Il festival Forma e Poesia nel Jazz, in scena a Cagliari nel segno di “Libere Connessioni”

Il festival Forma e Poesia nel Jazz, in scena a Cagliari nel segno di “Libere Connessioni”

Dall’11 al 21 settembre. Libere connessioni sono quelle che il jazz crea tra artisti che si incontrano abitualmente o per la prima volta, tra i musicisti e il pubblico curioso di seguire il gioco della loro creatività, tra linguaggi estetici diversi o anche antitetici che improvvisamente rivelano incredibili punti di contatto. Connessioni per eccellenza sono poi quelle create dalla radio, strumento fondamentale per la diffusione di massa della musica, di cui il festival celebra il centenario allestendo una ricca esposizione di modelli storici.

Mauro Ottolini & Vanessa Tagliabue Yorke © Roberto Cifarelli

La ventisettesima edizione del festival cagliaritano sarà come da tradizione una vetrina dedicata al miglior jazz italiano, sia quello affermato su scala internazionale (Tullio De PiscopoFabrizio BossoMauro OttoliniAlessandro Lanzoni e Francesco Cafiso tra gli altri) che quello proposto dai più interessanti talenti emergenti (Eleonora Strino). Un evento speciale porterà sul main stage del festival anche un ospite straniero, l’innovativo batterista svizzero Jojo Mayer, mentre non mancheranno appuntamenti collaterali che sottolineano la vocazione di Forma e Poesia nel Jazz verso le tematiche sociali, ambientali e della sostenibilità, soprattutto in rapporto al suo territorio e alla mobilità. Idee che diventano spunti per sviluppare occasioni di ascolto jazz: trekking musicali, concerti in luoghi dall’alto profilo culturale e paesaggistico, spettacoli in movimento.

Fabrizio Bosso Quartet (di Roberto Cifarelli)

 Serate al Lazzaretto

 Lo spazio duttile del Lazzaretto sarà il principale punto di connessione per gli eventi del festival. Una sola casa in cui coabitano concerti, incontri con gli autori, occasioni conviviali.

Il Lazzaretto ospiterà i concerti principali del festival a partire dall’evento speciale della serata inaugurale, l’11 settembre, con il batterista svizzero Jojo Mayer, impegnato in un set nel quale la performance umana e la potenza arcaica dei tamburi si confrontano con la più avanzata tecnologia generativa musicale in tempo reale. In “Me/Machine” Mayer esplora nuove possibilità e narrazioni ritmiche, cercando una forma di coesistenza simbiotica tra performer e tecnologia digitale. Esplorando le innovative possibilità dell’AI, Mayer ha sviluppato una sua ‘macchina’ musicale che interagisce mutando, interpretando, seguendo o anticipando il suo drumming.

Le quattro serate dal 12 al 15 saranno una piccola enciclopedia del jazz italiano, da sempre interesse principale del festival. Il 12 riflettori puntati su un simbolo della musica nazionale: Tullio De Piscopo. Con la sua batteria ha dominato qualunque genere musicale, dal pop, alla musica mediterranea, dal jazz al tango di Piazzolla. Il suo concerto cagliaritano vuole essere una sorta di riepilogo della sua romanzesca carriera, una sorta di viaggio musicale che parte da Napoli e arriva sino a New York, ricordando le innumerevoli avventure vissute con Pino Daniele, le canzoni che lo hanno trasformato in un fenomeno popolare (Stop Bajon e Andamento Lento) senza trascurare la sua vena più jazzistica (con brani di Charles Mingus, Elvin Jones, Duke Ellington). Prima del concerto Tullio De Piscopo riceverà il premio alla carriera assegnato dall’Associazione Event’s Partner e finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Destinato a personalità, non solamente musicali, che si sono contraddistinte per il loro percorso artistico, il premio viene consegnato a De Piscopo in riconoscimento dei suoi oltre cinque decenni di carriera da protagonista della musica italiana anche a livello internazionale. La serata sarà introdotta dal trio di Antonio Floris, chitarrista sardo di base a Roma. E proprio dalla scena romana proviene la ritmica che lo accompagnerà in un repertorio che spazia dalla tradizione del jazz afroamericano a brani di sua composizione.

L’introduzione della sera del 13 è affidata ad Alberto Sanna: il rocker, cantautore, polistrumentista, scrittore, protagonista della musica “made in Sardinia” presenta il libro-CD Kalaritana, la cui parte musicale comprende canzoni originali inedite e cover d’autore. La serata prosegue poi con figure di spicco del jazz italiano che ci faranno ascoltare il lato più esotico della loro musica. La pianista Stefania Tallini si presenterà in duo col flautista spagnolo Jorge Pardo, in un set che mescolerà le esperienze di entrambi: jazz, musica classica, musica brasiliana e flamenco. Celebre come trombonista, Mauro Ottolini è in effetti un polistrumentista, come dimostra cimentandosi anche con le conchiglie nel progetto musicale “Nada Màs Fuerte”, creato per mettere in risalto le doti canore di Vanessa Tagliabue Yorke. La sua voce farà divampare tutta la passione e l’intensità​ emotiva di un programma di musiche popolari di diversi continenti, in un’alternanza di rumba, fado, calypso… Un giro attorno al mondo in cui le atmosfere latine si riflettono anche sulla musica di altri paesi e in cui il jazz fa capolino in un originale contesto strumentale.

