Dal 27 gennaio al 17 febbraio 2024, in occasione della dodicesima edizione di ART CITY Bologna ( 1 – 4 febbraio 2024 ), programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in occasione di Arte Fiera, la galleria d’arte Maurizio Nobile ospita nella sua sede bolognese di via Santo Stefano la mostra Natura morta. Joan Crous e Andrea Federici in dialogo con Morandi.
In mostra, due artisti contemporanei, il pittore Andrea Federici e lo scultore del vetro Joan Crous, rendono omaggio al grande maestro dell’arte italiana del Novecento, e soprattutto alla poetica delle sue nature morte, fondata sul silenzio e sul mistero inquieto che si cela dietro la realtà apparente.
Proprio questi due aspetti costituiscono il contesto su cui si articola la mostra Natura morta, dove le opere di Federici e di Crous rielaborano in modo personale la lezione del maestro bolognese, contribuendo a sottolinearne l’assoluta attualità.
Andrea Federici recupera da questi temi e soggetti, che incanala in un ‘mestiere’ artistico votato a una minuziosa attenzione nel descrivere la realtà. Gli oggetti del quotidiano, posti in luoghi silenti, diventano l’occasione per addentrarsi in un territorio sensoriale che accosta gli oggetti nella loro forma primaria, essenziale, ponendoli alla ribalta di un primo piano in cui ogni elemento coloristico e segnico viene minuziosamente modulato. L’interiorità dell’autore si manifesta tramite tinte che si mescolano e coagulano sotto gli occhi dell’osservatore, che è invitato a cercare le ragioni del percepire che sono alla base di una sperimentazione capace di farsi essenza, secondo un procedere che tocca notazioni liriche ed emozionali davvero intense.
Joan Crous condivide con Morandi scelte a più livelli: una vita sull’Appennino bolognese e un interesse artistico per forme e colori del quotidiano. Se le tele di Morandi propongono una solida geometria fortemente semplificata, i volumi di Joan le riprendono con il passaggio del tempo, immortalandole ma nello stesso tempo riproducendone la fragilità. Nei suoi ‘omaggi a Morandi’ e nelle sue ‘Cenae’ il presente – ciò che di più quotidiano e consueto avviene nella nostra vita – diventa avvenimento. Obiettivo reso possibile grazie al fatto artistico che, con un processo di fossilizzazione, trasforma l’accaduto in passato. L’opera diventa pertanto immagine di un accadimento trascorso che ci invita al ricordo, attraverso fragili tracce consumate dal tempo. Ricordo che entra nell’eternità.