La Dott.ssa Jane Goodall, famosa etologa e Messaggera di Pace delle Nazioni Unite, si è unita ai cittadini e cittadine e alle ONG, tra cui le associazioni della coalizione italiana End the Cage Age, e, in occasione del World Cage Free Day (13 ottobre), ha scritto alla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, chiedendo un incontro urgente per invitarla a tenere fede all’impegno di vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti.
Due anni fa, la Commissione europea si è impegnata formalmente a vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei. Ogni anno oltre 300 milioni di animali allevati a scopo alimentare sono ancora rinchiusi in gabbie e recinti individuali, impossibilitati a muoversi o esprimere i propri comportamenti naturali. Eppure, la Commissione europea finora ha disatteso questo impegno e non ha pubblicato la proposta legislativa contenente il divieto promesso.
L’impegno a vietare l’allevamento in gabbia è giunto nel 2021 in risposta all’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age, firmata da oltre 1,4 milioni di persone nel contesto di una campagna che ha coinvolto 170 associazioni, fra cui le 22 associazioni riunite nella coalizione italiana End the Cage Age. Questo processo democratico prevede che la Commissione europea presenti una proposta per una nuova legge entro la fine del 2023. La possibilità che la Commissione UE non rispetti questo termine ha provocato un’ondata di indignazione in tutta l’Unione europea.
Nel video-messaggio rivolto alla Presidente von der Leyen, la Dott.ssa Jane Goodall afferma: “Ogni anno 300 milioni di animali senzienti sono rinchiusi in gabbia, confinati in allevamenti industriali, in tutta l’UE. Questi sistemi di allevamento intensivo sono obsoleti, causano immense sofferenze a milioni di animali, tutti in grado di provare frustrazione, paura e dolore… Sono rimasta davvero sconvolta quando la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, non ha rinnovato l’impegno a presentare le riforme. Sembra che abbia dato ascolto alle grandi aziende, piuttosto che ai milioni di cittadini europei che sostengono il divieto di allevamento in gabbia promesso.”
Oggi, cittadini e cittadine dell’UE mostreranno su tutti i social il proprio sostegno al divieto con un’azione di protesta: disegnarsi le sbarre di una gabbia, simbolo della campagna End the Cage Age, sul palmo della mano e condividere la foto della mano sollevata sui propri profili social. I cittadini vogliono così mostrare che le persone sono unite nel chiedere la fine dell’era delle gabbie e della sofferenza che questo sistema di allevamento causa, a sostegno delle richieste della campagna #EndTheCageAge.
l’11 ottobre, inoltre, decine di cittadini e associazioni di tutti i Paesi UE sono scesi in strada per manifestare davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles, chiedendo all’UE di presentare la proposta di revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati, incluso il divieto di allevamento in gabbia.
Le associazioni della coalizione italiana End the Cage Age dichiarano: “È uno scandalo e un tradimento nei confronti dei cittadini europei che l’UE ascolti la grande industria e ignori invece la volontà delle persone, 94% delle quali credono fermamente che il benessere degli animali allevati a scopo alimentare sia importante*.
“Le ICE sono uno strumento di partecipazione democratica, introdotto per dare alle persone la possibilità di influenzare il processo decisionale in modo diretto. Più di 1,4 milioni di cittadini e cittadine dell’UE hanno sostenuto l’ICE End the Cage Age e la Commissione UE si è ufficialmente impegnata ma, nonostante l’impegno preso già nel 2021, la proposta legislativa di divieto dell’allevamento in gabbia non è ancora stata presentata. Sarebbe oltraggioso se la Commissione facesse un voltafaccia rimangiandosi la parola data e ignorando la volontà dei cittadini in questa fase.
“La campagna per mettere fine all’allevamento in gabbia sarà ora intensificata in tutta Europa per fare in modo che l’UE presenti la proposta legislativa di divieto e le gabbie siano finalmente relegate al passato”.
* Eurobarometro, dicembre 2016.