 1963 dalla volontà di dieci rappresentanti di cantine sociali e cooperative braccianti del ravennate con un capitale sociale di 1.450 mila lire, oggi può contare su un capitale sociale di oltre 3 milioni di euro. Il suo bilancio consolidato è passato da 54 milioni di euro nel 1993 ai 175 milioni del 2023 (valore stimato).
A determinare questa impetuosa crescita il modello organizzativo cooperativo e la scommessa sempre più orientata all’imbottigliato e all’export. In quest’ultima direzione in particolare la svolta è stata significativa. Quasi assente nel 1993, nel 2003 l’export ha costituito il 4% del bilancio, salito al 21% nel 2013, sino ad arrivare al 41% nel 2023. In sostanza quasi una bottiglia su due di Cevico va oltreconfine tanto da toccare 70 Paesi in quattro Continenti. L’export stimato nel 2023 salirà a 72,8 milioni di euro (60,2 milioni l’anno precedente).
Nuovo modello organizzativo
Terre Cevico si è sviluppato in questi anni come consorzio di secondo grado, fornendo servizi tecnici e commerciali alla propria base sociale, creando opportunità di sviluppo verso nuovi prodotti e mercati, innovando sempre, in ambito agronomico, enologico e tecnologico.
“Oggi sentiamo l’esigenza di accelerare ulteriormente per sviluppare il gruppo mettendo in sinergia la crescita industriale dell’impresa e l’interesse collettivo dei nostri viticoltori soci – racconta Marco Nannetti presidente del gruppo dal 2017 – Terre Cevico diverrà presto un sistema inclusivo dell’intera filiera vitivinicola, un nuovo assetto che da consorzio porterà Cevico ad essere definitivamente cooperativa agricola di primo grado, con il socio viticoltore protagonista e sempre di più al centro del sistema d’impresa. L’essere un tutt’uno con la propria filiera significa anche rafforzare i valori identitari della cooperazione, mutualità, solidarietà, etica del lavoro e ambiente. La figura del socio viticoltore al centro consente al gruppo di interagire in modalità più profonda con chi la vigna la coltiva, con l’obiettivo di coniugare al meglio gli aspetti della viticoltura alla strategia produttiva, industriale e commerciale”. Prosegue Nannetti: “Le trasformazioni del clima e del paesaggio ci hanno portato a riflettere ancora di più sulle pratiche agricole e sul ruolo che possiamo e dobbiamo avere per il bene comune con consapevolezza e responsabilità continuando un percorso di ulteriore miglioramento dell’impatto del nostro lavoro e della cura del paesaggio, alla scelta di optare per progetti che sappiano rinnovare la tradizione con strumenti nuovi e sempre più orientati alla sostenibilità.”
Festeggiamenti 60 anni
Terre Cevico ha celebrato il 60esimo presso Tenuta Masselina insieme ai propri soci, dipendenti e alle loro famiglie, agli amici, agli ospiti istituzionali ed ai giornalisti. “La nostra festa d’estate quest’anno è stata l’occasione per brindare alla nostra storia ed al nostro futuro. L’obiettivo è stare insieme in modo informale e intorno ai nostri vigneti, come ci piace fare. Lo abbiamo fatto insieme anche a Paolo Belli, cantante e musicista amico che è venuto a trovarci per l’occasione. Abbiamo brindato con un buon calice di vino. Ci piace pensare al vino come a un elemento che ci ricollega alla nostra storia, alla quale dare presente e futuro. Il vino ha un grande valore simbolico, si associa al buon vivere, alla dieta mediterranea e alla socialità, testimonia la necessità dell’uomo di fare rete in una filiera unita e cooperativa, sempre più coesa. È un prodotto agricolo, è buono e ci appartiene, esattamente come le grandi eccellenze gastronomiche della nostra regione e dell’Italia intera e dobbiamo averne cura.”
Franco Donati, Vice Presidente Terre Cevico e Presidente Le Romagnole: “Per le Romagnole è un passo importante e storico che vede nell’integrazione della cooperativa con il proprio consorzio il rilancio del ruolo dei soci direttamente verso quegli aspetti che determinano il successo sul mercato. Il socio viticoltore davvero protagonista del cambiamento e di cui ne vuole essere parte attiva. In scenari mondiali in continua e repentina trasformazione è importante governare il cambiamento e possibilmente non subirlo. Senza dimenticarsi che la coltivazione del vigneto e la valorizzazione dei nostri vitigni come il trebbiano e sangiovese sono alla base di ogni considerazione sul tema della sostenibilità e su questo fronte il nostro impegno sarà sempre più attivo e tangibile”.