Gioventù in trio: così potrebbe essere battezzata la sera del 14, con due set che vedranno succedersi sul palco i trii della chitarrista Eleonora Strino e del pianista Alessandro Lanzoni, quest’ultimo con in più lo special guest Francesco Cafiso al sax. Strumentista di notevole musicalità, la Strino bilancia un’evidente passione per la tradizione jazzistica con il piacere di variarne l’espressività accogliendo anche materiali tematici eterogenei. Lanzoni e Cafiso sono tra i jazzisti italiani che godono di maggior prestigio sia in patria che sulla scena internazionale. Li accomuna il fatto di essere stati degli enfants prodiges e di aver poi saputo mantenere le promesse dell’adolescenza una volta entrati nell’età adulta: pur ancora giovanissimi, sono ormai artisti maturi e di indiscutibile spessore, ricchi di esperienza che si riversa nella loro musica.

La serata del 15 è caratterizzata da evidenti connessioni tra i musicisti che prendono parte ai due set che la compongono. Il quartetto del trombettista Fabrizio Bosso è una delle formazioni più rappresentative del jazz italiano in ambito hard-swing-bop: la stabilità di lunga durata ha permesso a questo organico di sviluppare la propria musica in maniera sempre più personale, arrivando all’attuale repertorio che, pur conservando i moduli linguistici del jazz afroamericano, si compone prevalentemente di musiche originali di notevole appeal tematico. La serata prevede anche l’esibizione di un quartetto con il pianista Luca Mannutza, il sassofonista Max Ionata, il chitarrista Fabio Zeppetella e il batterista Sasha Mashin: un coerente e gagliardo pendant al gruppo di Bosso.

 Gli extra del Lazzaretto

 Il Lazzaretto ospiterà anche, nella Sala Archi, attività che aumentano i punti di vista sulla musica jazz.

Dal 12 al 15 settembre si terrà “100 e non sentirli”, esposizione di una quarantina di radio storiche a cura di Ampelio Jose Melin in occasione del centenario di questo mezzo di comunicazione di insostituibile importanza nella diffusione musicale.

Un trittico di presentazioni editoriali: il 14 Andrea Polinelli presenterà il suo libro “Gato Barbieri, una biografia dall’Italia tra jazz, pop e cinema” (Artdigiland, 2023); Enrico Merlin sarà invece protagonista di ben due incontri: “10 dischi per un secolo possono bastare?”, una guida all’ascolto di opere fondamentali del XX secolo (il 14) e “Bitches Brew”, dedicato ai misteri e la bellezza della musica elettrica di Miles Davis (il 15).

Il 13, 14 e 15 un momento di ristoro prima di pranzo con “Aperitivo in Jazz Cin Cin Cannonau”, una degustazione guidata a cura di Botteghe in Piazza.

 Musica, movimento, natura, sostenibilità

Forma e Poesia nel Jazz 2024 sarà anche un festival in movimento, letteralmente. Il 13 e 14 settembre il jazz prenderà la metro, con le esibizioni del percussionista Giovanni Alborghetti e del sassofonista Diego Greco a bordo della metropolitana leggera (in collaborazione con ARST).

Un altro classico del festival è il trekking musicale alla Sella del Diavolo, il promontorio che si affaccia sul Golfo di Cagliari: il 13, dopo una passeggiata naturalistica guidata da Stefania Contini con partenza alle ore 9, si ascolterà l’esibizione del Duo Gipsy.

Altrettanto caratteristica è la pedalata jazz della mattina del 15 settembre, con l’amichevole partecipazione della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta: un’anteprima della Settimana Europea della Mobilità in Bicicletta. Gli amanti delle due ruote percorreranno la città attraverso i quartieri periferici da San Michele, transitando sul lungomare Sant’Elia sino al Lazzaretto, dove è prevista una sosta/aperitivo a cura di Cin Cin Cannonau con intrattenimento musicale.

Ad allargare ulteriormente la geografia del festival arriva poi il concerto del 21 settembre a Villa Pollini, con un piano solo di Federico Battista Melis.

 Il festival Forma e Poesia nel Jazz 2024 è organizzato dalla Cooperativa FPJ con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport; Assessorato del turismo), del Comune di Cagliari (Assessorato alla cultura), della Fondazione di Sardegna e della Banca di Cagliari, con la collaborazione di FIAB, ARST, ABC Sardegna, Cooperativa Sant’Elia 2003, BFLAT, Associazione Event’s Partners, Associazione Baetorra, Botteghe in Piazza e Tourist Smile e con la media partnership di Tiscali e Nara Comunicazioni. Forma e Poesia nel Jazz aderisce al progetto Jazz Takes the Green, I-Jazz e Sardinia Jazz Network.

Eventi e cultura Notizie